Un po’ di Chimica
Nella confezione dei bastoncini Flortis, già visti in una foto precedente, guardando sul retro troviamo un riquadro con la composizione.
Prima di mostrarlo, cerchiamo di capire cosa leggere e in che ordine.
Quasi sempre, lo sguardo tende a cadere sull’elenco dettagliato, dove ci sono le concentrazioni di ogni singolo composto…
…ma non è da lì che dobbiamo cominciare.
Magari ci andiamo dopo, per ulteriori approfondimenti… ma all’inizio dobbiamo cercare il rapporto N-P-K, che di solito sta nel titolo in alto, fuori dall’elenco:
In questo caso abbiamo: NPK 12-12-12…
Ovviamente l’ho fatto apposta… Non troverete quasi mai tre valori uguali.
Tra tutti quelli che potevo mostrare, ho selezionato un caso eccezionale.
Ci sarà utile più avanti, quando faremo qualche calcolo.
N, P e K
Le lettere indicano i tre macronutrienti più importanti:
- N è il simbolo dell’azoto, che in Latino si chiama “nitrogenium“.
- P indica il fosforo, perché in Latino si scrive con “ph”: phosphorus.
- K sta per “kalium“, come si indicava il potassio nell’antico Latino medievale.
Negli stick dell’esempio, con quel 12-12-12…
…dovremmo dedurre che i tre elementi hanno la stessa concentrazione.
Invece è sbagliato!
Credo sia ora di cominciare a leggere l’elenco sotto il titolo, in modo più dettagliato:
Come vediamo, soltanto l’azoto (N) è veramente al 12%.
È l’unico elemento che viene quantificato in forma pura, non nei suoi sali.
Il fosforo non è indicato come P, ma come P2O5, ovvero anidride fosforica.
Il potassio, anche lui, non è indicato come K, ma come K2O, cioè ossido di potassio.
Da questi composti, con la complicità di Wikipedia, partono tutte le voci di popolo contro l’uso dei bastoncini NPK.
Prima di buttarla sulla Matematica, vediamo di capirci qualcosa…
Possono essere nocivi?
Sia l’anidride fosforica, sia l’ossido di potassio, reagiscono con violenza a contatto con l’acqua, producendo variazioni di pH immediate e macroscopiche.
Girano anche dei simpatici filmati, talvolta falsi, che mostrano addirittura combustioni pirotecniche, piccole esplosioni, o comunque effetti poco rassicuranti…
…per chi si azzardasse ad introdurli in acquario.
Potete immaginare come alcuni “esperti” ne approfittino, con frasi simili a queste (sentite personalmente in un negozio di acquaristica):
- Tu devi essere pazzo, a mettere quella roba in acquario!
Ti consiglio di rivolgerti ad un prodotto specifico per acquari, di indubbia sicurezza e di provata efficacia.
Talvolta, si rafforza il concetto con velate accuse di crudeltà:
- Anch’io uso quegli stick, ma sui vasi del terrazzo.
Ci tengo alla salute dei miei pesci, io…!
Qualora vi dovesse capitare, vi invito a mostrargli questa foto del nostro Cuttlebone…
…dove due Caridina assaggiano curiosamente un rimasuglio di stick, dando anche l’impressione di gradirlo.
Voglio aggiungere che quei gamberetti non sono affatto esplosi o bruciati, e nemmeno rimasti avvelenati; da allora, si sono addirittura riprodotti.
Del resto, supponiamo di usarli davvero sullle piante del terrazzo, il motivo per cui li vendono.
Avete mai visto un vaso che brucia, che fa scintille o fumo, ogni volta che lo annaffiamo?
La realtà è che non c’è nessun ossido di potassio, come non c’è nessuna anidride fosforica.
Si tratta di un metodo, da sempre usato in agricoltura e chiamato “Titolo“, per indicare le percentuali dei vari nutrienti.
Un esempio è già noto, per chi usa la versione base del PMDD: il nitrato di potassio viene titolato come Azoto nitrico + Ossido di potassio.
Quindi, non perdiamo altro tempo con le leggende metropolitane, e mettiamoci alla calcolatrice per capirci qualcosa.
Concentrazioni di fosforo e potassio
Innanzi tutto, direi di tralasciare la precisione sui decimali.
Per fare un esempio, l’ossigeno ha un peso atomico pari a 15,9994 u.m.a. (unità di massa atomica)… Spero che non si offenda nessuno se arrotondiamo a 16.
Le piante dei nostri acquari non si arrabbieranno di certo.
- Cominciamo con il fosforo…
L’anidride fosforica, di cui abbiamo l’indicazione in etichetta, ha un peso molecolare che corrisponde a 142 u.m.a.
È formata da 2 atomi di fosforo (peso atomico: 31) e 5 di ossigeno (peso atomico: 16).
I conti tornano: (2 x 31) + (5 x 16) = 62 + 80 = 142.
Ne deriva che è fatta di fosforo per 62/142, ovvero il 44%.
Se non vi piacciono le percentuali, potete scegliere tra due semplici operazioni aritmetiche: prendete quel “12” sulla confezione e…
- …moltiplicatelo per 0.44.
- …oppure dividetelo per 2.27.
In entrambi i casi, otterrete la stessa conclusione: i bastoncini Flortis, presi come esempio, contengono il 5% di fosforo.
Sì… lo so… il risultato sarebbe 5.28… ma non credo proprio che quegli stick abbiano una tolleranza dello 0.3%, inoltre vi ricordo che abbiamo fatto qualche arrotondamento.
- Ora… tutto da capo per il potassio!
L’ossido di potassio, indicato sulla confezione, ha un peso molecolare che corrisponde a 94 u.m.a.
È formato da 2 atomi di potassio (peso atomico: 39) e 1 di ossigeno (peso atomico: 16).
I conti tornano anche stavolta: (2 x 39) + (1 x 16) = 78 + 16 = 94.
Ne deriva che è fatto di potassio per 78/94, ovvero l’83%.
Le operazioni aritmetiche sono sempre quelle: prendete quel “12” e…
- …moltiplicatelo per 0.83.
- …oppure dividetelo per 1.20.
In entrambi i casi, otterrete la stessa conclusione: i bastoncini Flortis, presi come esempio, contengono circa il 10% di potassio (9.96, per i più precisi).
Pertanto, la reale concentrazione dei tre elementi, negli stick 12-12-12, diventa 12-5-10.
Ora prendiamone altri due, della Dom e della Gesal… e provate voi lo stesso giochetto.
Sotto le foto, troverete un banda nera. Un triplo click, oppure una “strisciata” con il mouse, vi mostrerà la soluzione.
16 – 2.2 – 7.5
8 – 4.4 – 10.8
Ma qual è il migliore?
Risposta facile… Il migliore non esiste!
Se avete nitrati abbondanti, ma siete carenti di fosfati, l’ultimo qui sopra va benissimo.
Nel caso opposto, ci farà comodo quello precedente.
Secondo le esigenze dell’acquario, dovremo scegliere lo stick che si avvicina maggiormente a compensare le carenze.
È per questo che spesso, nelle nostre discussioni, si parte dai Compo, come esempio di riferimento:
Se provate a fare due conti, vi accorgerete che la proporzione 13-6-10, che indicano sull’etichetta, è allineata con la richiesta media delle piante (13-2.6-8.3)…
…ma solo se tutti e tre gli elementi partissero da zero, o fossero carenti nella stessa misura.
Quando fate i test, ricordate che il rapporto nitrati/fosfati è variabile, nella richiesta delle piante.
Non è quasi mai quel 10:1 che si legge dappertutto.
Dipende moltissimo dalla luce, e non solo da quella; le piante galleggianti, ad esempio, stanno quasi sempre su 5:1.
Il potassio, nel nostro caso, possiamo trascurarlo.
Chi è arrivato a questo secondo articolo, è sicuramente già passato per il PMDD in versione base; quindi ha già i relativi flaconi.
In teoria, quello del potassio non andrebbe più utilizzato, visto che ora lo dosiamo con gli stick…
Tuttavia, è molto comodo come integratore supplementare, qualora il contenuto del bastoncino fosse ancora insufficiente.
Voglio ricordare che ci sono piante, molto comuni, che ne consumano parecchio.
Molte marche di stick propongono degli arricchimenti; oltre ad azoto, fosforo e potassio, talvolta ci troviamo magnesio, ferro, zinco, rame, ecc.ecc.
Tuttavia, quegli elementi aggiuntivi non sono mai in equilibro con gli NPK; dovremo quindi continuare a dosarli con il “vecchio” PMDD.
In buona sostanza, quello che dobbiamo controllare è solo il rapporto tra azoto e fosforo, mettendolo in relazione alle carenze del nostro acquario, per poi scegliere i bastoncini che meglio le compensano.
L’esempio dei “sassolini”
Concludo questo capitolo con un caso recente, documentato in una discussione sul nostro forum, che riassumo per semplicità.
Uno dei nostri moderatori, Emix, trovò un prodotto NPK che la Cifo chiama “Sassolini”.
Lo fotografò ed aprì un topic per segnalarlo.
La composizione creò immediatamente dei dubbi, anche nello stesso Emix; il contenuto di azoto sembrava troppo basso, rispetto al potassio e soprattutto al fosforo.
Ecco il ritaglio dell’etichetta:
Voglio ricordare che sul forum, all’epoca, c’era un sacco di gente che lamentava carenze di nitrati, in seguito all’uso del PMDD; ma solo in pochi si preoccupavano dei fosfati.
Inoltre, molti avevano già letto l’articolo sul Pogostemon stellatus, in seguito al quale si era cominciato a prendere i bastoncini Compo come riferimento.
Quei dubbi, pertanto, erano senz’altro legittimi… ma io, dopo 3 anni da moderatore nelle sezioni delle piante, ne avevo viste troppe per scartarli a priori.
Intervenni quindi con questo post:
…a cui Emix rispose dopo un paio di test, evidenzianto fosfati bassissimi rispetto ai nitrati:
Questo faceva cadere tutti i dubbi precedenti, portandomi a consigliare quei “sassolini” senza esitazione:
Vi risparmio il resto della chiacchierata… saltando subito al risultato finale di quell’esperienza:
Pensate un po’… “i fosfati sono addirittura calati”…
Ma non dovevano essere troppo alti, con quel “22” sull’etichetta?
Evidentemente, le piante di Emix ne erano affamatissime; il fosforo faceva da fattore limitante e probabilmente impediva anche l’assorbimento dei nitrati.
Approfitto di questo esempio per ribadirlo ancora una volta:
– Non ci sono fertilizzanti “buoni” e “cattivi”!
Ci sono solo fertilizzanti che si adattano bene alla vostra situazione; altri sarebbero sbagliati, ma potrebbero risultare perfetti per l’acquario di un altro.
Diffidate di chi vi consiglia un prodotto, sulla base di risultati ottenuti nel proprio acquario…
…È sul vostro che deve funzionare, non sul suo.