banner

Continuiamo la nostra spiegazione sull’utilizzo dei prodotti agricoli in acquariofilia, parlando in questo articolo sul PMDD dell’utilizzo dei prodotti della Cifo quali Azoto, Fosforo, Potassio e Magnesio.


Nel primo articolo della serie abbiamo parlato di magnesio e potassio; invitiamo chi non lo avesse letto a farlo ora: PMDD con prodotti agricoli: magnesio e potassio.

Come già detto, non ci soffermeremo sull’effetto di quello che ha un determinato elemento su una pianta, abbiamo articoli a sufficienza che trattano l’argomento, ma approfondiremo da un punto di vista «tecnico», quello che riguarda determinati prodotti agricoli usati in acquariofilia.

L’articolo, per semplicità, è diviso in capitoli ma vi consigliamo di leggerlo tutto almeno una volta.

I terribili prodotti Cifo

La Cifo è un’azienda italiana specializzata (e soprattutto tra le più stimate), nella produzione di fertilizzanti per agricoltura e giardino, dai prodotti agricoli professionali a quelli domestici.
Nella linea domestica, alla voce integratori, possiamo trovare diversi prodotti di nostra conoscenza:

Prodotti agricoli: i prodotti Cifo
Alcuni prodotti Cifo utilizzati nel PMDD

Come dichiara la Cifo, sono prodotti agricoli mirati a soddisfare determinate carenze e, per aiutarci a riconoscerle, ci aiuta allegando un foglio con foto esemplificative.

Carenze delle piante in acquario
Immagine Cifo: carenza delle piante

Attenzione! Non prendete le immagini come riferimento assoluto per le piante acquatiche: una pianta terrestre e una acquatica, anche la stessa pianta se emerge, possono manifestare la stessa carenza in modi differenti.

Ma veniamo alla domanda che ci interessa:
“Essendo progettati per altro, possono essere usati in acquario?”

Qui la risposta non è complicata:

Certo che si!

Ne siamo certi grazie anche alla Cifo che, in piena trasparenza, rilascia le schede di sicurezza dei suoi prodotti.

Andiamo adesso ad approfondire i primi 4 prodotti agricoli elencati sopra, degli ultimi due che introducono ferro ne parleremo invece in un capitolo dedicato.

Cifo Azoto

Già ampiamente sviscerato nell’articolo del PMDD avanzato, andiamo a esplorarlo ancor più in dettaglio.

Il Cifo azoto è una miscela di azoto composta da nitrato di ammonio e urea

Leggendo l’etichetta, troverete dati ben diversi

prodotti agricoli: composizione cifo azoto
(clicca per ingrandire)

Cosa significano queste percentuali, e perché sono così differenti? La risposta é semplice, i calcoli per arrivarci molto meno.

Le prime percentuali indicano la semplice quantità di molecole nel contenitore. Quindi le percentuali di:

Nell’etichetta sono invece riportate le quantità di azoto in quei due componenti, quindi le percentuali di azoto nitrico, azoto ammoniacale e quello ureico.

Come sappiamo l’urea viene trasformata prima in ammonio e, successivamente assieme a quello già presente, in nitrito e poi in nitrato.
Questo sempre se l’azoto non viene utilizzato prima dalle piante, le quali non assorbono urea, ma hanno una buona preferenza per l’azoto ammoniacale.
Tutto questo lavoro non è a cura di semplici ossidazioni o reazioni, ma, soprattutto, è a cura di infaticabili batteri, che,  se siete un po’ svezzati, sono in buona parte quelli che vengono citati in un qualsiasi articolo sul ciclo dell’azoto.

Ma se c’è azoto ammoniacale, allora in acquario possiamo avere l’ammoniaca che è tossica?

banner

Proviamo a fare qualche conto: ipotizzando di gestire un plantacquario a pH 8 (cosa che nessuno ovviamente farebbe), se volessimo introdurre con una singola dose di Cifo Azoto l’azoto equivalente a 5 mg/l di nitrati (le dosi raccomandate dai prodotti per acquari sono tipicamente per 1 o 2 mg/l aggiuntivi), l’ammonica introdotta non avrebbe nessuna tossicità, né acuta né cronica. Cronicità che peraltro non può esserci perché quella forma viene assorbita immediatamente dalle piante e in concorrenza agisce l’ossidazione da parte dei batteri (perfino 10 mg/l di nitrati equivalenti aggiuntivi non sarebbero un problema, ma possiamo suddividere in due dosaggi da 5 per maggior prudenza se il pH è basico).

L’assoluta tranquillità la possiamo desumere in modo semplice anche dalla tabella del relativo test Sera, o tabelle equivalenti che si possono trovare online.

Tabella Sera per ammonio e ammoniaca a differenti PH
Tabella Sera per ammonio e ammoniaca a differenti PH (dalle istruzioni dei test)

Calcolando che l’ammonio complessivo introdotto (che include l’ammonica) è 0.35 mg/l, abbiamo che la frazione reale di ammoniaca risulta (a pH 8 ) inferiore a 0.02 mg/l. Poi, a pH neutro o meglio leggermente acido (come nei normali plantacquari), il problema dell’ammoniaca non si pone praticamente mai: per fare un esempio, a pH 6.8 per raggiungere la stessa innocua quantità di ammoniaca reale prima indicata (0.02 mg/l) dovremmo aggiungere col Cifo ben 70 mg/l di nitrati equivalenti!

E se proprio avessimo il pH del nostro acquario ben piantumato ad 8.5 (ma mi domando a che scopo e come faccia a essere realmente ben piantumato) allora basterebbe limitarci a dosaggi da 1-2 mg/l di nitrati equivalenti aggiuntivi, che poi sono dosaggi comunque non irrilevanti, come quelli di riferimento nelle istruzioni dei prodotti commerciali.

Chiarita la questione pH e ammoniaca, come pericolo di un forte sovradosaggio (che comunque non deve essere fatto) c’è piuttosto quello di eventuali nitriti, in particolare in acquari poco maturi e stabili.
Tutti conosciamo l’edificante detto del famoso alchimista Philippus Aureolus Theophrastus Bombastus von Hohenheim noto come Paracelso ma, forse, non tutti sappiamo che era uno stimato botanico che ai suoi tempi disse:

Paracelso
Philippus Aureolus Theophrastus Bombastus von Hohenheim noto come Paracelso
 
 
«Omnia venenum sunt: nec sine veneno quicquam existit. Dosis sola facit, ut venenum non fit
Tutto è veleno: nulla esiste di non velenoso. Solo la dose fa in modo che il veleno non faccia effetto.»

 

 

 

Cavallo che nitrisce Quindi al grido di “è la dose che fa il veleno” diciamo che questo è veramente un prodotto pericoloso se non usato correttamente; tutto quell’azoto citato prima, salvo quello nitrico e quello che viene assorbito dalle piante, come spiegato nel ciclo dell’azoto, deve prima necessariamente passare nei temuti NO2 . Proprio quei nitriti che a noi ricordano i cavalli anche se questo paragone, ad altri troppo seri, non piace per nulla.

Quindi potremmo essere considerati scellerati a proporlo come fertilizzante? Qualcuno lo definisce un prodotto sbilanciato, intendendo quindi che l’azoto presente nel prodotto è sbilanciato verso la sua parte ureica/ammoniacale rispetto a quella nitrica (che è meno pericolosa), o addirittura sostiene che «nessuna azienda che ha elaborato protocolli di fertilizzazione specifici per acquari ricorra a questa formulazione che non perdona in caso di errori».

Però uno dei fertilizzanti della famosa linea DrakeDrake, l’Eudrakon N, ha la stessa composizione (non concentrazione).

Il fertilizzante è composto da 3 componenti, presenti per garantire un apporto multilivello di azoto: Nitrato, Urea o Carbammide e Ammonio

La composizione è la seguente: 6.8% nitrato, 2.02% potassio, 1% urea, 0.48% magnesio, 0.34% ammonio.
Va dosato in ragione di 2 ml ogni 100 litri ogni giorno, fino a raggiungere una  concentrazione di 3-8 mg/l di nitrati. Per arrivare mediamente a 6 mg/l di nitrati totali occorreranno in tutto 6 ml di prodotto, diluiti in 3 somministrazioni.

Così come ha fatto Rox nel suo articolo, paragonandolo al Seachem nitrogen, il Cifo Azoto per arrivare agli stessi 6 mg/l di NO3 richiederebbe solo 0,35 ml di prodotto diluito in più giorni.
Detto in soldoni e con uno sguardo al portafoglio: per inserire la stessa quantità di nitrati totali, un flacone di Cifo Azoto corrisponderebbe a 17 flaconi dell’omonimo commerciale.

Ma torniamo al fantomatico “sbilanciamento” del Cifo verso la componente organica dell’azoto: anche nel Seachem Nitrogen il 52% dell’azoto contenuto è in forma ureica, più alto che nel Cifo Azoto in cui è il 50% dell’azoto totale.

E che dire di uno dei fertilizzanti più famosi? Il Green Brighty Nitrogen della ADA, nel quale il pochissimo azoto contenuto è addirittura al 100% ureico (si possono consultare le analisi sul sito ufficiale del produttore).

ADA Green Bright Nitrogen, composizione
Composizione di ADA Green Brighty Nitrogen

Quindi non è vero che nessuna azienda produttrice di fertilizzanti studiati in modo specifico per gli acquari contempli la scelta di composizione della Cifo a causa del contenuto elevato di parte organica, visto che la percentuale di azoto di origine organica sull’azoto totale in questi ultimi due prodotti commerciali è leggermente superiore (nel Seachem) o perfino doppia (nell’ADA) rispetto a quella del Cifo Azoto.

Chiusa (speriamo definitivamente) la questione del bilanciamento, consideriamo infine quello ADA dando ancora uno sguardo al portafoglio: 1 grammo di azoto della ADA costa 270 volte di più di quello della Cifo, e per avere lo stesso contenuto di azoto di una singola bottiglia di Cifo da 250 ml, che oggi troviamo online a 7 euro, dovremmo comprare ben 82 bottiglie di ADA da 300 ml, spendendo oltre 1500 euro! Non è certo la differente purezza a determinare questo abnorme dislivello di prezzo, ci sono ben altri fattori che incidono, soprattutto commerciali.

Comparazione fertilizzanti a base di azoto
Comparazione fertilizzanti a base di azoto

L’unica nota positiva del fertilizzante ADA, qualità che possiede anche il Cifo Azoto, è l’assenza nel prodotto di altri nutrienti quali ad esempio il magnesio, potassio, calcio ecc. Questo permette in linea generale una “separazione” ancora più spinta e quindi una fertilizzazione più calibrata sulle specifiche esigenze della nostra vasca.

Per ulteriori di dettagli sull’azoto vi rimando a questo interessante articolo che ne parla approfonditamente: Azoto in acquario.

Per completezza vi alleghiamo la relativa scheda di sicurezza reperibile facilmente sul sito del produttore.

Scheda di sicurezza Cifo Azoto
Scheda di sicurezza Cifo Azoto

Cifo Fosforo

Ci sono vari agenti per inserire fosforo in acquario; che sia commerciale o fai da te, è solitamente fosfato di potassio in varie forme come monofosfato di potassio o diidrogeno fosfato. Solo il nostro dottore agrario (sì, abbiamo un dottore agrario) usa l’acido fosforico.

il Cifo fosforo invece usa la pericolosa anidride fosforica (P2O5), anche questa pericolosa come l’ossido di potassio.

prodotti agricoli Cifo: fosforo

Se siete stati attenti sopra, sapete che sto scherzando! Non si tratta realmente di anidride fosforica, quella è la formula che si usa per convenzione.

il Cifo Fosforo in realtà è una miscela di fosfato diammonico al 25-35% e fosfato di potassio monobasico (o fosfato monopotassico) al 15-20%.
Questo, lo rende a tutti gli effetti un concime N-P-K (5-25-5)

E qui il dubbio sarebbe lecito…

ma quindi, alzando i fosfati, io andrei ad inserire anche elementi di cui non ho bisogno?

…in realtà, alzare i fosfati ad 1 mg/l apporterebbe circa 0.1 mg/L di potassio e 0,7 mg/l di NO3, aumenti del tutto trascurabili.

Ma come facciamo a sapere allora, quanti fosfati ci sono in questa molecola fittizia, di cui parliamo?
Mentre per complessità dei calcoli, ho sorvolato con l’azoto, qui possiamo usare delle formule, non magiche dato che non siamo mica stregoni, ma matematiche applicando la stechiometria, un metodo per calcolare i rapporti quantitativi tra misure chimiche.

intanto dobbiamo sapere qual è la densità del Cifo Fosforo che si ricava con una semplice divisione tra massa e volume.

In un flacone ci sono 250 ml che pesano 325 g, quindi abbiamo una densità pari a

325:250=1.3 g/ml

A questo punto per sapere la percentuale di fosforo in P2O5 dobbiamo effettuare il rapporto tra le masse di P e di P2O5 . Sapendo che abbiamo 2 moli di P avremo

2*(massa P)/(massa P2O5)= P%
2*30,98/141,94 = 0.44 = 44%

trovato questo valore, dobbiamo sapere quanto fosforo c’è in una composizione di P2O5 al 25%. La formula diventa quindi:

25%*(P% in P2O5)
0.25 * 0.44 = 0.11 = 11% di P nel prodotto

per chi si è annoiato, può anche passare avanti, anche perché siamo solo a metà del calcolo. Mi interessava proporlo, solo per far capire come ricavare la percentuale che ci interessa, di un elemento in una formula.
I più puntigliosi o gli esperti chimici su Facebook possono invece continuare a le leggere…

Facebook

Dato che a noi serve sapere quanti fosfati inseriamo, dobbiamo per prima cosa sapere quanto P c’é in PO43-
Qui facciamo lo stesso stesso gioco di prima:

massa di P / massa di PO43-= %P
30,98/94,97136 = 0,326 = 32,6% di P in PO43-

ora dobbiamo trovare quanto PO43- c’è nel prodotto ma questa è facile

(P% nel prodotto) / (P% in PO43-) = PO43- % nel prodotto
0.11/0.326 = 0.337 = 33.7% di PO43- % nel prodotto

adesso andiamo a trovare la densità che cercavamo prima. Se inserisco 0,25 ml di Cifo fosforo in vasca ho

1.3*0.25 = 0.325 g

che moltiplicato alla percentuale dei fosfati del prodotto mi da

0.325*0.337 = 0,1095 che possiamo approssimare a 0.1 grammi (100 mg).

Dividendo infine per la capienza dell’acquario, otteniamo la concentrazione apportata:
100/100= 1 mg/l di PO43- in 100 litri

da qui si può fare poi, qualsiasi proporzione.

Per concludere diciamo che il Cifo Fosforo contiene anche uno 0.1% di Bronopol, sostanza su cui vale la pena spendere 2 parole.
Il Bronopol è un antibatterico potentissimo, altamente nocivo e piuttosto selettivo con i batteri gran negativo.

E oltre al Cifo Fosforo, è contenuto anche nel Cifo Potassio. Se vi fa specie metterlo in acqua, pensate che ve lo mettete in bocca come dentifricio, vi ci lavate le mani con il sapone, e anche altre cose.

Eh si… è usato in tutti i prodotti per igiene e bellezza.

Ma perché un prodotto tossico non è tossico? Ricordate il motto di Paracelso visto sopra?

Qui non vi tedio con complicati calcoli, anzi. Ma per capire meglio, lo paragoniamo ad un altro famoso veleno ben conosciuto dagli acquariologia: la Glutaraldeide!
Bene, sappiate che il Bronopol è 5 volte piú tossico.

La Seachem inserisce con il suo protocollo completo, ben 0,5 mg/L giornalieri di glutaraldeide, quindi una quantità di 0,1 di Bronopol sarebbe innocuo al pari della glutaraldeide.

Ma se mettessimo uno dose esagerata di Cifo Fosforo, tipo 1 ml in 100 litri, quanto Bronopol avremmo messo?
1 ml di Cifo Fosforo porterebbe i fosfati a più di 4 mg/l, una dose improponibile, ma mi piace esagerare. Vediamo invece quanto veleno abbiamo

0.1% di Bronopol significa che la sua concentrazione è di 1300 mg/l, considerando anche la densità.

Noi preleviamo un solo ml e se questo ml lo diluiamo in 100 litri, basta “spostare le virgole” come ci insegnavano alle medie e capiamo che la concentrazione di Bronopol inserita è di 0.013 mg/l.
Circa 10 volte meno di quella che sarebbe comunque sicura.

Anche qui di seguito la relativa scheda di sicurezza.

Scheda di sicurezza Cifo Fosforo
Scheda di sicurezza Cifo Fosforo

Cifo Potassio

Il Cifo Potassio è uno dei prodotti agricoli venduto come integratore NK 3-15 con la seguente composizione

Prodotti agricoli: composizione Cifo potassio
Composizione del Cifo potassio come da etichetta

Qui tralasciamo i calcoli, anche perché sarebbero lunghi; bisognerebbe infatti prima trovare il reale potassio (ricordo che la dicitura K2O è una convenzione), determinare poi quello dato dal nitrato di potassio e calcolare il restante che é dato dal cloruro di potassio.

Consigliamo sempre l’ NK 13-46, sostanzialmente perché è il più assimilabile, quei nitrati aggiunti fanno sempre comodo e, soprattutto, è molto economico.

Tornando alla composizione sappiate che i cloruri non sono tossici, anche loro servono alle piante.
Quello tossico è il cloro, che è un gas e si usa come disinfettante, i cloruri invece sono abbastanza innocui, presenti anche nei sali da ricostruzioni commerciali, e si trovano in acqua legati ad altri ioni.
Pensate al cloruro di sodio (il sale da cucina), oppure al cloruro di calcio usato come additivo alimentare.

Ci sono piante che tollerano concentrazioni fino a 500 mg/l di cloruri ma normalmente valori entro i 100-150 mg/l, sono tollerati da tutte le specie.

C’entra poco nel contesto dell’articolo, ma per parlare…
l’uso prolungato del Cifo Potassio, in una gestione senza cambi, come quella spesso proposta dal forum, può creare accumuli.

Infatti per ogni 10 mg/l di potassio che si apportano in acqua, si aggiungono anche ben 7 mg/l di cloruri e le piante assimilano più potassio che cloruri; di conseguenza, i secondi tenderanno ad accumularsi in vasca.
Facendo invece cambi frequenti si reintegrerà il potassio consumato, mentre la quantità di cloruri, per media pesata, resterà uguale.

Quello per cui assolutamente non si può usare il Cifo Potassio, è per portarsi di botto a concentrazioni altissime di potassio. Questo a causa della sua parte ureica, che può diventare letale.

Non sta però sta scritto da nessuna parte che è necessario arrivare ad avere molto potassio che acqua e con questa frase apriamo una riflessione:

Si legge che il potassio non da problemi fino a quando non è il doppio del calcio, o sulla falsariga di una nota marca di fertilizzanti e sali da ricostruzione, fino a quando non arriva a 40 mg/l.

Falso!

Donna con pollice in giù

Quel marchio, che probabilmente tra i commerciali allo stato attuale è il migliore come dimostrano le vasche di chi adotta quel protocollo seguendo tutta la loro linea, ha realizzato una formulazione in grado di gestire quel “botto” di potassio. Ma non è e non deve essere una regola generale.

Non voglio accanirmi contro la Seachem (ottima marca sicuramente), ma è dall’alba dei tempi che, dato che è un fertilizzante ad elementi separati, lo paragoniamo al PMDD del nostro forum. Ecco, la dose consigliata da Seachem, apporta 5 mg/l di potassio a settimana.

Il Kramerdrak, che ho usato personalmente, apporta 2.1 mg/l di potassio a settimana, più 2.1 mg/l se si usano anche i loro sali da ricostruzione Duradrakon.

Tropica, con i suoi 2 fertilizzanti supera di poco i 2 mg/l.

Gli altri all in one come JBL, Sera e Dennerle, che nemmeno annovererei tra prodotti professionali, sono nell’ordine di 1 mg/l.

Concludo dicendo che, secondo i test JBL, addirittura concentrazioni oltre i 30 mg/l, possono essere causa di alghe. Non condivido troppo questa affermazione ma è tanto per dire che la fonte é abbastanza autorevole, sicuramente più di me.

Di seguito come negli altri casi la scheda di sicurezza del prodotto.

Scheda di sicurezza Cifo Potassio
Scheda di sicurezza Cifo Potassio

Cifo Magnesio

Qui c’è veramente poco da dire. È un prodotto di solfato di magnesio eptaidrato, come quello che già usiamo nel PMDD.

prodotti agricoli Cifo: magnesio

Inoltre ha una parte di 2-amminoetanolo (dietanolammina), un agente assorbente impiegato a livello industriale per la rimozione dello zolfo, e che è utilizzato per evitare potenziali formazioni di acido solfidrico.
Inoltre ha dell’acido citrico, comunemente utilizzato come conservante, e spesso si usa l’ HCl.

Qualsiasi sia il prezzo delle bustine da farmacia (circa 80 centesimi), l’uso del Cifo Magnesio è poco conveniente. Un flacone da 100 ml, costa 8 euro, come quello che si spenderebbe facendosi da soli una bottiglia da un litro seguendo il protocollo del forum.

In realtà il Cifo è più concentrato, perché contiene 45 g/l di magnesio mentre l’altro 30 g/l, ma il risultato non cambia.
Uno ci costerebbe 8 euro per 4.5 grammi di magnesio, l’altro allo stesso prezzo, ha 30 grammi, circa 7 volte più conveniente.

Alleghiamo l’ultima scheda di sicurezza per quanto riguarda i prodotti Cifo.

Scheda di sicurezza Cifo Magnesio
Scheda di sicurezza Cifo Magnesio

Conclusioni

Con questo secondo articolo speriamo di aver chiarito una volta per tutte i dubbi che spesso si leggono in rete relativi all’utilizzo dei prodotti della Cifo, come azoto e fosforo e il loro utilizzo in acquario, che sono proposti nei vari articoli del nostro portale.
Continueremo a trattare questo argomento in futuro con ulteriori articoli che approfondiranno gli altri prodotti.

Se avete ulteriori dubbi o domande vi aspettiamo sul nostro forum Acquariofilia Facile, l’iscrizione è semplice e gratuita per tutti.

banner
Articolo precedentePMDD con prodotti agricoli: magnesio e potassio
Articolo successivoPMDD con prodotti agricoli: il ferro