banner

Quante volte siete passati davanti alle vasche di un negozio di acquariofilia e avete incrociato lo sguardo di pesci simili a padelle in miniatura? Ecco, loro sono i Discus! Se vi va di conoscerli meglio, fate un tuffo con noi nel loro straordinario mondo…


Caratteristiche generali e morfologia

I Discus devono il loro nome alla forma discoidale che li caratterizza. Questa è imputabile al fatto di possedere una struttura compressa, in particolare sui fianchi, con pinne anali e caudali molto ampie. Le pinne ventrali sono lunghe e sottili mentre la caudale è di forma trapezoidale.

Il loro corpo può raggiungere i 15-20 cm in altezza e in lunghezza; il peso di un esemplare adulto oscilla invece tra i 150 e i 250 grammi.

Il nome del genere di appartenenza, Symphysodon, deriva dal greco e si riferisce alla dentatura sviluppata sulla placca ossea della sinfisi mandibolare.

anatomia discus
Anatomia dei Discus, disegno di @Marta (clicca per ingrandire)

Dimorfismo sessuale

Se escludiamo i genitali, difficilmente si possono notare differenze morfologiche significative tra pesci di sesso opposto.

Qualcuno sostiene però che un occhio più esperto sia in grado di riconoscere differenze nelle forme della pinna caudale e di quella dorsale oltre che, nei soggetti più in salute, una gibbosità del dorso della fronte più accentuata nei maschi.

A differenza di molte altre specie di pesci, dove la colorazione più o meno accesa può indicare la differenza tra i sessi, nel caso dei Discus questa non è una caratteristica universalmente applicabile.

discus
Maschio e femmina di Discus, disegno di @Marta

Tuttavia, come per ogni regola esistono delle eccezioni: alcune particolari specie di allevamento come i Red Melon vedono le femmine, fin da piccole, presentare una colorazione di base più rossa.

Si può invece dare per assodato il fatto che i maschietti presentino un tasso di crescita maggiore rispetto alle femmine.

Symphysodon discus red melon
Discus red melon (wiki-common)

In ogni caso, per riuscire a distinguere il sesso in modo assolutamente chiaro, il momento più propizio è certamente durante la fase dell’accoppiamento.

I maschi presentano gli organi genitali a forma di cono estroflessi e rivolti verso il capo; le femmine, viceversa, presentano gli organi riproduttivi a forma di cono cavo rivolti verso la coda. In questo caso non ci si può proprio sbagliare!

Una sola specie… ma tanti colori diversi

Per quel che riguarda la livrea, la pigmentazione di questi animali è molto variabile. Nel corso degli anni infatti, gli appassionati si sono dedicati alla selezione di Discus dai colori sempre più particolari e ricercati.

Tale processo ha avuto inizio partendo da esemplari selvatici e ha prodotto decine di diverse varietà d’allevamento: i colori di base del corpo variano in genere dal marrone scuro al blu, talvolta con riflessi verdi.

La particolarità fondamentale di questi pesci, per quel che riguarda la livrea, è la presenza sul corpo di zone striate dette «stress bar», o di aree maculate, dette «spotted», con pigmentazione gialla, nera o rossa.

In alcune varietà la presenza delle «stress bar» è permanente e sempre visibile; in altre invece, queste appaiono soltanto in situazione di forte stress e disagio.

In quest’ultimo caso quindi, possono essere utilizzate come una sorta di campanello d’allarme per quel che riguarda la salute e il benessere dei nostri pinnuti.

Symphysodon discus stress bar
Stress bar su giovane Discus (foto di Macco)

Alcuni Discus possono presentare poi dei piccoli puntini neri sul corpo, i cosiddetti «melanofori»: si tratta di cellule dell’epitelio specializzate nel far assumere al pesce una colorazione più scura a seconda delle condizioni in cui si trova, un po’ come le «stress bar».

Symphysodon-Discus-Pigeon-melanofori
Discus Pigeon con melanofori (Foto di JlPzeta )

Una piccola riflessione: i cambi di livrea servono anche a trasmettere messaggi tra i diversi individui.

In luce di ciò, l’assenza o attenuazione di questi sistemi di modifica della colorazione nelle selezioni prodotte dall’uomo, può creare problemi di comunicazione.

Questo comporta maggiore difficoltà nello stabilire le gerarchie o nel dare il via agli accoppiamenti, con tutti i problemi del caso.

banner

Habitat e temperature

La maggior parte dei Symphysodon presenti nei nostri acquari sono esemplari riprodotti in cattività.

In natura questo pesce abita le acque calme degli affluenti del Rio delle Amazzoni che attraversano Colombia, Perù e Brasile. Nella cartina in basso, possiamo osservare le aree più densamente popolate da questo ciclide.

distribuzione geografica discus
Distribuzione geografica Discus (Wiki commons)

In particolare questa specie colonizza le acque ferme o con bassa corrente; i fondali sono in genere ricoperti di sabbia oppure di foglie in decomposizione, con presenza di detriti di legno.

Le temperature, analizzate in 40 anni di esplorazioni di biotopi naturali da parte di Heiko Bleher e rilevate nelle aree occupate da diverse specie di Discus, variano tra i 23° e i 32°C.

Questi tuttavia sono da considerare valori limite: pensate a titolo di esempio che per la selezione Haraldi Blue-Brown la temperatura media, considerabile come «normalità», è intorno ai 28°C fino a raggiungere quasi i 29°C.

Indipendentemente dal valore specifico per ogni singola selezione, la temperatura parimenti con l’alimentazione, sono fattori molto importanti per la salute di questi animali.

Classificazione

Allevare Discus è una bella sfida, che parte già dalla scelta di che varietà inserire in acquario. Data la presenza di molti tipi di esemplari diversi, affrontiamo insieme la questione della loro classificazione.

I nostri amici Discus si dividono in due grandi categorie principali: wild e di allevamento.

Discus wild

I wild arrivano direttamente dal Rio delle Amazzoni e dai suoi affluenti.
Questo fiume, come ben sappiamo, presenta una importante portata d’acqua: si parla, alla foce, di quasi 200’000 m3/s per una lunghezza di circa 7000 km.

Le varie aree del fiume presentano caratteristiche peculiari in termini di tipo di acqua e della sua colorazione, che rendono possibile la suddivisione del corso idrico in tre aree:

  • Acque chiare: sono trasparenti, non hanno sedimenti e presentano pochissimi acidi umici. È presente abbondante e variegata flora sommersa, grazie al fatto che la luce solare riesce a penetrare in profondità.
  • Acque scure: sono acque color tè, con poca flora sommersa, ricche di acidi umici che vengono rilasciati dai numerosi detriti di legni e foglie depositati sul fondo.
  • Acque bianche: sono di colore tendente al bianco, dovuto ai numerosi sedimenti minerali in sospensione, che causano una visibilità veramente bassissima.

In queste acque troviamo i famosi Discus wild di cui tanti hanno sentito parlare.

Questi pesci si dividono sostanzialmente i 3 categorie: Symphysodon Discus Heckel (detti anche Heckel Discus), Symphysodon aequifasciatus Pellegrin (detti anche Discus verdi) e Symphysodon haraldi Schultz (detti anche Discus marroni e blu).

Vediamoli nel dettaglio

Heckel Discus

I loro biotopi di riferimento sono quasi esclusivamente quelli con acque scure; questo tipo di Discus presenta 9 bande, di cui 3 dominanti: quella sull’occhio, la quinta contando dalla testa (più larga e scura delle altre) e quella che passa sulla coda.

I parametri chimico-fisici delle aree dove depongono sono: pH< 5, EC< 10, temperatura circa 29°.

Discus verde

Questo Discus, sempre appartenente a biotopi d’acque scure, mostra sempre 9 bande colorate ma in questo caso la più scura è quasi sempre quella che attraversa l’occhio.

discus verde

Gli esemplari mostrano anche dei puntini rossi che possono variare soprattutto nel numero, ma talvolta anche nelle dimensioni.

La variazione di forma è un po’ difficile da osservare e spesso la sua modifica è essenzialmente legata a punti talvolta talmente vicini da sembrare delle strisce.

I puntini possono apparire solamente sulla pinna anale, talvolta solo sul corpo e in pochi casi sia sulle pinne che sul corpo.

Anche qui i parametri adatti alla deposizione sono pH circa 5,5; EC > 10; temperatura circa 28°.

Discus marrone e blu

Le 9 bande scure stavolta hanno larghezza quasi uguale; tuttavia ci sono esemplari con 14/15 bande, con alcuni animali che le presentano addirittura di dimensione irregolare e talvolta oblique.

Questa varietà comprende per lo più esemplari di zone con acque chiare; nei luoghi di deposizione troviamo pH > 6, EC > 30, temperatura circa 28°.

Discus di allevamento

Torniamo ora all’altra macro-categoria, ovvero i Discus d’allevamento.

È opinione di molti ritenere che i Discus d’allevamento siano esigenti come i wild, in realtà secondo l’esperienza personale maturata nel corso del tempo, non è sempre così.

Ormai da parecchie generazioni i Discus vengono allevati e riprodotti in acque con condizioni differenti da quelle che siamo abituati ad associare a questo ciclide. Ci sono allevamenti che sconsigliano addirittura di scendere troppo con le durezze e di allevarli a pH 7-7,5.

Ogni farm ha i suoi valori e i suoi metodi d’allevamento, quindi è bene informarsi su come sono stati cresciuti e allevati i pesci che si stanno acquistando, per cercare di riprodurre dei valori simili nella propria vasca.

Allevare Discus: una stimolante sfida

Passiamo ora a parlare di come è possibile allevare Discus nelle nostre vasche, quali sono le loro esigenze, gli allestimenti migliori e come scegliere gli esemplari.

Dimensioni della vasca

Come abbiamo già detto, il Discus è un pesce da banco che raggiunge notevoli dimensioni; questi due aspetti rendono il Discus un animale che necessita di una vasca con precise caratteristiche.

Si consiglia di scegliere sempre vasche di non meno di 120 cm di lunghezza, con un litraggio dai 250 litri a salire.

Sono vasche sicuramente “importanti” ma permettono di tenere un buon numero di esemplari (in genere non meno di 6), così da diminuire l’aggressività intraspecifica.

Valori dell’acqua

Su questo tema è bene distinguere il caso dei Discus wild rispetto a quelli provenienti da selezione “umana”.

Nella tabella seguente sono indicati i valori di allevamento di entrambi, per rendere più facile il confronto.

parametri discus wild-allevamento
Tabella 1: parametri Discus wild-allevamento

Nel caso dei wild si nota che i valori sono abbastanza “estremi” sebbene non impossibili da realizzare.

Le gestioni OTRAC (in cui si raggiungono pH molto bassi grazie all’uso di sola acqua osmotica) sono pertanto l’ideale, anche se possono risultare complicate e non idonee a una prima esperienza.

Per i Discus di allevamento il discorso è differente, dato che si cerca di riprodurre i valori delle vasche in cui sono stati fatti crescere.

Siccome ogni allevamento ha i propri parametri, il suggerimento migliore è informarsi al momento dell’acquisto.

Specifico quindi che in questo caso i valori indicati in tabella sono solo indicativi.

Per farvi capire l’importanza del parlare con l’allevatore del tema dei valori da riprodurre in vasca, vi portiamo l’esempio di un noto allevatore tedesco.

Costui ha dichiarato in passato di avere allevato i propri animali in acque con conducibilità sopra gli 800 μs/cm e non avere riscontrato il minimo sintomo di stress. Dato questo esempio estremo, è dunque facile immaginare l’importanza di replicare correttamente i valori dell’allevatore nel proprio acquario.

Un discorso a parte: la temperatura

Nella tabella 1 c’è una grande assente, ovvero la temperatura; la mancanza è voluta, perché questo è un parametro che merita due parole a sé.

Il range di riferimento per l’allevamento in vasca è generalmente molto ampio, dato che va dai 26° ai 30°C.

Un valore appropriato, secondo le esperienze di molti utenti di Acquariofilia Facile che allevano Discus, è tenerli sui 27°- 28°C, così da mantenere un discreto equilibrio tra flora e fauna (questo ovviamente se si decide di piantumare la vasca).

La temperatura è un valore molto importante da monitorare, dato che più è alta e più il metabolismo dei pesci accelera.

Questa correlazione ci interessa sia per potenziare l’accrescimento dei Discus molto giovani, sia come supporto per eventuali cure: più è veloce il metabolismo, più il medicinale è efficace.

È un fattore cruciale anche in fase di acclimatazione post acquisto, quando stiamo inserendo i nostri amici in vasca.

Va infatti tenuta monitorata poiché sbalzi troppo repentini causano molto stress che, sommato a quello del trasporto e del cambio di vasca, possono creare problemi di isolamento o sviluppo di malattie.

La regola aurea da seguire è quindi di effettuare un inserimento molto lento e graduale.

Tipi di allestimento

Su questo fronte esistono scuole di pensiero differenti; possiamo dire che in linea generale esistono 3 categorie di riferimento.

Zero allestimento

Queste vasche non presentano nessun tipo di arredo, risultando molto comode per la pulizia del fondo e per i cambi d’acqua, ma necessitano di una buona filtrazione e cambi frequenti.

Sono in genere usate come vasche di accrescimento, dove si arriva a dare 7-8 volte al giorno il cibo ai pesci.

Allestimento con zero flora

Generalmente composte da un fondo di sabbia e molte radici, presentano per questo motivo acque non limpide a causa del rilascio di tannini; inoltre al loro interno vengono spesso sfruttate pietre a fine decorativo.

Anche in questo caso viene richiesta una buon filtrazione e cambi più o meno frequenti.

Plantacquario

Questo è l’allestimento che consigliamo più di tutti.

In questi acquari è prevista la presenza di radici, pietre e piante; queste ultime in particolare sono un valido aiuto nella filtrazione, aiutando a diradare la frequenza dei cambi, creando in aggiunta zone di riparo che rassicurano gli ospiti.

plantacquario con Discus

Le piante tra cui scegliere sono limitate a causa delle alte temperature di allevamento; alcuni esempi, corredati di foto e autore dello scatto (scelto tra le foto degli utenti del forum), li trovate nella tabella in calce all’articolo.

Alcune accortezze per il layout della vasca

Qualsiasi sia l’allestimento che deciderete di attuare, prestate attenzione ai fattori che vi andremo a illustrare di seguito.

Legni o radici

Le radici scelte non dovranno essere taglienti né avere parti appuntite. Ricordiamoci infatti che quando i Discus scattano, sono molto veloci e potrebbero ferirsi nell’urtare arredi non arrotondati.

Pietre

Verificate sempre che non siano calcaree, perché in questo caso correte il rischio di alzare molto le durezze, rendendo molto difficile la gestione dei valori della vasca. Inoltre vale quanto detto prima per i legni: è importante che non siano troppo taglienti.

Fondo

Dovrebbe essere non affilato, non calcareo, di colore possibilmente chiaro e basato essenzialmente su sabbia fine.

Questo perché i Discus hanno la peculiare abitudine di soffiare sul fondo per mangiare, e con un fondo troppo grossolano non riuscirebbero a mettere in atto correttamente il proprio comportamento alimentare.

La faccenda del colore chiaro serve invece per facilitare l’individuazione dei granuli sul fondo: se il granulare è dello stesso colore del fondo, i pesci faranno più fatica a individuare il cibo.

Se decidete di usare la sabbia fine, prestate attenzione a non creare uno strato eccessivo (state sui 4-5cm), per evitare le temutissime zone anossiche. Nel caso in cui, per qualche motivo, ci sia la necessità di aumentare lo spessore del fondo, basterà creare dei sacchetti usando dei collant, da riempire con del lapillo lavato benissimo o dei cannolicchi.

Ricordate poi di non occupare tutta la superficie del fondo inserendo troppi arredi, in modo da consentire loro di soffiare sulla sabbia per sollevare il cibo senza avere ostacoli.

Il capo sono io!

I Discus sono rigorosamente pesci da banco, ecco perché consigliavamo in precedenza di creare almeno un gruppo di 6 esemplari.

Al contrario di quanto generalmente si crede però non sono così pacifici come sembrano. Hanno un sistema gerarchico che vede un esemplare nei panni di capo che organizza i suoi sottoposti.

Questo comportamento sociale li rende definibili come mansueti se confrontati con altri ciclidi, ma capaci di creare scompiglio o ferirsi nel caso di lotte per i territori. In particolare il periodo peggiore è quello legato alla riproduzione.

La scelta dei pesci

Allestita al meglio la vasca, verificati i valori, valutato il numero di esemplari da inserire, giunge il momento tanto atteso: la scelta degli ospiti!

Come possiamo cercare di sceglierli al meglio?

In linea generale è bene assicurarsi, possibilmente di persona, che i Discus siano sani. Se è possibile acquistateli tutti dallo stesso allevamento: mescolare Discus di diversi allevamenti può in alcuni casi portare lo sviluppo di patologie, la più comune delle quali è il «cross batterico».

Attenti anche all’età degli individui: Discus molto piccoli (sui 3 – 4 mesi) per crescere correttamente hanno bisogno di mangiare 7-8 volte il giorno e di avere un’acqua molto pulita.

Ciò implica filtraggi, sifonature e cambi d’acqua ricorrenti, cosa che potrebbe far diventare la gestione alquanto stressante e causando, nonostante tutto il vostro impegno, un ritardo di crescita.

Il consiglio per un neofita è quindi di prendere esemplari già adulti (8-9 mesi di età), che abbiano già passato le fasi di accrescimento più delicate.

Coinquilini

Come coinquilini per i nostri Discus vanno bene pesci non troppo iperattivi e che vivono in acque più calde della media.

Esempi in questo senso sono:

Talvolta vengono consigliati anche altri pesci come compagni di vasca, a nostro avviso però non sempre in modo corretto.
Spesso per esempio vengono proposti i Paracheirodon innesi, che però mal sopportano l’acqua calda e quindi non sono idonei per queste vasche.

Un altro abbinamento tra i più gettonati è quello con i Corydoras, che sconsigliamo per 3 motivi:

  • Mal sopportano le temperature alte.
  • Mangiano sul fondo, disturbando quindi il particolare metodo di alimentazione dei Discus.
  • Problemi con gli avanzi: i Discus mangiano spesso e qualcosa ogni volta viene lasciata a fondo vasca. Tutto questo surplus verrebbe mangiato dai corydoras che rischierebbero di ammalarsi per eccesso di cibo.

A tavola!

Una volta acquistati i vostri pesci, dovete procedere ad alimentarli; per nutrire i Discus si consiglia di sfruttare vari tipi di cibo, in particolare:

  • Granulare a base proteica (da bagnare in acqua prima di somministrarlo ai pesci).
  • Cibo a base vegetale (spesso non molto gradito ma le fibre servono anche a questi pesci).
  • Liofilizzati e congelati* come artemia o chironomus.
  • Pastone e cibo vivo.

*Il congelato va conservato sempre correttamente e fatto ben scongelare prima della somministrazione

Per le quantità consigliamo sempre piccole dosi fornite più volte al giorno, in modo che vengano mangiate interamente in 3/5 minuti.

Per i Discus adulti si somministra cibo in genere 3 volte al giorno, con la presenza di un giorno alla settimana di digiuno.

Nei Discus in accrescimento ci si aggira tra le 4 o 5 somministrazioni al giorno, arrivando talvolta fino a un massimo di 7/8 somministrazioni giornaliere senza il giorno di digiuno.

Ponete attenzione in quest’ultimo caso a mantenere idonea la qualità dell’acqua, che tende a sporcarsi tanto.

Concludendo quindi:

– Decidendo di allevare i Discus wild dobbiamo assicurarci di riprodurre un ambiente il più fedele possibile ai fiumi da dove sono stati pescati, e considerare il fatto che come pesci sono più delicati dei selezionati.

– Se si opta invece per ospitare Discus di allevamento, dato che non sono pesci troppo esigenti, assicuratevi di rispettare i punti principali elencati nell’articolo relativamente a vasca e valori, non dovreste avere grandi difficoltà.

– Mantenete dei valori stabili, assicurando cibo idoneo e spazio, cose che renderanno la nostra e la loro vita molto più facile.

Per richieste di informazioni o per condividere le vostre esperienze con noi, iscrivetevi gratuitamente sul forum Acquariofilia Facile

Appendice

Piante compatibili a un plantacquario per Discus:

Ninphea (@Pisu)

Ninphea

  • Ludwigia, meglio se var. repens (@Vinjazz)

ludwigia

echinodorus

cabomba

 

rotala

  • Crinum (@revvoshots)

crinum

  • Vallisneria (@markfree)

vallisneria

anubias

  • Hydrocotile verticellata (@revvoshots)

hydrocotile

  • Microsorum (@Marcov)

microsorum

limonophila

  • Hygrophila 
Hygrophila difformis
Hygrophila difformis
banner
Articolo precedentePMDD con prodotti agricoli: i microelementi
Articolo successivo300 litri dopo il pitstop