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Condividiamo con voi l’esperienza della riproduzione degli Ancistrus, i simpatici pesci da fondo sud-americani.


Gli Ancistrus sono pesci dall’aspetto particolare (poco attraente, per qualcuno) e di facile allevamento.
Convivono benissimo negli acquari di comunità, raggiungendo una taglia di 10/12 cm al massimo.

Non particolarmente difficile la riproduzione, se si dispone di una coppia affiatata, precedentemente formatasi da un gruppo, oppure acquistata come tale.
A tale scopo, voglio raccontare la mia esperienza di riproduzione di questo pesce, avvenuta solo per pura fortuna.

Nel dicembre 2007, acquistai due esemplari di Ancistrus lunghi 3 cm.
Con il passare dei mesi ne notai il dimorfismo sessuale: il maschio si differenzia dalla femmina perché presenta dei tubercoli sul muso, quasi fosse una barba.

Ancistrus maschio
Ancistrus maschio

Ritenendomi fortunato, aspettai con molta pazienza la loro riproduzione, che avvenne venti mesi dopo.

Ancistrus femmina
Ancistrus femmina

Il tutto mi si presentò come una catastrofe!

Un giorno, mentre osservavo le piante, cominciai a notare che le foglie dei miei Echinodorus venivano letteralmente mangiate, inducendone alla morte una in particolare (var. “El Diablo”); fu così che cominciai ad osservare, con luci soffuse, cosa accadeva durante le ore notturne.

Echinodorus

Non credevo ai miei occhi!
La causa, come supponevo, era proprio l’Ancistrus femmina… ma la cosa che mi stupì maggiormente fu il cambiamento di livrea della femmina, tanto da supporre un inizio di attacco batterico.
Si presentava, infatti, con delle chiazze più chiare mai viste in precedenza.

Ancistrus colore

Dopo varie consultazioni con diversi amici, uno di loro confermò lo strano evento.
Negli anni precedenti li aveva riprodotti, ed era accaduto lo stesso evento: prima di riprodursi, la femmina cominciò a mangiare le foglie delle piante presenti in vasca.

Si suppone che ne tragga “sostanze stimolanti” per la deposizione delle uova.
Intanto, altri acquariofili mi segnalarono di non aver mai avuto tale esperienza, ma solo il cambio di livrea in alcuni casi.

La deposizione avviene nelle cavità già presenti, oppure create da loro stessi; ad esempio, scavando sotto una radice, o utilizzando oggetti ornamentali da noi inseriti.
Può capitare, come nel mio caso, che un’anfora venga scelta come rifugio per la riproduzione, anche se non sempre tali oggetti vengono accettati.

Uova di Ancistrus

Come da illustrazione, le deposizioni avvenivano all’interno dell’anfora, con cadenza quasi bimestrale.

Il maschio, dopo aver accettato la femmina, la guida all’interno del rifugio. Le uova vengono solitamente deposte formando un grappolo.

Uova di Ancistrus

Dopo la deposizione e la fecondazione, la femmina viene allontanata; sarà il maschio che provvederà a difendere le uova, per i prossimi 5/6 giorni.

Controllerà, nell’area circostante, la presenza di eventuali intrusi, proteggendo il grappolo con le sue grandi pinne.
Nel mio caso, accadeva anche quando mi accingevo, curioso, a guardare con una torcia elettrica.
Tale atteggiamento protettivo continua finché gli avannotti non abbandonano il rifugio.

Al raggiungimento della 3° generazione, avevo tentato varie tecniche di allevamento.
Tra queste, una si dimostrò la più idonea e redditizia, perché mi permise di avere 70/80 avannotti.

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Consiste nel togliere al maschio le uova, scuotendo la cavità di deposizione per farle uscire.
Sono stato agevolato, ovviamente, dalla posizione del nascondiglio all’interno dell’anfora.
Poi si introduce una vaschetta di plastica, che verrà gestita dal filtro dell’acquario.

Sui due lati della vaschetta, ho provveduto a fare due tagli di un centimetro.
Queste fessure mi hanno consentito di collocarla in superficie, con due bacchette.

Vaschetta di plastica

Ho praticato anche dei fori sulla parte bassa, per far circolare l’acqua.
Il tubo per aeratori, che si vede in questa foto…

Vaschetta bucata

…è collegato direttamente con l’uscita del filtro.
L’acqua, appena filtrata, viene immessa all’interno della vaschetta, facendo uscire quella sottostante attraverso i fori.

All’interno del contenitore va collocato un retino, opportunamente sagomato, con le uova al suo interno.

Raccolta uova per riproduzione Ancistrus

Mentre l’acqua defluisce nel contenitore, il grappolo di uova viene leggermente “centrifugato” dalla corrente, sciogliendo quello strato che le rende appiccicose.
Nei giorni successivi, ogni singolo avannotto sarà libero di vagare nel retino.

Quando il grappolo si sarà diviso, provvederemo alla loro liberazione all’interno della vaschetta, dove non c’è rischio per la loro incolumità.
Oppure li possiamo accogliere all’interno del retino, per il trascorrere dei primi 5 giorni, affinché venga assorbito tutto il sacco vitellino.
Durante questo periodo stentano comunque a muoversi, anche perché gli viene fornita acqua ben ossigenata.

Ancistrus appena nati

Il loro accrescimento non si presenta complesso.
Nei primi due giorni somministriamo tuorlo d’uovo sodo, finemente sbriciolato. Nei successivi si possono alimentare con cibi in fiocchi di origine vegetale.
In seguito non sarà più necessario nemmeno lo sminuzzamento, a quel punto si potrà sostituire con cibo in compresse specifico per Loricaridi.

Queste pastiglie scendono rapidamente sul fondo e vengono subito “aggredite” dagli Ancistrus, che escono dai loro nascondigli per rosicchiarle con energia; in alternativa si possono somministrare anche alcune verdure: cavoli, patate, zucchine ecc… ma questo riguarda gli esemplari adulti, che non rientrano negli argomenti di questo articolo.

Conclusioni

Di notevole importanza è la presenza di legni di torbiera, che ben presto vengono visitati e rosicchiati dai giovani Siluriformi.
Oltre a creare nascondigli, risultano importanti per i processi digestivi.

Ogni allevatore di Ancistrus sa che i legni, in acquario, col tempo si riducono di volume, sino ad diventare visibilmente consumati.
Dovranno quindi essere sostituiti, per favorire il benessere dei Loricaridi.

Sarebbe preferibile utilizzare una pompa di circolazione piuttosto potente, per creare un forte movimento d’acqua.
Questo renderebbe il loro ambiente più simile a quello naturale, visto che generalmente vivono in acque mosse.
In realtà, non è così indispensabile.
I miei esemplari, nati e cresciuti in una vasca ben piantumata, sembrano essersela passata altrettanto bene.

Vi aspetto sul nostro forum Acquariofilia Facile per raccontarci la vostra esperienza. Vi invito anche a guardare le bellissime foto di Robertina sulla sua riproduzione.

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