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PMDD base

Il PMDD è un metodo che presenta diversi vantaggi: in particolare aiuta a capire le esigenze delle piante e permette di integrare solo ciò che serve.

Non esiste un dosaggio prestabilito, né una frequenza di fertilizzazione prefissata.
La conoscenza del proprio acquario, dei processi biologici che vi avvengono e i cambiamenti delle piante sono gli indicatori che vengono utilizzati per capire cosa somministrare, in che quantità e quando.

In questo modo si evitano gli eccessi e viene meno la necessità dei cambi d’acqua programmati (necessari se si segue una fertilizzazione standardizzata). Inoltre, fertilizzando solo se e quando necessario e utilizzando prodotti da giardinaggio, si ha anche un notevole risparmio economico.

Questo metodo di fertilizzazione richiede un approccio diverso rispetto alla «mentalità da bugiardino»: una volta alla settimana introduci tot di questo e tot di quest’altro; una volta al mese versa questa quantità; dopo ogni fertilizzazione cambia tot acqua…

Bugiardino

Questa noiosa premessa è necessaria per capire come sia possibile che la parte dell’articolo che viene più facilmente fraintesa sia quella relativa al dosaggio.

A questo proposito, l’articolo recita:

Paragrafo Dosaggi dell'articolo sul PMDD Purtroppo, con il tempo, abbiamo notato che questa parte venga spesso male interpretata.
In particolare, pare che venga sottovalutata la parte che dice:

«di capienza diversa o con piantumazione diversa».

E molti sembrano saltare soprattutto la parte che cita:

«non esiste un dosaggio standard. Bisogna regolarsi con le risposte delle piante».

Questo atteggiamento si è frequentemente rivelato fonte di diversi errori.

Abbiamo notato la tendenza ad esagerare con le somministrazioni di rinverdente e di nitrato di potassio; per contro, si osserva una certa avarizia con i dosaggi di magnesio.

La somministrazione di ferro chelato con EDDHA (l’uso del flacone di cifo S5 radicale o di prodotti simili) non presenta solitamente problemi, visto che viene dosato con il trucco dell’arrossamento.
Gli unici e rari problemi rilevati con il ferro sono dovuti all’uso di chelati di ferro diversi da quello consigliato, con i quali il trucco dell’arrossamento non funziona.


Considerazioni sulla dose iniziale

La dose consigliata «per iniziare» può andare bene per acquari stabili, riccamente piantumati, con molte piante rapide, luce piuttosto forte ed erogazione di CO2, magari anche con una carenza pregressa.
In questo caso il primo forte dosaggio consente di recuperare in fretta le piante rapide in difficoltà.

Tuttavia, molti neofiti accedono al forum con un acquario in tutt’altre condizioni: illuminazione di serie, due Microsorum, una Anubias, niente CO2

Acquario di un neofita, con pochissime piante
Un’immagine vale più di mille parole…

Ovviamente, la fertilizzazione consigliata per un acquario con piante rapide, che coprono circa il 70% del fondo, con quasi 1W/L di illuminazione e abbondante anidride carbonica, in un acquario come quello della foto finirà per… nutrire le alghe.

E un’infestazione algale è quanto di più demoralizzante ci sia per un neofita.

Che fare, dunque? Da una parte «non esiste un dosaggio standard», e non vorremmo consigliare dosi che vanno bene (forse) per un acquario e non per migliaia di altri; dall’altra gli utenti chiedono almeno una indicazione di massima, un’ordine di grandezza…

Abbiamo quindi deciso di riformulare la dose iniziale come segue, sempre per un acquario da 80-100 litri:

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  • 5 ml di soluzione di nitrato potassio
  • 5 ml di soluzione di solfato di magnesio
  • 1 ml di rinverdente liquido

Il druido Panoramix che prepara la sua magica pozione Come avrete sicuramente notato, in questa proposta le dosi di potassio e rinverdente sono molto più basse, mentre il magnesio è rimasto uguale.
Le motivazioni che ci hanno portato a questo aggiustamento sono le seguenti:

  • Dosi generalmente più basse sono intrinsecamente più prudenti: si fa sempre a tempo ad aggiungere in un secondo momento, anche osservando la risposta delle piante.
    Rimuovere una somministrazione che si rivela eccessiva per il nostro acquario potrebbe comportare, ad esempio, cambi d’acqua in maturazione, altamente sgraditi.
  • Il dosaggio iniziale di potassio dell’articolo originale è molto alto, e contribuisce ad alzare anche la conducibilità.

Paragrafo sul Potassio nell'articolo relativo al PMDD

Un dosaggio più basso consente di introdurre comunque gli elementi necessari, ma senza sovraccaricare il sistema.
Questo è particolarmente importante per gli acquari da poco avviati, con poche piante o  più lente.

  • Il dosaggio di magnesio rimane uguale; la dose iniziale di questo elemento era già al suo contempo piuttosto conservativa e per questo motivo è stato pensato di mantenerla.
Carenza di Magnesio
Carenza di Magnesio
  • Il rinverdente contiene oligoelementi e… la radice «oligo-» significa poco. Pochi dovranno quindi essere gli oligoelementi inseriti, considerando anche che il rinverdente è piuttosto concentrato.

Questo dosaggio basso consente di iniziare con una stessa dose per tutti gli allestimenti di acquari con piante: se l’acquario è poco piantumato la dose sarà sufficiente per diverso tempo; se l’acquario è particolarmente spinto aggiungeremo fertilizzanti successivamente, appena le piante lo segnaleranno.


Lo staff di Acquariofilia Facile comunque suggerisce nuovamente di iscriversi al forum, in modo da valutare insieme a tutti i membri della community il dosaggio più adatto per il vostro acquario.
Iniziare con il piede giusto, infatti, è sempre una buona cosa, specialmente se si tratta di iniziare ad usare il nostro metodo di fertilizzazione. Questo consentirà di evitare errori, sovradosaggi, errate interpretazioni e di iniziare fin da subito a godersi il proprio acquario con piante.


Dosaggi successivi

Qui viene la parte difficile, quella dove talvolta si arenano anche i guru del PMDD.

Quali dosaggi dovremo dare dopo il primo? In che quantità?

Purtroppo una risposta univoca non esiste, poiché moltissimi parametri influenzano l’assorbimento di nutrienti.
Ad esempio una variazione di pH, l’aumento di potenza o il cambio di tipologia di lampade (da CFL a LED…), una pianta che si sovrappone all’altra facendole ombra, il cambio di mangime… sono tutti elementi che possono influire sull’assorbimento e sulla disponibilità di nutrienti; e di conseguenza sui dosaggi per ripristinarli.

Ma noi crediamo che la situazione in realtà non sia poi così difficile da gestire…

Quantità e frequenza dei dosaggi successivi

Possiamo comunque dare delle indicazioni generali su quantità e frequenza.

Come quantità ci si può riferire alla dose iniziale ridotta presente nel paragrafo precedente, eventualmente adattandola leggermente alle esigenze.
Ad esempio, se vediamo che siamo frequentemente in carenza di magnesio, si potrebbe pensare di raddoppiare per una volta il dosaggio, per vedere se la situazione migliora e via via cercare di capire in base alle reazioni delle piante la dose giusta per il nostro acquario.

Taniche con elementi del PMDD
Taniche con elementi del PMDD

Come frequenza l’unico modo è guardare le piante, almeno inizialmente. Daremo una dose di fertilizzante quando le piante ne segnaleranno la carenza; con il tempo riusciremo ad anticipare queste carenze.

Altri suggerimenti utili ed errori comuni

  • Per osservare segnali di carenza o rientro degli stessi dopo una fertilizzazione, conviene guardare le parti nuove delle piante, specialmente se si tratta di piante rapide.
    Quasi certamente, un’Egeria segnalerà le carenze molto prima di un’Anubias; viceversa, l’Anubias impiegherà più tempo dell’Egeria a produrre nuove foglie sane.
  • Spesso le foglie danneggiate dalle carenze (ad esempio, da clorosi ferrica o da buchi dovuti a carenza di potassio) non guariscono, anzi: peggiorano e muoiono. Dunque conviene guardare sempre le foglie più giovani, come detto poco sopra, per gestire la fertilizzazione.
    Alcuni infatti sono stati tratti in inganno: osservando che le foglie vecchie non guarivano, dosavano ulteriore fertilizzante, creando addirittura degli eccessi.
  • Gli eccessi possono essere molto dannosi, forse anche più delle carenze. È sempre bene cercare di evitare sovradosaggi.
    Nel caso particolare in cui si rilevasse una carenza nonostante la somministrazione di quell’elemento ritenuto carente, probabilmente stiamo assistendo ad un eccesso proprio di quell’elemento ritenuto carente; oppure manca un altro elemento che impedisce l’assorbimento del primo. A tal propsito suggeriamo la lettura di questo nostro interessante articolo: La Legge di Liebig. È buona norma non «fissarsi» su un solo elemento, ma considerare tutto il «sistema acquario».
  • Tenere un diario di fertilizzazione può essere utilissimo per ricordare la fertilizzazione effettuata.
    Potersi ricordare dosi e tempi di somministrazione dei vari elementi permette di ricostruire le esigenze delle piante dell’acquario ed è un buon passo verso la fertilizzazione in autonomia.

Per quanto riguarda, infine, i dosaggi di rinverdente successivi al primo, resta valido quanto scritto nell’articolo originale:

Indicazioni sull'uso del Riverdente nell'articolo relativo al PMDD

Le alghe in questione sono le cosiddette GDA, alle quali è dedicata questa pagina.

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