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Azoto, fosfati, CO2

D.  Ritieni che, negli acquari fortemente piantumati, i fertilizzanti contenenti azoto in sola forma di nitrati siano più efficaci di quelli contenenti più forme di azoto (cioè azoto nitrico, ammoniacale ed ureico)?

R. Uso prevalentemente KNO3. Non ho notato che l’aggiunta di NH4 [ammonio] sia utile, anzi: può dare problemi a molti acquariofili. L’NH4 funziona bene nel terreno, legandosi all’argilla; non funziona altrettanto bene nella colonna d’acqua.

D. Non ho mai letto nessuna riflessione da parte tua sugli NO3 [nitrati]: come mai?

R. Molti acquariofili dicevano che bisognava tenerli bassi, a circa 5 mg/L, per il benessere dei pesci; altri, invece, sovradosavano. Furono questi ultimi a notare che alcune specie di piante crescevano meglio con i nitrati a 10-20 mg/L.

D. Ritieni che quello sia il livello corretto? O meglio: possiamo dire che per alcune specie – ad esempio l’Egeria – questi valori siano addirittura limitanti? Ci sono piante che «funzionano meglio» con i nitrati bassi? Secondo alcuni per avere le piante rosse non bisogna superare i 10 mg/L di nitrati; io stesso ho riscontrato questa cosa il Phyllanthus, ma forse è stata una coincidenza…

Tom Barr

R. Non so… Alcune piante sembrano stare meglio con pochi nutrienti nell’acqua ma con un fondo ricco di sedimenti; ma si tratta di poche varietà (20-30 specie), alle altre non importa.
Ma 10 mg/L o più vanno bene: ho delle piante veramente molto rosse a concentrazioni più alte di NO3. Qualche acquariofilo sosteneva che alcune specie si bloccano a livelli di nitrati più elevati.

Resta valida la legge di Liebig: se limitiamo un nutriente, questo ridurrà a sua volta la richiesta di CO2. Se lo aggiungiamo, la CO2 diverrà il fattore limitante e vedremo gli apici bloccati. Lo stesso vale a maggior ragione per il potassio e per gli altri fertilizzanti.
Ci sono molti altri fattori responsabili di una buona crescita e di un bel colore rosso che non hanno niente a che fare con la concentrazione di NO3.

D. Credo di aver letto su un forum che di solito tieni i fosfati a 4 mg/L e oltre, giusto?

R. Tengo i PO43- [fosfati] a circa 3-5 mg/L.

D. Sei forse stato il primo a gridare al mondo che i PO43- servono e che con essi le piante crescono meglio.

R. Non ho scoperto io i fosfati, nè che favoriscono la crescita [delle piante] negli acquari.
È stato Steve Dixon a proporre quell’ipotesi; io solo ho messo a disposizione il mio acquario e ho verificato la sua ipotesi.

Tom Barr

L’acqua di rubinetto di Steve non aveva fosfati rilevabili mentre la mia ne era ricca; ne abbiamo approfittato.
Nell’acqua di rubinetto i fosfati erano circa 1,1 mg/L, mentre in acquario erano tra 0 e 0,2 mg/L; le piante prosperavano e non c’erano alghe.
Quindi [Steve] è tornato a casa e ha somministrato KH2PO4: il suo acquario ha risposto come il mio.

A quel punto concordammo su un punto: l’ipotesi che i fosfati oltre gli 0,2 mg/L causino le alghe negli acquari piantumati era errata. Le alghe sono dovute ad altre cause.

Suppongo che quello dei fosfati come causa delle alghe fosse il mito più grande dell’acquariofilia; in effetti, la maggior parte delle ricerche più datate sembravano sostenerlo.
Tuttavia, le nuove ricerche suggeriscono che, nei laghi naturali e negli stagni dove sono presenti piante, non c’è alcuna relazione tra i fosfati e le alghe.

D. Eppure… in un forum ti hanno indicato una ricerca scientifica che affermava il contrario. La tua risposta fu chiara e concisa: un acquario non è un lago.
Condivido: quale lago ha 30 mg/L di CO2? O fertilizzanti bilanciati? È un paragone improponibile.

R. Effettivamente qualche ricerca può indicare il contrario [di quello che affermo]; ma potrebbe anche essere basata su ipotesi di partenza non corrette. Bisogna leggere attentamente le ricerche prima di stabilire che si applichino al caso in questione e che supportino quel che si sta affermando.

Tom Barr

L’Università della Florida svolge la maggior parte delle sue ricerche sulle piante acquatiche per verificare il controllo delle piante infestanti; e lo fa nei 4700 laghi che hanno un’estensione superiore ai quattro ettari presenti in Florida.

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La concentrazione di CO2 può variare da 5 mg/L a 30-40 mg/L in primavera; inoltre i laghi più grandi possono avere una gran quantità di CO2 come conseguenza dell’enorme biomassa delle piante.

I fertilizzanti possono essere nella colonna d’acqua o nei sedimenti sul fondo.

D. In alcune circostanze determinare la CO2 negli acquari con erogazione artificiale è un po’ complicato. Ad esempio le tabelle non funzionano bene in presenza di torba, foglie, legni ecc… Quale metodo utilizzi e quale, secondo te, può funzionare meglio nella maggior parte dei casi? Infine: qual è invece il livello medio di CO2 in acquari senza erogazione, se lo ha mai misurato?

R. Nel caso di tannini, torba eccetera si può fare un corposo cambio d’acqua; dopodiché si misura il valore della CO2. Si imposta l’erogazione si rimettono in acqua tannini e torba. Fino a quando l’erogazione della CO2 è stabile, dovrebbe esserlo anche la sua concentrazione in acqua, a prescindere dal pH o dal KH.


Nota

In acquari con pesci non ancora inseriti questo è, probabilmente, il miglior modo per valutare l’erogazione di CO2 perché nell’acqua non ci sono acidificanti che possano falsarne la rilevazione. Come spiega Paky nel suo articolo su CO2 e carbonati, per abbassare il pH di un punto occorrerà sempre la stessa quantità di CO2, a prescindere dal KH. Tuttavia, i nostri ospiti pinnuti non saranno contenti di questo repentino e importante cambio d’acqua. 


Tom Barr

Si può anche usare un metodo che mette in relazione CO2 e pH: il calo di 1 punto di pH equivale a circa 30 mg/L; il calo di 1,2 punti di pH equivale a circa 45 mg/L e così via.


Nota

Anche in questo caso è necessario fare attenzione: se abbiamo del materiale calcareo in acquario e non lo sappiamo, corriamo il rischio di intossicare i pesci con la CO2. Infatti, più abbassiamo il pH, più i materiali calcarei rilasceranno agenti alcalinizzanti facendo alzare le durezze. Se insistiamo con l’erogazione di CO2 per abbassare il pH, rischiamo di avvelenare i pesci.


Oppure si possono fare corposi cambi d’acqua con acqua d’osmosi o demineralizzata e aggiungere bicarbonato di sodio per avere, ad esempio, un KH pari a 1. Ci sono anche altri metodi.

La concentrazione di CO2 in acquari senza erogazione artificiale varia molto e, in base all’ora del giorno, può andare da 8-10 mg/L a 0.

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