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Formule e simboli chimici

Tra gli acquariofili si parla spesso di nitrati, fosfati, anidride carbonica, sali di ferro, di potassio… ma quando i nomi vengono scritti in forma di simboli, o addirittura di formule chimiche, spesso si ha la sensazione che la gente si limiti… a pigiare pulsanti sulla tastiera, senza avere alcuna comprensione di ciò che sta scrivendo.

Non ditemi che non v’è mai capitato di leggere “co2″… tanto per fare un esempio.

Ho sempre trovato incomprensibile questa… come potremmo chiamarla?… “Esibizione di superficialità”?… “Sfoggio di incompetenza”?…
Chi scrive, non solo si espone ad una brutta figura, ma crea anche un certo fastidio in chi legge.
Come se la pressione di un tasto in più, per generare una maiuscola, fosse uno sforzo inaccettabile.

Eppure, la Tavola Periodica degli Elementi è così famosa da indurre la gente a comportamenti un po’ bizzarri, come quello illustrato qui sotto:

Tavola periodica
(clicca per ingrandire)

Un mio professore, ai tempi della Scuola Media, considerava quella tabella come l’opera di un genio…
Stiamo parlando di Dmitrij Mendeleev, il chimico russo che vedete raffigurato nella prossima immagine, insieme alla sua “creatura” ancora in fase di sviluppo.

Mendeleev e Tavola Periodica
Mendeleev e la tavola periodica

Nonostante l’insistenza di quel mio insegnante, impiegai qualche anno per capire la genialità di quest’uomo, perché ai suoi tempi (1869) di tabelle simili ne circolavano già parecchie.
Da oltre 100 anni, fin da Lavoisieur, gli scienziati cercavano un modo per organizzare e classificare gli elementi chimici; ma ogni tanto se ne scopriva uno nuovo che faceva saltare tutto.

L’intuizione di Mendeleev fu proprio quella di… lasciare degli spazi vuoti: 29, sugli attuali 92.
Quegli spazi richiesero parecchi decenni, prima di essere riempiti, ma quando accadde era già tutto pronto: non solo c’era un’organizzazione in cui collocarli, ma soprattutto si conoscevano già le caratteristiche principali che quei nuovi elementi avrebbero avuto.

Per citare l’esempio più estremo, Mendeleev riuscì a predire le peculiarità del tecnezio, scoperto 30 anni dopo la sua morte, a 4000 km di distanza da dove lui viveva, 68 anni dopo la pubblicazione della sua tavola.

Ma vediamola in modo più dettagliato, e cerchiamo di capirci qualcosa…

Dettaglio Tavola periodica
Nel riquadro ingrandito, ho isolato il carbonio ed il rame, per un esempio sui nomi e sui simboli.

Intanto, vediamo come i nomi per esteso siano riportati con le lettere minuscole, compresa l’iniziale, mentre il simbolo chimico è sempre una lettera maiuscola.

Quando le lettere sono due, significa che c’è un altro elemento che ha la stessa lettera principale, quindi bisogna ricorrere ad un secondo carattere; in questo caso, la lettera aggiuntiva è sempre minuscola.

Il carbonio è pertanto rappresentato dalla sola lettera “C“, ma il rame (in Latino “cuprum“) non può avere un simbolo già utilizzato, pertanto si aggiunge quella “u” minuscola e diventa “Cu“.

Apice e pedice

Se atomi diversi si legano, a formare una molecola, bisogna indicarne anche il numero.
Ricordate, ad esempio, il carbonato di calcio nel capitolo precedente: CaCO3.
Quel “3”, in posizione di pedice, indica che ci sono tre atomi di ossigeno (O), insieme a uno di calcio e uno di carbonio. In teoria dovrebbe essere Ca1C1O3, ma per convenzione il numero 1 si omette.

Quando invece abbiamo a che fare con uno ione, ovvero una molecola con una o più cariche elettriche, positive o negative che siano, il simbolismo utilizza la posizione di apice.
In acquariofilia, i casi più comuni sono i nitriti (NO2), i nitrati (NO3) e i fosfati (PO43).
Un esempio di carica positiva lo abbiamo già visto nel capitolo sul pH: H3O+.

Non tutti i forum hanno le funzioni apice e pedice (…ma il nostro le ha!), quindi capisco che talvolta si debba accettare di veder scritto “CO2“.
Tuttavia, scrivere “no3” non è solo un errore tecnico; generalmente viene interpretato come un gesto di superficialità:
Chissenefrega di maiuscole e minuscole?… Tanto mi capiscono lo stesso!… Siamo sportivi.

Attenzione… non sto dicendo che sia realmente così; ma questa è la sensazione che si ha dall’altra parte.

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