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Regole di battitura

Questo capitolo può sembrare lunghissimo, ma è formato da una miriade di elenchi ed esempi, quindi risulterà piuttosto rapido da leggere.

Tutti noi, ai tempi della scuola, abbiamo imparato a scrivere con penne e matite.
In seguito, da adolescenti o da adulti, ci siamo ritrovati ad armeggiare con la tastiera di un computer… ma nessuno ci aveva mai spiegato nulla di dattilografia.

Le nostre conoscenze, sulle regole della scrittura stampata, vengono quasi sempre dalla lettura di libri, giornali, o altre fonti di riferimento, dove simboli e caratteri vengono collocati da esperti professionisti.
Quando però siamo noi a scrivere qualcosa, non sempre ci ricordiamo di certe regole. Possono quindi capitare situazioni come questa, comunissime sui forum:

Errore

Quel bruttissimo punto interrogativo (?) salta subito all’occhio, perché va a capo nella riga successiva; è dovuto allo spazio (che non dovrebbe esserci) tra lui e la parola precedente.
Tuttavia, poco prima, anche sui due punti (:) è stato lasciato quello spazio a sinistra; l’errore è solo meno visibile, perché in quel punto la frase non va a capo.

Cominciamo proprio da questi simboli tipografici molto frequenti, poi ne vedremo qualcuno meno comune… magari con qualche curiosità interessante.

  • Virgola……………….  ,

  • Punto e virgola……   
  • Due punti……………  :

Questi simboli si trovano sempre all’interno di un periodo, pertanto sono sempre seguiti da lettere minuscole (a parte i nomi propri).
Vanno sempre digitati senza spazi a sinistra, ma sempre con uno spazio a destra.

  • Punto fermo………………..  .
  • Punto interrogativo……… ?
  • Punto esclamativo………   !

Per questo secondo gruppo, le regole di battitura sono le stesse: lo spazio va dopo, non prima!
La differenza è che questi simboli concludono il periodo, pertanto seguirà sempre una maiuscola. Secondo le circostanze, è anche possibile che il testo vada a capo.

Per ora non stiamo proponendo esempi, perché il testo che state leggendo ne è pieno.
Da qui in avanti, cominceremo a vederne qualcuno.

  • Parentesi………………..  ( )
  • Virgolette………………..  “ ”   « »    ‘ ’  (italiane, francesi ed inglesi)

Questi simboli tipografici fanno parte del testo che racchiudono. Pertanto, gli spazi vanno sempre all’esterno, prima dell’apertura e dopo la chiusura.
All’interno (come in questo testo tra parentesi) non ci va nessuno spazio.

Nella comunicazione telematica, in luogo delle virgolette si accetta il simbolo del secondo (), relativo agli angoli geometrici; presso i popoli anglosassoni, lo stesso simbolo indica una misura in pollici.
Formalmente, il suo utilizzo non sarebbe corretto, anche perché non fa distinzione tra apertura e chiusura. Purtroppo è una scelta obbligata, per la mancaza dei simboli giusti sulle tastiere dei computer.
…Vediamo subito altri due casi simili.

  • Grado sessagesimale………..  °
  • Accento circonflesso………….  ^

Questi simboli, nati per tutt’altri scopi, vengono comunemente usati come indicatori ordinali, rispettivamente al maschile e al femminile:

In quell’anno, la McLaren ottenne il 1° posto, mentre la Ferrari arrivò 2^.

Con i simboli corretti, la stessa frase apparirebbe così:

In quell’anno, la McLaren ottenne il 1o posto, mentre la Ferrari arrivò 2a.

Gli indicatori ordinali, pertanto, dovrebbero essere la lettera “o” (per il maschile) e la lettera “a” (per il femminile) collocati in posizione di apice.
Purtroppo, soltanto poche piattaforme implementano le funzioni di apice e pedice; anche in questo caso, quindi, ci si arrangia con quello che si ha.

Come qualsiasi altro apice (o pedice), anche gli indicatori ordinali devono avere uno spazio a destra, quindi dopo, a meno che non ci sia un segno di punteggiatura come nella frase sulla Ferrari.
Nessuno spazio va mai messo a sinistra.

Passiamo ai casi più curiosi

  • Apostrofo……………..

Questo simbolo viene utilizzato in una miriade di situazioni, alcune delle quali sarebbero formalmente scorrette. Come nei casi precedenti, tuttavia, i limiti dell’informatica ci obbligano ad accettare alcune forme un po’… come dire?… Un po’ “creative”.

Nella sua funzione originale (D’accordo, salgo sull’albero e mangio un’arancia…), non deve avere nessuno spazio, né a destra né a sinistra.
In qualsiasi altro utilizzo, che vedremo di seguito, segue la regola di tutti gli apici: lo spazio va dopo e mai prima.

Lo stesso simbolo, nel liguaggio scientifico, indica l’unità di misura per i minuti primi angolari:

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Queste rette formano un angolo di 68° 32′ 28″ (68 gradi, 32 primi e 28 secondi)

Nella lingua italiana, può indicare alcuni casi di troncamento:

Sta’ tranquillo se sei innocente, ma fa’ in modo che ci credano almeno un po’.

Nelle forme dialettali, può capitare che una parola venga troncata all’inizio, oltre che alla fine:

Ma ‘ndo stai a ‘nnà?  (Ma dove stai andando?)

Passiamo ora agli utilizzi formalmente scorretti, ma che siamo spesso costretti ad accettare per motivi tecnici.

Talvolta, l’apostrofo viene usato per le parole tronche (citta’, trovo’, perche’…) e su questo si scatenano da sempre numerose contestazioni.
Alcuni computer, infatti, non dispongono di tastiera italiana con le lettere accentate; inoltre, su alcune piattaforme multilingua, oppure su alcuni browser, quei caratteri non vengono riconosciuti dal sistema, che li visualizza in modo incomprensibile.

Sì… d’accordo… qualsiasi problema tecnico si può sistemare…
Ma non possiamo costringere tutti ad imparare le codifiche ASCII, oppure a saper regolare il proprio charset, prima di fare una chiacchierata su un forum.
Di conseguenza, si accetta di buon grado l’uso improprio di un simbolo universale, presente in tutte le lingue occidentali e di conseguenza sulle tastiere.

Il caso più comune è la frase che inizia con il verbo essere, in terza persona, richiedendo una lettera maiuscola.

E’ nato sotto il segno del Sagittario.

Il codice ASCII Alt+0200 consentirebbe di scriverlo correttamente:

È nato sotto il segno del Sagittario.

Ma come dicevamo, è impensabile che la gente vada a consultare le tabelle ASCII, per scrivere un messaggio su un forum.

Un altro uso improprio, che si fa dell’apostrofo, è nella separazione delle migliaia.

Lo avremo ripetuto 100’000 volte!…

Anche qui… solito discorso: con un numero a 5 zeri, non c’è altro modo per renderlo più chiaro e leggibile.
Andiamo avanti…

  • Accento grave…………..  è
  • Accento acuto…………..  é

Quasi sempre, quegli accenti si “sentono” nella pronuncia della parola; fin da bambini ci hanno fatto l’esempio di pèsca e pésca.

Gli errori capitano quasi sempre sulle parole tronche, ovvero con l’accento sull’ultima sillaba.
Il trucco è che tutte le congiunzioni hanno l’accento acuto: finché, cosicché, poiché… ecc.
I nomi propri, al contrario, hanno sempre l’accento grave, come Mosè o Salomè.

Il caso più curioso riquarda ne e , perché si pronunciano allo stesso modo con la e chiusa.
Nella scrittura, l’accento indica una congiunzione:

Questo mese non c’è mai stata neve, pioggia, grandine.

Senza quell’accento, può essere un pronome o un avverbio di luogo:

Adesso no!… Ne discuteremo di persona quando ci vedremo, non per telefono.

Che labirinto!… Proprio non se ne esce..

Ed ora tenetevi forte, perché siamo arrivati ai…

  • Puntini di sospensione…………………. 

Come si evince dal nome, simulano nello scritto una sospensione nel parlato.
Nel linguaggio abituale, ci sono molti motivi per sospendere una frase, con pause che hanno un significato diverso rispetto al punto fermo, la virgola, o il punto e virgola.
Può trattarsi di un’allusione, un’esitazione, un imbarazzo, una conclusione sottintesa, ecc. ecc.

Non stiamo a fare decine di esempi, tanto li conosciamo tutti; mi soffermo solo su due per evidenziare una differenza significativa:

Mi dispiace dovertelo dire ma la tua malattia è grave.

Nel mezzo del cammin di nostra vita
E poi come continua?

La differenza è nell’uso della maiuscola, subito dopo quei tre puntini.
Nel primo caso, la frase va avanti da dove si era interrotta; potremmo sostituire la sospensione con una virgola, alterando il tono titubante ma non il significato:

Mi dispiace dovertelo dire, ma la tua malattia è grave.

Nel secondo, invece, l’opera di Dante viene interrotta dopo il primo verso, per poi continuare con una domanda diretta, del tutto estranea al componimento; siamo addirittura andati a capo.
Se ci mettessimo una virgola, la frase non avrebbe senso:

Nel mezzo del cammin di nostra vita, e poi come continua?

Questa è la differenza fondamentale, nell’uso della maiuscola. Ogni sospensione va interpretata di volta in volta.

Per quanto riguarda lo spazio, non è detto che vada sempre a destra dei tre puntini.
Talvolta, si trovano addirittura all’inizio della frase, indicando un riferimento a qualcosa scritto in precedenza.

Hai proprio ragione!
…Sono tutti fanatici, lì dentro.

Per quanto ne so, è l’unico caso della lingua italiana, in cui si inizia una frase con dei segni di punteggiatura.

Concludiamo con la Matematica

Gli operatori matematici li conosciamo tutti, fin dall’infanzia, non dovrebbero esserci dubbi sul segno di addizione (+) o su tutti gli altri.
Tuttavia, ci sono simboli che vengono usati sia nelle formule che nel testo, spesso impropriamente.
Iniziamo con il…

  • Simbolo di percentuale…………….  %

Va collocato come un segno di punteggiatura, ovvero senza spazio dal numero che lo precede, ma con uno spazio subito dopo.

Queste azioni sono calate del 5.8% rispetto a ieri.

Ora andiamo sul complicato…
Le divisioni si possono indicare con due simboli diversi:

  • Barra obliqua……………… 
  • Due punti……………………  :  

Nei calcoli, si preferisce usare la barra, per non creare confusione con la punteggiatura.
Immaginate di scrivere questa frase:

Devi fare la seguente divisione: 150:12.

È meglio evitare di ripetere quei due punti…
La frase risulta più chiara se la scriviamo così:

Devi fare la seguente divisione: 150/12.

Quando invece si indica un rapporto si usano i due punti, per motivi che non ho mai capito:

I televisori degli anni ’90 erano in formato 4:3.

Il mio motore ha un rapporto di compressione 17:1.

La barra obliqua non si usa solo in Matematica.
Talvolta divide i versi, in una poesia o nel testo di una canzone, ed è l’unico caso in cui richiede gli spazi, sia a destra che a sinistra:

Nessun dorma / nessun dorma
Tu pure o principessa / nella tua fredda stanza
guardi le stelle / che tremano d’amore / e di speranza

Viene usata anche per dividere eventuali alternative:

I passeggeri diretti a Bologna/Milano/Torino sono pregati di salire sul pullman.

Lo stesso simbolo viene usato per le date in formato numerico.

Pisa, 15/02/1564: nasce Galileo Galilei.

La barra non va mai usata per accostare due temini, formando un occasionale nome composto.
Ad esempio, è sbagliato scrivere:

A Strasburgo, c’è stato un vertice franco/tedesco.

A questo scopo va sempre usato il…

  • Trattino………….. 

Sappiamo tutti che indica il segno “meno” in Matematica, ma viene usato anche nei testi, proprio per formare parole composte.
L’esempio precedente va quindi scritto così:

A Strasburgo, c’è stato un vertice franco-tedesco.

In teoria, trattino e segno “meno” non sarebbero proprio uguali, ma nessuna tastiera prevede tale distinzione, qualunque sia la sua lingua-base (Toh!… Un altro esempio di trattino).

Altri casi potrebbero essere:

 Lino Ventura era un attore italo-francese.

Oggi inizia la conferenza Stato-Regioni.

…Ma soprattutto, il trattino viene usato per indicare degli intervalli o dei gruppi di numeri:

– Sono stato a Roma 4-5 volte.

– Morì nella guerra del ’15-’18.

– I Giorni della Merla sono 29-30-31 gennaio.

Come probabilmente avete notato il trattino non va mai abbinato a spazi, né prima, né dopo, proprio in virtù della sua funzione unificante.
Questa è la principale distinzione rispetto al “meno” delle formule matematiche, dove invece richiede uno spazio su entrambi i lati:

14 – 3 = 11

Prima di chiudere, voglio sottolineare ancora la differenza tra barra obliqua (/) e trattino (-), proprio perché il significato è opposto.
La barra si usa per separare e dividere, mentre il trattino si usa per collegare e unificare; è quindi concettualmente sbagliato usarli alla rovescio.

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