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Il magnesio è il quinto nutriente più richiesto dalle piante, dopo il carbonio (ovviamente), l’azoto, il potassio ed il calcio. Vediamo assieme come si manifesta la sua carenza o il suo eccesso.


Non sempre ha un’importanza fondamentale nella fertilizzazione, ma solo perché spesso è già contenuto nell’acqua di rubinetto, in parecchie zone d’Italia.
Questo non significa che sia superfluo, ma solo che la quantità somministrata può talvolta essere ridotta, rispetto ad altri elementi nutritivi.

Magnesio
Magnesio

Le piante sono formate da magnesio per circa lo 0.5% del loro peso secco, anche se con ampie oscillazioni tra una specie e l’altra.
Rientra pertanto nella categoria dei macronutrienti.

In natura, è il settimo elemento più abbondante, considerando anche gli oceani. Resta comunque l’ottavo se ci limitiamo alla sola terraferma.
Non è mai reperibile in forma metallica; lo troviamo solo nei suoi sali.
Per uso industriale, viene estratto prevalentemente dall’acqua di mare, per elettrolisi.

Chimica

Il magnesio è un metallo alcalino; il simbolo chimico è Mg.
Non deve essere confuso con Mn, il manganese, anch’esso presente nei fertilizzanti ma come oligoelemento.
Sulla Tavola Periodica è l’elemento numero 12.

Tavola periodica degli elementi

Ha un peso atomico di 24 u.m.a. e una struttura cristallina esagonale.

In forma metallica è piuttosto leggero, tanto da essere impiegato insieme all’alluminio, nelle leghe per impiego aerospaziale.
Si presenta con una caratteristica lucentezza grigio-argentea; molti di noi hanno avuto modo di tenerlo in mano ai tempi di scuola, senza nemmeno saperlo:

Temperini fatti di magnesio
Temperini fatti di magnesio

Biologia

Il magnesio è importantissimo, per la pianta, in quanto costituente fondamentale della clorofilla.
Quest’ultima è infatti formata da 5 elementi; quattro di essi sono quelli fondamentali per qualsiasi essere vivente: carbonio, idrogeno, ossigeno e azoto.
Il quinto è proprio il magnesio.

Si tratta soltanto della sua funzione più conosciuta, ma non l’unica.
Oltre questo, partecipa infatti alla sintesi degli acidi nucleici (DNA ed RNA).

Viene concentrato dalla pianta nelle parti più giovani e più alte, perché solitamente più esposte alla luce.
Durante la potatura, eliminiamo quindi le parti che ne sono più ricche, a meno di non eseguire la potatura “dal basso”, che consiste nel ripiantare le talee superiori eliminando la pianta madre.

Somministrazione

In acquario viene usato sottoforma di solfato, più raramente di carbonato.

  • Il solfato si presenta sottoforma di granuli cristallizzati, nell’aspetto è molto simile allo zucchero.
    Magnesio solfato
    Magnesio solfato

    È reperibile in farmacia con il nome di “Sale inglese” e viene venduto come lassativo.
    In tale forma è eptaidrato, ovvero contiene 7 molecole di acqua per ogni molecola di MgSO4.

    Bustina di sale inglese
    Bustina di sale inglese

    Questo lo rende estremamente solubile: se venisse introdotto nell’acquario in forma solida, si scioglierebbe quasi tutto prima di raggiungere il fondo.
    Per contro, nei nostri calcoli, dobbiamo considerare che è fatto di acqua per circa la metà del suo peso.
    Altera pochissimo il pH e apporta un significativo contenuto di zolfo, altro macronutriente.
    Per questo motivo è da sempre utilizzato come fertilizzante, anche in agricoltura.
    In acquaristica, oltre ad essere presente nei prodotti commerciali, è la forma comunemente impiegata per la realizzazione di tutti i PMDD (anche quello di Acquariofilia Facile).

  • Il carbonato, invece, è reperibile sottoforma di polvere finissima, nei negozi di articoli sportivi, con il nome di “magnesite”.
    Lo vediamo spesso sulle mani dei concorrenti, in parecchie competizioni: salto con l’asta, ginnastica artistica, free climbing, ecc. ecc.

    Magnesio carbonato
    Magnesio carbonato

    Introdotto in questa forma è molto più difficile da assimilare, inoltre ci costringe a trovare altre soluzioni per integrare lo zolfo.
    Può tornare utile in acquari che richiedono pH alcalini, perché altera in modo significativo la durezza carbonatica (KH); tuttavia, la sua scarsa solubilità rende piuttosto lungo il processo di scioglimento.

In buona sostanza, possiamo dire che il solfato di magnesio fornisce nutrimento in modo immediato, mentre il carbonato resta disponibile per un rilascio lento, nel medio e lungo periodo.

Per quanto riguarda i dosaggi, sul magnesio non è possibile dare consigli standardizzati.
Abbiamo già visto come le nostre acque di rubinetto ne abbiano già un certo contenuto, variabile da zona a zona.
Chi fa uso abbondante di acqua di osmosi, avrà sicuramente bisogno di reintegrarlo più frequentemente.

Con un acqua molto dura, ad esempio GH 15, non è comunque detto che si possa stare al sicuro; sappiamo infatti che il GH misura i sali di calcio e di magnesio, ma non ci dà il rapporto tra i due.
Nei nostri acquedotti, non sarebbe la prima volta se quel valore fosse tutto legato al calcio.

Ci sarebbe un trucco per capirlo, ma è basato solo su considerazioni statistiche.
Di solito, quando il GH è superiore al KH di diversi gradi, è probabile che il magnesio sia già sufficiente.

Voglio ribadire che non c’è nulla di scientifico, in questo.
E’ solo una riflessione basata sulle caratteristiche delle nostre acque di rubinetto, che magari approfondiremo con un articolo dedicato.
Quello che conta, per adesso, è che possiamo usare tale espediente per regolarci sul dosaggio.

Specie esigenti

Le piante che assorbono più magnesio sono quelle a foglia piuttosto ampia, ad esempio Hydrocotyle leucocephala ed Alternanthera reineckii “Cardinalis”.

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Hydrocotyle leucocephala
Hydrocotyle leucocephala

È molto raro che la mancanza di magnesio si manifesti su piante filiformi e segmentate, come Limnophila, Myriophyllum o Cabomba.
Quando vanno in sofferenza loro, le piante a foglia larga ci hanno già avvisato da tempo, richiamando la nostra attenzione ed il nostro intervento correttivo.

Carenze

Il magnesio è un elemento mobile, quindi la pianta può trasferirlo dove ne ha maggiormente bisogno.
Le foglie più illuminate ne sono sempre più ricche, perché in caso di carenza la pianta lo toglie prima alle altre.

Carenza di magnesio su un'Egeria densa
Egeria densa (Foto di Rafforello)

Il sintomo più evidente è un ingiallimento progressivo della foglia, che parte sempre dai margini (questo ci permette di distinguerla dalla carenza di ferro).

Hydrocotyle leucocephala carente di magnesio
Hydrocotyle leucocephala carente di magnesio

Aggiornamento del 26/06/2018

La fotografia precedente rappresenta una carenza di magnesio in una Hydrocotyle emersa: le venature sono chiare ed è evidente la clorosi ai margini delle foglie.

La fotografia sottostante raffigura invece una carenza di magnesio in una Hydrocotyle sommersa: l’ingiallimento riguarda tutta la foglia ma non le venature, che sono più scure.

Hydrocotyle leucocephala sommersa, carente di magnesio
Hydrocotyle leucocephala sommersa, carente di magnesio

Eccessi

Non c’e un effetto negativo diretto, per l’eccesso di magnesio; quantomeno, non siamo a conoscenza di nessuno che abbia mai creato problemi alle piante, per quanto possa aver esagerato nel dosaggio.

La sua presenza, dopo la somministrazione, è comunque ben rilevabile con un conduttivimetro, anche molto economico.

Note e curiosità

Il nome deriva da Magnesia, un territorio della Tessaglia che sarebbe, secondo la leggenda, il luogo di nascita di Achille e di suo padre Pelèo.

Brucia facilmente, specialmente se in lamine sottili o filamenti; la sua combustione avviene ad una temperatura di 2200 °C.

Combustione del magnesio
Combustione del magnesio

Il fenomeno produce quindi una fortissima luminescenza; per questo, il magnesio è la principale materia prima per i fuochi d’artificio.

Per qualsiasi dubbio o chiarimento su quanto scritto in questo articolo vi invitiamo a registrarvi sul nostro forum Acquariofilia Facile.


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