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Proserpinaca palustris – Un po’ di rosso in acquario

Esigenze della Proserpinaca palustris

Qualcosa abbiamo già capito, sulle esigenze della Proserpinaca, dal capitolo sulla diffusione in natura; in particolare sulla durezza dell’acqua e sull’adattamento alla temperatura.

Tuttavia, in acquario non ci accontentiamo che cresca; di solito gli si chiede anche un aspetto gradevole, soprattutto per quanto riguarda il caratteristico colore rosso.
Come forse qualcuno ha già letto, in articoli su altre specie, tale colore è legato alla produzione di carotenoidi; è una difesa, che la pianta mette in atto contro una luce troppo intensa.

Proserpinaca palustris

Tale accattivante colorazione si manifesta solo in forma sommersa, sotto un’illuminazione piuttosto forte.
…Ma come al solito, la luce forte si porta dietro tre esigenze correlate:

  • una forte richiesta di CO2
  • un’acqua ricca di ferro
  • una maggior esigenza di fosforo

È per questo che alcuni la considerano una pianta “da esperti”, sconsigliata ai principianti; personalmente, non mi sembrano richieste così difficili da esaudire.
Vediamole nel dettaglio…

Anidride carbonica

La CO2 va erogata artificialmente, su questo c’è poco da fare.
Ricordiamo che in natura cresce spesso emersa; ma anche quando sta sott’acqua, cerca continuamente di raggiungere la superficie.

In acquari maturi ed equilibrati, gestiti con pochi cambi d’acqua, in presenza di una certa diversità di specie… sarebbe forse possibile tenerla senza un’erogazione artificiale; ma le cose si complicherebbero parecchio.
La mancanza di carbonio rallenterebbe tutta la vegetazione; di conseguenza, quella luce forte ci esporrebbe al rischio di un attacco di alghe. Se la Proserpinaca sta lì da parecchio, questo rischio è molto basso… ma non si sa mai.
Diciamo che non è una coltivazione da consigliare ai principianti.

Ma l’aspetto più interessante, sull’erogazione di CO2, riguarda la morfologia delle foglie.
La caratteristica dentellatura, sui margini, viene fortemente accentuata da una buona concentrazione di anidride carbonica.

In realtà, il fenomeno non dipende solo dall’apporto di carbonio, ma anche, anzi soprattutto, dal conseguente abbassamento del pH.

La pianta che vediamo, nell’immagine qui sopra, è ben diversa da quella vista in precedenza.
È stata coltivata a pH leggermente acido, in acque di media durezza, con una concentrazione di CO2 intorno a 30-40 mg/litro.

Quella precedente, che mostro di nuovo…

Proserpinaca palustris

…viene da acque più dure, dove l’effetto-tampone tiene il pH su valori alcalini.
La somministrazione di CO2 c’è anche in questo caso; magari sarà un pochino ridotta, ma il KH ben più alto non ci consente, comunque, di scendere su livelli acidi.

Se volessimo andare all’estremo opposto, potremmo collocarla in un acquario amazzonico per Apistogramma o per Caracidi, con appena 2-3 gradi di KH, o addirittura con aggiunta di torba o altri acidificanti.
In tal caso, sommando anche l’effetto della CO2, potremmo arrivare vicino a pH 6 o addirittura sotto.
Il risultato sarebbe questo:

Praticamente, la dentellatura prenderebbe tutta la superficie della foglia; la pianta diventerebbe segmentata quasi come un Myriophyllum.

Ferro (e nitrati)

Il ferro incide molto sulla colorazione, come per qualsiasi pianta rossa.
In realtà, sappiamo che tale nutriente deve aumentare in base alla luce, quindi è del  tutto normale che le piante rosse ne chiedano di più.

Tuttavia, ci sono casi in cui la pianta resta verde anche sotto forti potenze, o al massimo tende un po’ sul giallo-arancione.
In questi casi, l’acquariofilo comincia a somministrare ferro come se piovesse, pensando che il problema sia quello… invece non ottiene nulla.

Generalmente, questo fenomeno è legato ad un’alta concentrazione di nitrati.
Se la pianta dispone di azoto in quantità, non cerca più di difendersi da quelle lampade; cerca anzi di sfruttare la luce forte per assimilare quel nutriente così abbondante.

Lei starebbe benissimo, ma noi, che l’abbiamo scelta per il colore rosso…ci sentiamo un po’ insoddisfatti.
In conclusione, è verissimo che la pianta richiede ferro, per produrre carotenoidi; ma se abbiamo i nitrati a 50 mg/litro, nemmeno tutto il ferro del flacone ci darà il colore sperato.
Dovremo accontentarci di vedere il rosso soltanto sullo stelo, dove la pianta cercherà di immagazzinarlo.

Al contrario, il ferro non consumato potrebbe restare lì ad alimentare le alghe…
Ma come già accennato, più avanti vedremo che questo non è un problema, se la Proserpinaca sta lì da un po’…

Fosfati

Abbiamo già visto che c’è un legame di parentela, tra Proserpinaca e Myriophyllum
Beh… anche sulla fertilizzazione, c’è un aspetto interessante che riguarda i due generi: l’insolita richiesta di fosforo.
Con tutte e due, sarebbe meglio non scendere sotto i 2 mg/litro, nelle condizioni di luce intensa che stiamo considerando.

Abbiamo già visto come il calo del pH produca una metamorfosi delle foglie, ma ripropongo le immagini per evitare di scorrere le pagine.

Pare che tale fenomeno sia legato a varie cause, ma tra queste c’è proprio l’assorbimento del fosforo, che la Proserpinaca cerca per via fogliare.
Più aumenta l’acidità, più la sua assimilazione diventa difficile; pertanto, la pianta trasforma le foglie per aumentare la superficie di contatto con l’acqua, rispetto alla massa fogliare complessiva.

Inoltre, se si scende sotto pH 6, il fosforo tende a formare sali insolubili, che non possono più essere assorbiti da nessuna specie.
Sotto pH 5.5, non c’è più traccia di fosforo disponibile.

La domanda nasce spontanea…
“Come mai, in parecchie schede, si legge che può arrivare a pH 5?”

La risposta è molto semplice: quel valore è stato rilevato in natura, dove le condizioni meteo producono oscillazioni impensabili per un acquario.
In quella palude, dove qualcuno ha trovato pH 5, due giorni prima poteva esserci pH 8… ma probabilmente non c’era nessuno che stava lì a misurarlo.
In seguito, un violento acquazzone tropicale ha riempito quella buca con acqua piovana, priva di durezze; l’acidità è arrivata a pH 5 è la pianta si è ritrovata sommersa… ma in quei due giorni per lei è cambiato il Mondo intero.

“D’accordo… ma adesso come sopravvive, se il fosforo non è più disponibile?”

Anche questo si spiega facilmente: la Proserpinaca accumula notevoli riserve; inoltre, quella condizione di acidità non dura per sempre.
Esistono ambienti acquatici perennemente acidissimi, d’accordo, ma in quei luoghi non cresce nessuna pianta; la mancanza di fosforo assimilabile è uno dei motivi principali.

Ora che ne sappiamo di più, proviamo a metterla in acquario…

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