Fra le piante più scenografiche e ambite del panorama acquariofilo possono essere annoverate senza alcun dubbio quelle appartenenti al genere Bucephalandra. Scopriamole assieme.
Le piante del genere Bucephalandra sono molto amate dagli acquariofili per l’impatto scenografico del loro fogliame.
L’apparente delicatezza, unita ad una svariata quantità di forme e colori, le rende un innesto unico per ogni acquario.
Mi piace definirle «cugine» della famosa Anubias, dal momento che i due generi condividono moltissime caratteristiche comuni. Infatti, nonostante si trovino in due continenti differenti, entrambe appartengono alla famiglia delle Araceae, possiedono un rizoma e fanno parte delle piante epifite.
Origini della Bucephalandra
La denominazione Bucephalandra venne utilizzata, e pertanto coniata, nel 1858 da H.W.Schott (botanico austriaco) nel suo «Genera Aroidearum Exposita»; da allora ne sono state catalogate una trentina di specie diverse, la maggior parte delle quali si trova in natura nel Borneo.
La denominazione scientifica è ancora in discussione; molte delle specie e varietà disponibili sul mercato non sono ancora state classificate ufficialmente, oppure utilizzano nomi commerciali che non corrispondono ai nomi scientifici, o addirittura lo stesso nome commerciale è attribuito a differenti specie e varietà.
Il clima nel Borneo è di tipo tropicale, caratterizzato da elevate temperature e precipitazioni monsoniche irregolari e abbondanti, spesso in assenza di una vera e propria stagione secca.
Pertanto, in natura, le piante di Bucephalandra, nate sulle rive dei fiumi o in porzioni depresse delle foreste pluviali, possono essere soggette alle piene conseguenti alle piogge, venendo così sommerse: la capacità di adattamento al mutare della condizione permette loro di continuare a svilupparsi in entrambi i casi senza particolari rallentamenti di crescita.
Il nome Bucephalandra deriva dal greco, composto dalle tre parole «bous» (toro), «kephale» (testa) e «aner» (uomo) (fonte Wikipedia), per la particolare conformazione del fiore maschio sviluppato da questa pianta.
In commercio si trovano solitamente delle varietà selezionate ed incrociate, che in natura non sono presenti. Essendo abbastanza rara e a crescita piuttosto lenta ha un costo non indifferente e, nonostante negli ultimi anni il prezzo stia diminuendo, è spesso più conveniente scambiare o comprare porzioni di rizoma da privati appassionati.
Data la incompleta classificazione della specie, in commercio potrebbe capitare di trovare delle varietà non ancora classificate, o comunque denominate solo con la nomenclatura commerciale riferita al cultivar.
Descrizione della Bucephalandra
La Bucephalandra è una pianta epifita, quindi presenta un rizoma e delle radici che si prestano ad ancorarsi saldamente alle rocce, legni o altri arredi.
Ha un ritmo di crescita non troppo elevato, ma alcune possono raggiungere e superare i venti centimetri, mentre altre non arrivano ai cinque.
Le foglie hanno una morfologia caratteristica, ma, a seconda della varietà, mostrano una ricchezza di colori e sfumature, frutto di incroci fra specie differenti operate nel tempo da aziende del settore o da coltivatori privati.
E’ molto apprezzata per il suo portamento tappezzante, che consente di ricoprire delle superfici con un effetto finale davvero meraviglioso.
L’effetto scenico è completato dalla fioritura, a quanto pare abbastanza frequente.
Mantenimento in acquario
In genere la coltivazione non è complicatissima, non necessita di CO2 né di fertilizzazione particolarmente spinta.
È consigliato posizionarla in primo piano, così da poterla osservare ed apprezzare appieno e, come abbiamo detto, andrebbe legata o ancorata ad un legno oppure una roccia, come nelle foto seguenti:
Tuttavia può anche essere posizionata sul substrato, avendo cura di interrare solo le radici lasciando il rizoma libero, per evitarne la marcescenza.
Illuminazione
Nonostante si consigli un’illuminazione di media intensità (circa 0,5W al litro, se parliamo delle vecchie CFL) la pianta è molto adattabile e in genere si possono ottenere buoni risultati anche con meno potenza.
Il fattore luce influenza comunque la crescita, rallentandola se posta in zone ombrose o in vasche poco illuminate.
Fertilizzazione
Una fertilizzazione costante spesso non è necessaria, anche se questa può aiutare a un miglior sviluppo della pianta, non lesinando ferro e oligoelementi.
Potatura e riproduzione
Per la riproduzione della pianta è sufficiente dividere il rizoma, legando la parte che è stata staccata a un legno oppure a una roccia.
La potatura sarà discrezionale, come abbiamo detto non si tratta di una pianta a crescita rapida per cui non sarà necessaria una potatura regolare.
È anche possibile cimare la pianta per evitare che cresca troppo verso l’alto, in base alle esigenze del layout.
La foto qui sotto ci mostra in modo dettagliato (linee rosse) come tagliarla:
Nel caso una talea dovesse perdere le foglie, mantenendo il rizoma verde, non ci si deve preoccupare: la pianta attua dei processi di adattamento e quindi è assolutamente naturale.
È consigliato tagliare il calice dopo la fioritura, per non togliere vigore alla pianta ed evitare la formazione di funghi o muffe.
Range di valori
Si tratta di una pianta molto resistente, ma che può perdere delle foglie a causa di sbalzi improvvisi dei valori.
Una temperatura tra i 15 e i 30 gradi è ottimale, ma un’eccessiva esposizione a temperature basse può portare alla perdita totale dell’apparato fogliare.
Gli altri valori possono stare tranquillamente nei range seguenti:
pH: 6-8
GH: 0-10
KH: 0-7
Nonostante un’adattabilità così spiccata, dobbiamo comunque tener presente che nei luoghi d’origine difficilmente la vedremo immersa in acque dure o salmastre. Si segnala infatti che, in molti casi, a durezze elevate i bordi fogliari rischiano di essere attaccati dalle alghe BBA, di conseguenza sono consigliate acque tenere.
L’adattabilità alle acque dure sembrerebbe dipendere dalla varietà; pare infatti che quelle a foglia più larga siano più adattabili, tanto che alcuni coltivatori le terrebbero tranquillamente a durezze a doppia cifra.
Come detto all’inizio, quello che invece potrebbe stressare la pianta è un’instabilità dei valori, magari con grandi variazioni della conducibilità. Non è quindi consigliato coltivarla in acquari dove i cambi sono frequenti e i valori variano velocemente.
Abbinamenti
Non è segnalato nessun caso di allelopatia, dunque può essere tenuta con qualsiasi altro tipo di pianta.
Varietà più comuni di Bucephalandra
Molti utenti di Acquariofilia Facile coltivano con soddisfazione questa pianta nei loro acquari. Di seguito riportiamo le foto delle varietà più comuni:
Bucephalandra “Alamanda Dark”
Bucephalandra “Biblis”
Bucephalandra “Brownie Ghost”
Bucephalandra “Dark Jade”
Bucephalandra “Deep Purple”
Bucephalandra “Green Velvet”
Bucephalandra “Lalina”
Bucephalandra “Lamandau Blue”
Bucephalandra “Lamandau Purple”
Bucephalandra “Lamandau Red Mini”
Bucephalandra “Mini Catherinae”
Bucephalandra “Red”
Bucephalandra “Theia Green”
Bucephalandra “Wavy Green”
In conclusione, un ringraziamento va a tutti gli utenti del nostro forum che hanno reso possibile la stesura di questo articolo con la condivisione di informazioni, esperienze e foto.
Non mi resta che invitarvi a parlarci della vostra esperienza con questa magnifica pianta sul nostro forum Acquariofilia Facile!