Il Lago Malawi fa parte dei tre grandi laghi africani della Rift Valley, insieme al Lago Victoria e al Tanganica. Scopriamo assieme i suoi bellissimi abitanti.
Dei tre, il Malawi è il più meridionale e il terzo per estensione; è il nono lago più grande del mondo.
È lungo circa 600 km; la sua larghezza massima raggiunge gli 80 km e si trova a 472 metri slm. La sua profondità massima è di 700 metri, ma l’ossigeno si trova soltanto nei primi 200.
Bagna tre stati: lo stato del Malawi nella parte occidentale e settentrionale, la Tanzania nella parte nord-orientale e il Mozambico nella parte sud-orientale.
Anche se le stagioni determinano fluttuazioni nei parametri chimico-fisici del fiume, essi rimangono pressoché costanti tra i 20 – 30 °C di temperatura, 7,5 – 8,5 pH, 7 – 11 dGH e una conduttività compresa tra 200 – 300 μs/cm.
È popolato da circa 700 specie di ciclidi, divisi in circa 50 generi.
La maggior parte dei ciclidi del Malawi sono incubatori orali: le uova vengono raccolte in bocca da uno dei genitori (normalmente la femmina) e trattenute fino alla schiusa; gli avannotti vengono rilasciati quando sono completamente autonomi ed hanno assorbito il sacco vitellino.
Nel Lago Malawi vengono distinti tre habitat, spesso suddivisi da ostacoli insuperabili dai pesci; questo significa che questi ambienti ospitano specie con caratteristiche differenti.
Abbiamo dunque l’habitat roccioso, formato da fondali con scogliere rocciose con numerose caverne; l’habitat sabbioso, nel quale le rocce sono sparse e rade; e quello intermedio, nel quale le rocce sono ammassate e separate da sabbia.
Gli M’buna
Nel primo troviamo la famiglia degli M’buna, che significa «che stanno tra le rocce».
Sono ghiotti, in particolare, delle cosiddette «Aufwuchs», termine tedesco che significa «crescita di superficie» e che si riferisce a tutto cio che cresce sulla superficie delle rocce: frammenti algali, plancton, piccoli crostacei, larve di insetti…
Nel Lago Malawi le Aufwuchs sono particolarmente abbondanti; e ogni specie si ciba di Aufwuchs diverse.
Esistono anche M’buna onnivori, che si nutrono di invertebrati e molluschi che trovano nella sabbia; M’buna planctivori, che cioè si nutrono di plancton; e M’buna che si cibano di insetti che galleggiano sulla superficie dell’acqua.
Questo significa che, tra questi pesci, non c’è competizione alimentare; c’è competizione invece, e parecchia, per il territorio riproduttivo.
Diventa quindi impossibile allestire per questa specie un acquario con un litraggio inferiore ai 300 litri.
Le dimensioni minime consigliate per un acquario di M’buna sono 120 centimetri di lunghezza per 50 centimetri di larghezza.
Sono particolarmente apprezzati dagli acquariofili a causa delle loro livree particolarmente appariscenti (tra i maschi prevalentemente blu).
Alcune specie (ad esempio i Melanochromis) presentano una caratteristica particolare: da giovani sono tutti uguali, ma crescendo i maschi variano nettamente colorazione mentre le femmine mantengono i colori della livrea giovanile.
A questo gruppo appartengono una dozzina di specie, tra i quali gli Abactochromis, i Cyathochromis, i Cynotilapia, i Gephyrochromis, i Gephyrochromis, gli Iodotropheus, i Labeotropheus, i Labidochromis, i Maylandia, i Melanochromis, i Petrotilapia, gli Pseudotropheus e i Tropheops.
In questo habitat troviamo anche le Aulonocara che, di solito, vengono classificate come Haps.
Rispetto a questi ultimi, le Aulonocara sono più gestibili: presentano aggressività e dimensioni molto minori ma colori altrettanto sgargianti.
Gli Haps
Nell’habitat sabbioso troviamo specie completamente diverse, denominate Haps (abbreviazione di Haplochromines).
Hanno dimensioni maggiori degli M’buna, e talvolta raggiungono misure decisamente notevoli.
Oltre a questo, hanno anche abitudini alimentari molto variegate: ci sono Haps che si cibano di Aufwuchs, altri di invertebrati e molluschi, altri ancora di plancton ma, di norma, sono pescivori.
Presentano corpi allungati in modo da sfruttare al massimo l’idrodinamicità del corpo durante la caccia.
I maschi hanno un colore argenteo in età giovanile, per poi assumere livree spettacolari e coloratissime da adulti; le femmine mantengono quasi sempre colori neutri.
Vivono raramente in gruppo: in genere vengono avvistati esemplari isolati.Solitamente sono poligeni: un maschio forma un harem di diverse femmine che incuberanno le uova.
Una volta rilasciati in acqua gli avannotti, le cure parentali sono quasi sempre assenti.
Sono moderatamente aggressivi, molto meno degli M’buna.
Tuttavia, considerate le grandi dimensioni e il comportamento, hanno bisogno di acquari molto capienti, qualche roccia di grandi dimensioni, sabbia e nient’altro, in modo da lasciare più spazio possibile al nuoto.
Tra gli Haps ricordiamo le seguenti specie: Aristochromis, Astatotilapia, Aulonocara, Buccochromis, Caprichromis, Champsochromis, Cheilochromis, Chilotilapia, Copadichromis, Ctenopharynx, Cyrtocara, Dimidiochromis, Diplotaxodon, Exochochromis, Fossorochromis, Hemitaeniochromis, Hemitilapia, Lethrinops, Lichnochromis, Mchenga, Mylochromis, Naevochromis, Nimbochromis, Nyassachromis, Otopharynx, Placidochromis, Protomelas, Rhamphochromis, Sciaenochromis, Stigmatochromis, Taeniochromis, Taeniolethrinops, Tramitichromis, Trematocranus e Tyrannochromis.
Nell’habitat intermedio, caratterizzato dalla presenza sia di rocce che di sabbia, troviamo M’buna e alcuni Haps che si nutrono di Aufwuchs.
Ringraziamenti
Desideriamo ringraziare luigidrumz e marko66 che ci hanno aiutato nello stesura dell’articolo; Carmen, Billyfish, FedeCana e paolo.babini per aver prestato le fotografie.
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