L’articolo introduce gli m’buna (termine chichewa che indica alcune specie di ciclidi endemiche del lago Malawi), focalizzandosi sul genere Labeotropheus. Importati in Europa negli anni ’60, suscitano ancora oggi grande interesse per i loro colori vivaci e i comportamenti interessanti in vasca.
Iniziamo l’avventura nell’affascinante mondo degli m’buna, i miei ciclidi preferiti senza ombra di dubbio! Perché? Ve lo spiego subito: sono autentici “battitori delle rocce” nel senso più autentico della frase, sia per le loro caratteristiche fisiche, come la posizione della bocca, che per il loro comportamento unico. Non tutti gli m’buna sono specializzati nel nutrirsi di alghe come loro, ne esistono di insettivori, detritivori e onnivori a prevalenza vegetariana. Questi particolari pesci invece (come altre specie di m’buna), vivono in perfetta simbiosi con le rocce e il loro territorio.
Classe, Actinopterygii
Ordine, Perciformes
Sottordine, Labroidei
Famiglia, Cichlidae
Sottofamiglia, Pseudocrenilabrinae
Tribù, Haplochromini
Genere, Labeotropheus Ahl 1926
Tassonomia specie, Labeotropheus Fuelleborni – Labeotrophaus Trewavasae
Descrizione e Habitat
Quando li incontri per la prima volta, la tua attenzione si concentra immediatamente nel capire dove sia posizionata esattamente la loro bocca. Sembra quasi che abbiano solo un enorme naso! Ma quello che sembra un naso, in realtà è la parte finale della fronte e del labbro superiore. La loro bocca è invece collocata molto più in basso, risultando quasi invisibile. Questa caratteristica unica permette loro, a differenza degli altri m’buna, di nuotare in posizione orizzontale mentre brucano le rocce, offrendo loro la possibilità di godere di una visione completa anche mentre si nutrono.
Un evidente vantaggio quando si trovano in ambienti con predatori di dimensioni più grandi!
Questi ciclidi appartengono al vasto gruppo degli m’buna, noti come “battitori delle rocce” (il significato del loro nome in lingua chewa è letteralmente “Stanno tra i sassi”. Nomen omen!) del lago Malawi.
A differenza di altri membri del gruppo, come pseudotropheus e labidochromis, ci sono solo due specie riconosciute nel genere Labeotropheus: il Labeotropheus fuelleborni e il Labeotropheus trewavasae.
Questi pesci fanno parte della sottofamiglia Pseudocrenilabrinae, che comprende anche altre specie fluviali, come il ben noto Pseudocrenilabrus philander.
Le prime descrizioni di queste specie risalgono al 1927, grazie a un appassionato tedesco di nome Ahl. I primi esemplari importati in Europa negli anni ’60 direttamente dal lago Nyasa (il vecchio nome del lago Malawi), insieme ad altre specie endemiche di ciclidi, fecero scalpore tra gli appassionati di acquari dell’epoca per i loro colori vivaci e i comportamenti interessanti in vasca.
Il primo a essere raccolto e classificato fu il Labeotropheus fuelleborni, scoperto dal professor Friedrich Fulleborn in Tanzania, lungo la costa nord-orientale del lago. Questi esemplari furono pescati nella zona di Lumbira (allora chiamata Langenburg) e sono ancora conservati oggi presso il museo zoologico di Berlino. Il nome “fuelleborni” fu scelto in onore di Fulleborn da Ahl, che per primo lo classificò.
Il fuelleborni è piuttosto grande per essere uno m’buna, può raggiungere i 15 cm (o anche più) di lunghezza. È anche piuttosto tozzo e ha una schiena alta, il che lo rende facilmente distinguibile dal trewavasae, che è invece più snello. È una specie comune nel lago Malawi e si trova in molte zone costiere rocciose, il che ha portato a una grande varietà di colorazioni. La variante più comune, o meglio diffusa, è quella di Lumbira (ma presente anche altrove), con i maschi di un colore blu più o meno uniforme e le femmine grigio-marroni. La variante più diffusa sulla costa nordoccidentale del lago, ha invece i fianchi tendenti all’arancione.
Il Labeotropheus trewavasae, invece, ha normalmente il dorso giallo-arancio, che tende al rosso. Oltre a queste varianti, esistono altre forme di colore, come i fuelleborni “gialli” originari di Chilumba o la variante blu a pinne nere dell’isola di Chinyanhwazi (purtroppo non importabile nel nostro Paese, in quanto presente solo nel Parco Nazionale del Lago Malawi nella zona sud del lago), o i trewavasae con pinne dorsali rosse originari di Ngkuyo e Mbamba Bay.
All’interno di queste specie, si possono osservare una vasta gamma di colori anche tra individui dello stesso sesso provenienti dalla stessa zona. Questa diversità ha portato all’esistenza di diverse “forme”, tra cui la famosa O.B. (orange blotched, trad. macchiata di arancione) e la forma O (orange, trad. “arancione”), che è più rara. Questa caratteristica è piuttosto comune nelle femmine, ma meno frequente nei maschi delle popolazioni selvatiche. I maschi O.B. vengono chiamati dagli inglesi “Marmelade Cat”.
Il Labeotropheus trewavasae si distingue dal fuelleborni per le sue dimensioni più piccole, con una lunghezza massima di 12-13 cm e una struttura meno alta. Fu scoperto nel 1956 e prende il nome dall’ittiologa britannica Ethelwynn Trewavas. Il primo avvistamento avvenne a Nkhata Bay, al centro della costa occidentale del Malawi. Non è raro trovare entrambe le specie nelle stesse zone, ma tendenzialmente il L. fuelleborni vive in acque meno profonde, più calme e più luminose, mentre il L. trewavasae può essere trovato fino a 30 metri di profondità.
In acquario, si sconsiglia di tenere le due specie insieme per evitare ibridazioni, che purtroppo sono già presenti in alcuni esemplari allevati.
Allevamento in acquario
Per quanto riguarda l’allevamento in acquario del Labeotropheus, è necessario considerare alcuni fattori iniziando dai valori dell’acqua. A differenza del lago Tanganica, il lago Malawi ha acque mediamente dure (GH e KH 6/7), ma non estremamente dure, e un pH basico ma non estremo (7.8/8.3).
Come molti ciclidi del lago Malawi, le due specie di Labeotropheus sono relativamente facili da allevare in cattività, ma è necessario avere vasche di una certa capacità e lunghezza. Per il L. trewavasae, più piccolo e teoricamente meno aggressivo, può essere sufficiente una vasca di 1.2 metri, allestita correttamente e con i giusti coinquilini. Per il fuelleborni, sono necessari almeno 1.5 metri di lunghezza insieme a coinquilini “di carattere”.
Solitamente si consiglia di mantenere un rapporto classico di un maschio e più femmine, ma in vasche grandi, preferibilmente allestite per loro in monospecifico, è possibile e interessante inserire gruppi giovanili (non adulti) e osservare la loro crescita e la formazione delle gerarchie all’interno del banco. Questo ci permetterà di osservare maggiori interazioni; i colori saranno più intensi e le parate tra i maschi, oltre alla formazione spontanea delle coppie, ripagheranno l’attesa per i ritardati tempi di riproduzione.
Alimentazione
Personalmente, consiglio sempre(tranne casi particolari) vasche con popolazione “full-m’buna”, principalmente per motivi legati all’alimentazione.
In natura, i Labeotropheus si nutrono principalmente di aufwuchs, che è una copertura biologica e algale che si forma naturalmente sulle rocce nel lago.
L’aufwuchs è composto principalmente da diverse tipologie di alghe, come clorofite (alghe verdi), crisofite (principalmente diatomee) e cianoprocarioti (sì, proprio loro..!).
Nel lago Malawi, i tipi di aufwuchs più comuni sono quelli con la presenza massiccia di alghe azzurre del genere calothrix (di colore marrone), e quelli costituiti principalmente da alghe verdi del genere cladophora. Meno frequentemente, l’aufwuchs può essere costituito principalmente da diatomee (sulle pareti a picco) o da lunghi filamenti nero-rossastri di oscillatoria e altre alghe incrostanti. All’interno di queste masse algali si trovano anche piccoli invertebrati e larve di insetto che completano la dieta dei ciclidi.
Le popolazioni algali nel lago Malawi non sono sempre stabili (fenomeno da me notato anche in acquario) e variano in base alle stagioni; sembra che un’influenza fondamentale sia giocata dai venti che, rimescolando le acque del lago, favoriscono la risalita di nutrienti dagli strati più profondi.
Questa grande varietà algale ha portato alcuni ciclidi, come i nostri beniamini, a sviluppare tecniche sofisticate di nutrizione e preferenze alimentari precise. Inoltre, è possibile osservare fenomeni di simbiosi alimentare tra diverse specie di ciclidi, come nel caso dei Tropheus moori e dei Petrochromis del lago Tanganica.
Nell’aquario, si consiglia di alimentare i Labeotropheus con alimenti di origine vegetale o a base di alghe, come spirulina o chlorella, alternati a verdure sbollentate (spinaci, broccoli, ecc.) e occasionalmente larve di zanzara e cozze o vongole tritate.
Riproduzione
Entrambe le specie di Labeotropheus, come le altre specie di m’buna, sono incubatori orali materni. Questo significa che le uova (circa trenta o quaranta) vengono deposte dalla femmina e immediatamente raccolte in bocca.
A questo punto, il maschio attira la femmina grazie alla presenza delle cosiddette “finte uova” presenti sulla pinna anale sotto forma di ocelli giallastri e le fertilizza direttamente nella bocca della femmina. L’incubazione dura circa tre settimane e una volta che gli avannotti sono stati espulsi, sono immediatamente autosufficienti.
Questi pesci non praticano cure parentali, sebbene la femmina nei primi giorni, possa riprendere gli avannotti in bocca se percepisce un pericolo, un comportamento che si osserva più comunemente nei grossi ciclidi piscivori del lago.
Concludendo, i Labeotropheus fuelleborni e Labeotropheus trewavasae sono due specie affascinanti di ciclidi m’buna originarie del lago Malawi, piccoli capolavori della natura, noti agli acquariofili di tutto il mondo per le loro caratteristiche fisiche uniche, i loro vivaci colori e i loro comportamenti interessanti. Con una corretta cura e un allestimento adeguato dell’acquario, questi pesci possono essere allevati con successo in cattività, offrendo agli appassionati un’opportunità unica di ammirare la splendida diversità del loro particolare mondo acquatico.
Letteratura:
Hydra, maggio 2001, Articolo a cura di Andrea Spreinat
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