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Le interviste di AF: Massimiliano Tavana responsabile e fondatore di Cichlidream

Massimiliano Tavana Cichlidream

Benvenuti a questa intervista speciale con Massimiliano Tavana, responsabile e fondatore di Cichlidream. Un esperto del mondo acquariofilo e punto di riferimento per gli amanti dei ciclidi, grazie alla sua dedizione e passione per questo affascinante hobby.


Dopo l’enorme interesse suscitato dall’articolo Labeotropheus: i “brucatori” specialisti del Malawi,  e a seguito delle numerose richieste di ulteriori approfondimenti che ci sono giunte nel corso degli ultimi mesi, abbiamo il piacere di presentarvi un’intervista esclusiva.

Abbiamo contattato Massimiliano Tavana, una figura di spicco nella comunità acquariofila, riconosciuto non solo per la sua vasta erudizione, ma anche per il suo impegno nel diffondere la passione per i ciclidi e la tutela degli ecosistemi acquatici.

Massimiliano ha generosamente acconsentito a rispondere alle nostre domande, aprendoci le porte del suo straordinario mondo. Scopriremo la sua storia, la sua visione e l’inestimabile contributo che Cichlidream ha apportato nell’ hobby dell’acquariofilia.

 

V- Ciao Massimiliano, e benvenuto su acquariofilia facile Iniziamo dalle domande di rito:

 Quante vasche hai? Da quanti litri?

M- Ciao Vittorio, grazie a voi per l’ospitalità. In questo momento ho sei acquari in funzione e due pronti a partire in caso di necessità.

Parlando di litri lordi le vasche attive sono rispettivamente da 470, 370 (divisa in due vasche da 290 e 80 litri), 120, 90, 54 e 30 litri. Le altre due, diciamo quelle in panchina, sono da 90 e 70 litri.

V- Quando è nata la tua passione per gli acquari, sei partito direttamente dal Malawi o hai prima avuto altri tipi di vasche?

M- È stato un caso, fino a 16 anni fa non avevo mai preso in considerazione l’acquariofilia. Poi ho incontrato Massimo (il portiere del palazzo dove abito) che, costretto dalla figlia di 6 anni, stava gettando via quello che per me, all’epoca, era solo un parallelepipedo di vetro poco più lungo di un metro.

Durante le loro vacanze estive era saltata la corrente elettrica e, al rientro, la bambina era stata la prima a vedere i pesciolini morti. C’era rimasta così male, da non voler più vedere l’acquario.

Così Massimo mi propose di prenderlo e, anche se in quel periodo non avevo molto tempo da dedicargli, mi lasciai convincere dopo che mi parlò dei pesci che aveva ospitato lui.

Mi disse che la loro gestione era semplice e richiedeva poco tempo. Parole magiche per qualsiasi neofita! Questi pesci erano gli Mbuna del lago Malawi.

V- Mentre ascoltavo la tua intervista su Radio Roma Capitale, sorridendo quando confondevano i pesci del Malawi con quelli marini, ho sentito che hai rinunciato ad avere una TV perché preferisci goderti gli acquari…ma è a causa del tempo trascorso a osservarli o perché ti impegnano così tanto da non riuscire a trovare tempo per fare altro?

M- Purtroppo i Ciclidi africani del lago Malawi in Italia sono ancora poco conosciuti e i colori brillanti di questi pesci possono portarli a essere associati ai pesci della barriera corallina.

M'buna del Malawi
Mbuna del Malawi
Pesce di barriera corallina (pesce Chirurgo)

Non ho più la TV ma per una casualità e non per rinuncia.

Stavo trafficando con un acquario e sbadatamente ho bagnato il decoder. Ho aspettato qualche giorno nella speranza che tornasse a funzionare e, più il tempo passava più mi rendevo conto di non sentire la necessità di guardare la TV. Comprese le partite di calcio in televisione che avevano la priorità. Anzi, quando ci pensavo, riflettevo su quanto tempo mi avesse tolto dal fare quello che veramente mi piace.

Spesso ci diciamo che non si ha mai il tempo di fare ciò che ci piace. Io penso piuttosto, che non si può fare tutto ciò che ci piace e bisogna fare qualche rinuncia.

Così ho deciso di fare a meno della TV con il vantaggio di avere più tempo per i Ciclidi e per l’attività sul sito e i canali social a loro dedicata. Un’attività che ormai mi occupa piacevolmente quasi tutta la giornata.

Panoramica vasche nel salotto di M. Tavana

V- Leggendoti su vari social, ho scoperto che durante la pandemia ti sei messo a studiare la creazione di siti web, allo scopo di aprire il tuo primo blog. Com’é stato l’impatto di trovarsi all’improvviso nei panni del publisher di contenuti online/divulgativi?

M- Quello che mi ha spinto a utilizzare i social è stato il desiderio di condividere la passione per i Ciclidi africani.

Alle prime pubblicazioni in cui condividevo semplicemente gli acquari, ne sono seguite altre in cui aggiungevo esperienze e consigli, con la speranza che potessero tornare utili a chi muoveva i primi passi con questi pesci. Dopo un po’ sono cominciate ad arrivare domande alle quali rispondevo con piacere anche su Messenger.

Con l’aumento dei contatti, per cercare di fare conoscere il più possibile queste meravigliose creature, ho pensato di creare il sito di Cichlidream con contenuti che mi aiutassero ad avere il tempo di poter rispondere a tutti in modo esaustivo, studiando al contempo un modo che mi permettesse di condividerli anche sugli altri canali social che ho raggruppato in questa pagina del sito.

Ho scoperto un mondo interessantissimo dove più impari e più c’è da imparare.

Mi rendo conto che tempo e capacità sono scarse. Se fossi bravo con la tecnologia quanto amo i Ciclidi africani, i risultati sarebbero stati altri. A mia discolpa posso dire che fino a tre anni fa, prima di intraprendere questa avventura, avevo difficoltà anche con il telecomando della televisione.

Lo dico come battuta, ma fino a un certo punto…

Con la tecnologia non ho mai avuto un buon rapporto, almeno fino a quando ho sentito la necessità di impegnarmi per fare conoscere un po’ di più i Ciclidi africani, abbattere gli ingiusti luoghi comuni che li accompagnano, e aiutare chi volesse avvicinarli.

Da autodidatta non nascondo le difficoltà. Studio e mi aggiorno quotidianamente e, facendo tutto da solo, la produzione è molto più lenta di quanto vorrei.

Tuttavia le difficoltà maggiori con le quali devo confrontarmi giornalmente non le ho riscontrate dal punto di vista tecnico, ma personale.

Sono principalmente due: mettere la mia faccia nei video e gestire la sindrome dell’impostore.

Spesso mi dico, chi sono io per creare contenuti, la maggior parte dei quali con finalità istruttive e formative?

Documentandomi, sembra che la sindrome dell’impostore sia un problema comune, riscontrabile anche in altri creatori di contenuti digitali di tutti i generi. Quello che mi consola è che il vero impostore sembra non avere questa sindrome.

NDR. Effettivamente negli ultimi anni sembra che le conoscenze acquariofile, siano proporzionali a quanto si urla o si é aggressivi…

V- Mi sembra di aver capito che addirittura hai mollato il lavoro (posso chiederti qual era?) per buttarti a capofitto in quest’avventura, in prima battuta con il sito Web e i social, in seguito, con uno shop online e fisico dove vendi esemplari di m’buna che riproduci personalmente.

A questo proposito, ci tengo a precisare che la figura di Massimiliano va ben oltre il tipico allevatore/rivenditore: antepone la correttezza dei suoi consigli all’aspetto commerciale, per dirla in un altro modo, gli interessa di più divulgare questa sua passione rispetto a trarne un ricavo economico. 

Un principio tanto onorevole quanto raro ai giorni nostri. Tanto che a tale proposito è stato intervistato sul quotidiano Nazionale “La Stampa”.

Ci spieghi come è strutturata questa tua attività?

M- Hai detto bene, è un’avventura che ho la fortuna di vivere, il cui percorso è dettato dall’onda che mi ha travolto durante la prima pandemia del 2020. Per il momento questa onda sembra avere mantenuto tutta la sua potenza e non so dove mi porterà.

In effetti, è evidente che lasciare un impiego dopo 28 anni all’interno di un noto quotidiano nazionale, è stata una scelta fatta con poca testa e tanto cuore.

Evito in questa sede di annoiare i lettori con il racconto di questa scelta. Per chi volesse approfondire, può trovarne il racconto dettagliato nella pagina “chi sono” di Cichlidream.

Ti ringrazio per avere colto il mio approccio a questa attività, un aspetto che tanto mi gratifica anche grazie alle numerose recensioni che ricevo.

La spinta a intraprendere questo percorso è stata il desiderio di preservare la salute dei Ciclidi africani che, seppur robusti e longevi, se non messi nelle corrette condizioni possono uccidersi tra loro e ammalarsi facilmente.

Articolo su La Stampa

Bisogna applicare delle semplici, ma ferree regole, e il successo è assicurato.

A questo fine, ho rinunciato a diverse vendite di Ciclidi africani che allevo, seppur richiesti con insistenza, perché non adatti alle condizioni dell’acquario che li avrebbe ospitati o per incompatibilità con le altre specie già presenti.

In più con l’acquisto dei pesci regalo una consulenza a chi si avvicina per la prima volta a questo mondo, o vuole saperne di più su come gestire i Ciclidi africani.

La mia attività si colloca all’interno di una piccola nicchia, ed è ben lontano da me il desiderio di arricchirmi ma, dedicandomi ormai soltanto a questo, ho implementato il sito con una sezione dedicata alle consulenze e una agli acquisti su Amazon, da cui percepisco una piccola commissione pubblicitaria che non incide sul prezzo finale per l’acquirente.

Ho preferito collaborare con Amazon per due ragioni:

1) Essendo un e-commerce dove si trovano tantissimi prodotti, Amazon mi offre la possibilità di proporre e recensire solo quelli che ritengo veramente validi, senza essere legato a nessun marchio o interesse personale.

2) Non devo gestire un magazzino, che mi toglierebbe tempo per continuare a produrre i contenuti di Cichlidream.

Lo shop degli articoli per acquario di Cichlidream infatti, nasce con il desiderio di offrire recensioni, valutazioni e confronti che siano d’aiuto nella scelta più conveniente e indicata alle esigenze di ognuno noi.

V- Chiami le tue vasche, in modo scherzoso, “Mbunatown”: ma Mbunatown é solo una delle vasche dedicate a questi pesci, o hanno tutte questo nomignolo? Non c’è, ad esempio, una Haps-town?

M’buna Town

M- Il nome Mbunatown nasce con la vasca da 470 litri, ormai divenuta centro storico della cittadina, ed è stato ispirato dai comportamenti sociali che hanno questi pesci.

Ogni Mbuna ha il suo carattere e un modo assolutamente personale di rapportarsi al resto della comunità.

Il Labeotropheus trewavasae ochre chilumba (il sindaco) tende a mantenere l’ordine, la Cynotilapia red top Likoma (il boss) è il più malandrino, tenuto a bada dal sindaco, il Labidochromis caeruleus (la star) è sempre pronto a mettersi in mostra e sfoggiare il suo colore giallo brillante ecc.

Cynotilapia red top Likoma – il Boss
Labidochromis caeruleus – La Star

 

Labeotropheus trewavasae ochre chilumba – il Sindaco
Iodotropheus sprengerae – l’Ostetrica

Con l’arrivo delle altre vasche sono nati gli altri quartieri, qui è dove crescono le riproduzioni dei pesciolini che poi sposto in vasche sempre più grandi, in base alle taglie che raggiungono.

Hapstown non esiste perché i pesci che allevo sono tutti M’buna. Unica eccezione il quartiere straniero dove allevo un mono specifico di Neolamprologus brichardi del lago Tanganica.

V- Parliamo di come realizzare un Malawi “facile”: che consigli daresti a chi vuole iniziare a cimentarsi con questo tipologia di acquari? Intendo ancora prima di inserire i pesci: ad esempio le misure standard della vasca, quale rapporto base x profondità x altezza preferire, qual è meglio evitare, se per il fondo possiamo usare della sabbia quarzifera che troviamo – per esempio – anche al Brico, o suggerisci altro?

M- Parlando di un Malawi “facile” si potrebbe iniziare con tre specie di M’buna compatibili tra loro, da scegliere tra quelle più tranquille, inserendoli in un acquario da almeno 200 litri.

Questi pesci amano nuotare tra le rocce, prevalentemente in prossimità del fondo. Quindi l’altezza dell’acquario è la cosa meno importante, a differenza della lunghezza che non dovrebbe essere inferiore ai 120 cm. Anche la profondità della vasca ha la sua importanza, una misura ideale starebbe sui 50 cm.

Vivendo in acque calcaree è possibile utilizzare una sabbia naturale acquistabile in un negozio di materiali edili, purché la granulometria sia molto fine e venga ben lavata prima di essere inserita in acquario.

Ad esempio, da Leroy Merlin si possono acquistare 20 kg di sabbia al prezzo di € 2,10. Anche le rocce per l’allestimento si possono acquistare in un qualsiasi garden a pochi euro.

Sabbia quarzifera

Una delle note positive (tra le tante) nell’allestire un acquario di Ciclidi africani, è la bellezza di potersi sbizzarrire con moltissime possibilità. È però importante non lasciarsi prendere la mano, acquistando materiali e pesci solo in base ai gusti personali.

La scelta delle specie va fatta in modo oculato nel rispetto della compatibilità caratteriale, ambientale e alimentare, considerando sempre la dimensioni del proprio acquario.

V- Per quanto ne so, i pesci della Rift Valley vivono immersi in forti correnti. Sarà pur vero che si nascondono tra le rocce, ma di certo non stanno in una calma ansa indiana. Quindi, ti chiedo: qual è il filtro ideale per un malawi? Inoltre, puoi dirci a che valori vengono allevati i tuoi ciclidi (temperatura compresa)?

M- (Ride). Questo è vero in parte, perché le correnti sono presenti soltanto sulla superficie del lago Malawi e non tra le rocce dove vivono gli M’buna.

Per questi pesci è opportuno creare un movimento dell’acqua in superficie, è possibile ottenerlo con la combinazione della pompa di movimento e l’uscita del filtro a pelo d’acqua o leggermente sopra. In questo modo si riproducono le condizioni del lago che aiuteranno a ossigenare l’acqua senza disturbare i pesci.

Il filtro deve però essere sovradimensionato, perché i Ciclidi africani producono tanti scarti organici e dovrebbe filtrare il contenuto della vasca almeno 4 volte ogni ora.

Per quanto riguarda i valori sono poche le cose a cui fare attenzione.

Sopportano senza problemi i nitrati fino a 30 mg per litro, il pH deve stazionare tra 7,8 e 8,3 e per quanto riguarda la durezza dell’acqua il KH ideale è da 7 a 10 mentre il GH da 10 a 15.

Pur sopportando temperature che vanno dai 20 ai 30 gradi, il range ideale è 24-27 gradi.

V- Qual è l’alimentazione che seguono i tuoi pesci? Puoi indicare sia prodotti fai da te che commerciali, facendo tranquillamente il nome di marchi o ditte.

M- Gli Mbuna, tranne pochissime specie onnivore, sono dei pesci con dieta strettamente vegetariana. Questo è un aspetto molto importante da considerare quando si alimentano i Ciclidi africani.

Questi pesci hanno un intestino molto lungo adatto alla frantumazione delle proteine vegetali. Alimentandoli con proteine animali andrebbero incontro a una malattia purtroppo famosa e mortale tra gli Mbuna: il Bloat.

mangimi per ciclidi

Ai miei pesci fornisco una dieta equilibrata e ricca di spirulina, un’alga altamente proteica.

A ogni pasto somministro quello che chiamo la Mega Bomba Mix, un composto di 4 mangimi complementari con il seguente dosaggio: 

1 parte di JBL mix Malawi
1 parte di Alghe Super Pro
2 parti di Spirulina Super Forte
1/2 parte di D-Allio

Agli adulti somministro 2 pasti al giorno e ai pesci in accrescimento 6-7 pasti al giorno accertandomi che la MBM venga consumata nel giro di una cinquantina di secondi.

Inoltre, 1 volta ogni 7-10 giorni, preparo degli spiedini di verdura fresca (centriolo, zucca e zucchina) sbollentata, utile al miglioramento degli organi interni e l’innalzamento delle difese immunitarie.

Spiedino di zucchina

V- Ti faccio prima una domanda semplice, poi una scomoda… Ecco quella facile: per una coabitazione senza stress, che pesci consigli? E, ovviamente, in una vasca da quanti litri?

M- Come hai detto giustamente in una domanda precedente, prima di cimentarsi nell’allevamento di una qualsiasi specie, occorrerebbe avere ben chiaro quali pesci si vogliono ospitare, studiarne le caratteristiche e solo dopo allestire la vasca adatta a loro. Cosa che ci obbligherà a fare delle rinunce.

Come accennato, ci sono tantissime possibilità di scelta.

Ad esempio, nel lago Malawi, vivono due grandi famiglie di Ciclidi africani: gli M’buna e gli Haplochromis, più comunemente chiamati Haps. A volte si vorrebbe allevarli insieme, ma è fortemente consigliato farlo soltanto in acquari dai 600 litri in su.

Inoltre, anche se pensiamo di inserire soltanto M’buna, non tutti possono convivere tra loro e, alcuni di questi, da adulti, hanno bisogno di vasche da 400 o 500 litri.

Parlando sempre di adulti, una regola fondamentale è comunque non mettere in acquario più di un maschio della stessa specie, ed evitare specie che si somiglino tra di loro.

Quindi, i litri dipendono da quali Ciclidi africani vogliamo ospitare. Prendere in considerazione tutte le possibilità significherebbe trasformare l’intervista una enciclopedia.

Per darvi però un’idea, voglio fare un semplice esempio estrapolando il frammento di un post su Cichlidream; “Compatibilità in acquario tra i pesci del Malawi per Ciclidi sereni“.

Il primo numero alla destra del nome si riferisce a quanti maschi introdurre, il secondo alle femmine

Acquario di 470 litri

Labidochromis caeruleus Lion’s Cove 1/2
Melanochromis dialeptos Gome 1/2
Iodotropheus sprengarae 1/2
Chindongo socolofi 1/2
Cynotilapia red top Likoma 1/2
Labeotropheus trewavasae ochre Chilumba 1/2
Pseudotropheus acei 2/3
 

Acquario da 300/400 litri

Labidochromis caeruleus Lion’s Cove 1/2
Melanochromis dialeptos Gome 1/2
Iodotropheus sprengarae 1/2
Chindongo socolofi 1/2
Cynotilapia red top Likoma 1/2

Acquario da 250/300 litri

Labidochromis caeruleus Lion’s Cove 1/2
Melanochromis dialeptos Gome 1/2
Iodotropheus sprengarae 1/2
Chindongo socolofi 1/2

Acquario da 220/300 litri

Labidochromis caeruleus Lion’s Cove 1/2
Iodotropheus sprengarae 1/2
Chindongo socolofi 1/2

Canale YouTube di Cichlidream dedicato ai Ciclidi africani

V- Ora passiamo alla domanda scomoda… Sappiamo tutti che ciò che frena molti acquariofili al passare all’allevamento di questi splendidi pesci sono le dimensioni che richiedono gli allestimenti degli acquari a loro dedicati. Ma se, buttando lì un’ipotesi, uno si accontentasse di un acquario monospecifico, sarebbe fattibile ad esempio inserire 1 maschio e 2 femmine di Labidochromis caeruleus all’interno di una vasca da un metro di lunghezza, tipo il solito 200l di capacità?

M- È vero in acquari sotto i 200 litri sarebbe meglio evitare di allevare Ciclidi africani del Malawi adulti.

Se proprio non si ha la possibilità di allestire un acquario adatto, messo molto alle strette, potrei sbilanciarmi al massimo con un acquario non al di sotto dei 120 litri, tentando con un mono specifico di Labidochromis caeruleus, Iodotropheus sprengarae o Chindongo socolofi.

Ma non è però il vero spirito del Malawi e si perderebbe moltissimo dei comportamenti sociali che questi pesci regalano in un acquario di comunità.

Acquario di comunità

V- Tendo a immaginarmi il “percorso” di avvicinamento di un neofita verso questo hobby in step da 3 stadi: all’inizio nei pesci si cercano i colori, poi via via che ci si impratichisce, si cominciano a notare i comportamenti dei pesci. Infine, si punta a creare le migliori condizioni per i nostri ospiti, anche allo scopo di farli riprodurre.

Questa specie in particolare, probabilmente è tra le più interessanti da allevare poiché abbraccia a pieno titolo ognuno di questi stadi.

Ricordo di averti sentito dire che riproduci i pesci in modo naturale. Perdonami ma su questo ho qualche dubbio.

Senza svelare tutti i tuoi segreti, spieghiamo a chi non conosce gli M’buna cosa significa quando si afferma che questi pesci sono incubatori orali materni, ovvero: dopo aver deposto, la femmina tiene in incubazione le uova all’interno della bocca per un periodo lunghissimo, circa 3 settimane, nelle quali la futura “mamma” per ovvie ragioni non si alimenta. Di conseguenza sia lo stress che il conseguente deperimento della femmina in condizioni “naturali” è altissimo.

Per questo, voi che allevate questi pesci vi avvalete solitamente di un Eggs tumbler, uno schiuditoio che sostituisce la madre nel compito: ti va di spiegarci come funziona?

Egg tumbler (foto dal web)

M- Nessun segreto, anzi! Sono sempre felice di condividere una tecnica di allevamento che, se replicata, porterebbe all’ottenimento di tanti nuovi Ciclidi africani belli, colorati, sereni e in salute ad arricchire le case degli appassionati.

L’Egg tumbler è un accessorio che personalmente non mi piace, va contro alle riproduzioni naturali che mi impegnano con Mbunatown.

Capisco però i tuoi dubbi, la riproduzione in cattività è un processo laborioso, meticoloso e poco redditizio ma, nell’articolo “Come fare l’allevamento di Ciclidi Malawi in acquario“, ne parlo approfonditamente e in questo video ne ho documentato le fasi più importanti.

Essendo un po’ lungo, ti riassumo brevemente i punti più importanti della tecnica che seguo

Riproduzione Nascite Accrescimenti, spazi e habitat Alimentazione
Avvengono frequentemente perché le condizioni sono studiate per farli sentire a casa e in una comunità compatibile

Si verificano in modo naturale in vasche dai 20 ai 30 litri (a differenza delle piccole nursery, o peggio, delle comuni invasive tecniche di stripping ed egg tumbler). In queste grandi sale parto, adibite a piccoli Malawi, le mamme possono apportare le fondamentali cure parentali trasmettendo geni e serenità sin dai primi attimi di vita. Un seme di serenità che verrà innaffiato nelle successive fasi della crescita

A differenza delle asettiche e spoglie vasche dove vengono fatti abitualmente crescere i pesciolini, a Mbunatown, vengono trasferiti in base alle taglie in biotopi Malawi via via sempre più grandi.

I biotopi riprodotti, favoriscono uno sviluppo delle caratteristiche intrinseche degli M’buna.

Possono battere le rocce (Mbuna nella lingua locale significa battitori di rocce) per nutrirsi della formazione algale con i suoi microorganismi, scavare la sabbia fine per iniziare a ricavarsi le tane, oppure sifonare il fondo alla ricerca del cibo.

Tutti gli Mbuna vengono nutriti poco e spesso, proprio come accadrebbe se si alimentassero in natura. Utilizzo 4 mangimi differenti complementari, per fornirgli tutte le sostanze nutritive di cui hanno bisogno. Periodicamente la dieta viene arricchita dalle verdure fresche.

Certo nessun allevamento umano potrà sostituire la natura, ma l’impegno rimane quello di imitarla per quanto possibile.

 

Certo nessun allevamento umano potrà sostituire la natura ma l’impegno rimane quello di imitarla per quanto possibile.

V- Rimangono giusto un paio di domande a ruota libera… Come mai negli ultimi anni si può notare la tendenza a un minore utilizzo di “rocciate” intere negli allestimenti, e la loro sostituzione con semplici barriere visive? Forse la motivazione risiede nel voler dare ai pesci più spazio per nuotare?

M- In un acquario di soli Haps, le barriere visive, vanno più che bene. Questi Ciclidi vivono nelle acque libere e semi libere del lago e necessitano di spazio per il nuoto.

Le barriere visive sono fondamentali anche per gli M’buna ma non sono sufficienti. La loro spiccata territorialità va gestita con un numero di tane pari al numero di pesci ospitati.

Tuttavia, le rocciate potrebbero andare bene per alcuni Ciclidi del lago Tanganica ma non per gli M’buna.

Per gli M’buna, le tane non sono quelle tra le rocce messe una sopra a l’altra, i ponticelli o i forati edili che a volte si vedono. Al massimo potrebbero essere dei ripari temporanei. Questi pesci ricavano le proprie tane tra le rocce e il fondo che scavano.

Quindi, per assolvere alla doppia funzione di barriere visive e tane, le rocce dovrebbero partire dal fondo ed essere belle grandi, quanto ad esempio, un ananas, e corredate da altre più piccole.

V- Puoi spiegarmi, se puoi con esempi semplici e concretamente visualizzabili per chi si approccia adesso a questo mondo, la differenza tra le varie sigle come BB, B ,O, OB e MC?

Non si tratta ovviamente di targhe automobilistiche, queste sigle indicano il pattern policromatico di questi ciclidi, BB (Blue Blotched), B (Blue),O (Orange), OB (Orange Blotched) e MC (Marmelade Cat), giusto?

colorazione BB
Colorazione B
Colorazione O
Colorazione OB detta commercialmente MC

M- Si esatto, queste abbreviazioni indicano le varie possibilità di colori che molti Ciclidi (non solo quelli africani) possono avere all’interno della stessa specie.

Mi permetto di correggerti sul BB che si riferisce al blu barrato e non macchiato (pezzato) mentre MC è la sigla commerciale di OB. Il fenomeno è presente anche in altri animali (ad esempio gli uccelli) e si chiama polimorfismo cromatico.

Nei Ciclidi del lago Malawi policromatici non ci sono differenze morfologiche o anatomiche e, le forme cromatiche, possono essere dalle due alle tre.

Nelle femmine la colorazione più comune è B che più volte si traduce in grigio o marroncino, motivo per il quale le femmine sono mediamente meno appariscenti dei maschi. Spesso, però, possono assumere colori O oppure OB e risultare molto belle.

Tra i maschi, i colori O e OB sono meno frequenti rispetto a B e BB e non sempre il colore OB esiste in natura ma è opera dell’incrocio dell’uomo.

Un famoso esempio, per quanto mi riguarda poco etico, è l’Aulonocara MC.

Nel grandissimo lago Malawi si può trovare la stessa specie anche a grandissima distanza ma non è questa la ragione delle differenze cromatiche. Infatti il policromatismo è comune anche nello stesso areale. Le ragioni sono da ricercarsi in un particolare processo ereditario legato ai cromosomi sessuali e ai geni.

Spero di essere riuscito a fare un po’ di chiarezza anche se il polimorfismo cromatico dei Ciclidi del Malawi è un discorso complesso ancora oggetto di studio tra i biologi.

V- Per finire, tanto per – come si dice qui da noi – “farmi una carrettata di fatti tuoi”, come sta procedendo la tua attività nella riproduzione e vendita di questi pesci?

M- Le riproduzioni, come anche gli accrescimenti, sono una magica scuola ricca di emozioni. Non smetterò mai di ringraziarla per i graduali e costanti miglioramenti intimistici che sta apportando alla mia vita.

Ho sempre avuto un profondo rispetto per la natura e spesso ricercato con lei un rapporto fisico.

Un esempio sono le diverse esperienze lungo il Cammino di Santiago e avventure simili ma, prendersi cura delle vite che nascono in casa propria e farle crescere come “figli”, ha decuplicato questo sentimento.

cammino di Santiago (mappa da Wikipedia)

Anche la mia vita sociale è migliorata.

Questa attività mi dà la possibilità di conoscere tanta bella gente attratta dai Ciclidi africani e sento crescere in me anche il rispetto per il prossimo. Questi vantaggi intimistici e sociali sono il compenso più alto del mio lavoro.

Le vendite dei pesci, come le consulenze e l’affiliazione Amazon, sono un modo per sostenere le spese dell’allevamento, del sito e dei canali social, sperando che prima o poi diventi anche fonte di sostentamento per me. Bisogna pur mangiare.

Ma sono anche un tassello importante per fare conoscere i Ciclidi africani e la loro corretta gestione.

Quando qualcuno mi chiede di acquistarli, gli propongo una consulenza gratuita, inoltre  se qualcuno mi chiede ulteriori consulenze gli propongo i pesci in regalo.

Non so neanche se si possono chiamare vendite. Per il momento è così.

Le “vendite”, sono un mezzo che si aggiunge alla produzione di contenuti digitali per continuare a cavalcare un sogno (da qui il nome Cichlidream). Riuscire a fare conoscere i Ciclidi africani per quello che sono. Dargli la giusta importanza e diffusione anche in Italia.

In tanti altri paesi, come gli Stati Uniti, il Canada, Spagna, Francia, Germania ecc., sono tra i pesci più comuni nelle case degli appassionati.

Forse mi procurerò qualche antipatia, ma penso che il motivo è da ricercarsi nel fatto che questi paesi siano meno scoraggiati nel commercializzare pesci economici, longevi e con un basso introito legato alle semplici esigenze dei Ciclidi dei grandi laghi africani.

V- Cosa ne pensi dell’overstoking, la tendenza a sovrappopolare le vasche con lo scopo di poter allevare insieme più specie, altrimenti incompatibili tra di loro in spazi ristretti? E qual è la tua opinione sull’allevamento di esemplari wild, riprodotti e ibridi?

M- Non sono favorevole all’overstocking. È vero, con la sovrappopolazione dell’acquario aiuta la gestione dell’aggressività dei Ciclidi africani territoriali e si ha la possibilità di avere tanti colori. Infatti spesso, si tende a ospitare solo maschi, che sono mediamente i più colorati. Però si rinuncia a vivere in profondità le emozioni e gli insegnamenti che un biotopo Malawi è in grado di regalarci.

Con l’overstocking, non solo si perdono quei comportamenti sociali che rendono unici questi pesci, ma si costringe a farli nella continua confusione di un ambiente innaturale.

Per quanto riguarda gli esemplari wild penso a una cosa in particolare. Quando un pesce viene strappato alla natura, non soffre solo dello stress della pesca, del trasporto e dell’azzeramento degli spazi a cui è abituato. Patisce anche del cambiamento dei valori chimici dell’acqua, seppur simile, rendendolo più delicato rispetto ai pesci nati in cattività.

Oggi abbiamo tante specie nate dalle riproduzioni e, tranne per alcune appena scoperte, sarebbe meglio lasciarli stare a casa loro.

Nelle riproduzioni di M’buna-town tento di offrire le condizioni di vita più vicine possibili a quelle che questi pesci hanno in natura, motivo per il quale non posso che essere in disaccordo con quelle che mirano all’acceleramento innaturale delle nascite.

I pesci ibridi nascono quando le specie non sono ben assortite tra loro e la sex ratio non è ben bilanciata.

Sarebbe sempre meglio controllare le nascite e la distribuzione di Ciclidi africani ibridi a beneficio della conservazione della specie.

La nostra intervista è finita; grazie Massimiliano per il tempo che ci hai dedicato, ti aspettiamo sul forum! 

Speriamo che questa intervista possa essere utile a molti appassionati di acquariofilia. Potete trovare il sito di Massimiliano Tavana all’indirizzo https://cichlidream.com/

Vi aspettiamo, in caso di dubbi o domande, sul nostro forum Acquariofilia Facile.  

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