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Melanotaenia preacox, il pesce arcobaleno

Melanotaenia praecox è una interessante specie da allevare in acquari di medie dimensioni che sono spesso chiamati pesci arcobaleno. Andiamo a conoscerla meglio.


Caratteristiche generali

Melanotaenia preacox è un pesce molto colorato che cresce fino a 5-6 cm. I maschi adulti sono color blu brillante con pinne dorsali, caudali e anali di color rosso. Le femmine hanno un corpo più snello, con colori meno brillanti e le pinne di colore giallo o giallo/arancio.

Maschio Melanotaenia
Maschio Melanotaenia
Femmine Melanotaenia

Un po’ di storia…

Questi pesci furono scoperti per la prima volta nel 1910 dal naturalista W.C. van Heurn in un affluente del fiume Mamberamo (ovest Papua).

Gerry Allen scoprì altri esemplari nel 1991 a Dabra e Iritoi, in ruscelli con acque chiare e a scorrimento veloce, in prossimità delle piste di atterraggio ai margini della Piana del Mamberamo, in cui temperatura e pH erano rispettivamente di 27,8°C e 6,5.

Relativamente all’hobby acquariofilo, l’introduzione della specie per l’allevamento in acquario si deve a Charles Nishihira nel 1991, sebbene altri esemplari furono solo successivamente prelevati in natura da Heiko Bleher nel 1993.

Anche Gary Lange e Johannes Graf raccolsero altri di questi pesci nel 2008, in un’area dove l’habitat consisteva in un piccolo ruscello largo 3/4 metri e profondo da 0.5 a 1.5 m, caratterizzato da un letto di foglie, fango e ghiaia, con acqua a scorrimento lento.

I parametri qui registrati erano:

Allevamento

E’ un pesce molto pacifico e timido, che per questo dovrebbe essere allevato in acquario monospecifico o con compagni di vasca molto tranquilli.

Banchi di 10-20 esemplari di Melanotaenia, creano uno spettacolo “abbagliante”, soprattutto quando colpiti dalla luce naturale, grazie alla quale i colori risaltano maggiormente. Per sfoggiare la loro stupenda livrea devono sentirsi a proprio agio; ciò avviene in vasche molto piantumate ma al contempo poco illuminate, equilibrio non facile da raggiungere.

Parlando di dimensioni una vasca 80 x 40 cm per 8/10 esemplari è già una buona misura.

L’allestimento non necessita di particolari accorgimenti: ci si può sbizzarrire con l’inserimento di legni, rocce, etc..
Per quanto riguarda i valori, considerando i vari ritrovamenti, ci si può orientare su pH 6,5-7,5, temperatura 24-27°C e durezza attorno a GH 10.

L’alimentazione non presenta particolari difficoltà: accettano di buon grado il cibo secco e liofilizzato, anche se risulta molto apprezzato anche il congelato e ovviamente il vivo.

Riproduzione

Melanotaenia preacox è un pesce prolifico: se sono presenti abbondanti muschio e piante (emerse con lunghe radici) gli adulti possono riprodursi in vasca. La riproduzione è facilitata se gli esemplari sono nutriti a sufficienza con cibo di buona qualità. Depongono a più riprese quindi i siti di deposizione vanno controllati giornalmente.

Se la vasca non ha le caratteristiche citate in termini di piantumazione e layout, è meglio trasferire le uova in una vasca di accrescimento dedicata; il tempo di schiusa si aggira sui 10-12 giorni a 26°C.

Le uova hanno forma sferica, con un corion (la membrana più esterna dell’uovo fecondato) traslucido e un sacco vitellino; quelle non fecondate invece appaiono opache. Tutte le uova presentano inoltre filamenti adesivi in ​​una piccola area della superficie, utilizzati per l’adesione al substrato di deposizione che può essere il muschio ma anche un classico mop lavapavimenti.

Le caratteristiche principali dei piccoli appena nati sono un’eccellente attività natatoria, un sacco vitellino ridotto, un frenetico movimento della bocca e un apparato digerente apparentemente piuttosto rapido nell’elaborare il cibo.

Una volta assorbito il sacco vitellino, dovrete nutrire gli avannotti con infusori, per passare poi a naupli di artemia e anguillole dell’aceto.

I piccoli inizieranno a mostrare i caratteristici colori una volta raggiunti i 2-3 cm di lunghezza.

Sulla carta tutto facile, nella pratica…

… le cose sono un po’ più difficili e guidate, anche, dalla fortuna.

L’autore dell’articolo, Malù, ci ha raccontato la sua esperienza in merito, vediamola!

“Fin da quando ho iniziato ad interessarmi a questa specie, sono stato attratto dalla riproduzione in vasca.
Ho fatto tutto per bene, partendo subito con un allestimento pensato per le loro esigenze: poca luce, legni, rocce e soprattutto tante piante, quali Cryptocoryne, muschio sui legni e microsorum fino al pelo dell’acqua, tutto nell’ottica di facilitare gli eventuali piccoli, che sono soliti stazionare vicino alla superficie.

Per i valori mi ero orientato su pH 7.3, GH 10 e temperatura 26°C, effettuando però piccoli cambi settimanali per avere acqua sempre pulita, a mio avviso utile per stimolare la riproduzione.

Come compagni di vasca avevo introdotto Corydoras aeneus e caridina multidentata sebbene forse questa non sia stata una scelta molto azzeccata, dato che ho sospettato poi che fossero i Corydoras a mangiarsi le uova.

Nonostante tutto sembrasse filare liscio, raggiunta la maturità sessuale di riproduzioni non ne avveniva neppure una.

Proviamo a modificare qualcosa!

Supponendo ci fosse qualcosa che non andava in vasca, ho deciso di togliere almeno i corydoras (pur non avendo mai osservato personalmente predazioni), diminuire l’illuminazione, eliminare il Microsorum a favore del muschio e introdurre una notevole quantità di Photos in emersione.

Mi era anche venuta l’idea di sistemare il getto del filtro in modo che portasse le uova di Melanotaenia nel muschio e nelle intricate radici del Pothos, in modo da salvare un maggior numero di potenziali piccoli.

Questo cambio mi ha permesso di non dover più intervenire sulla vasca ed eliminare totalmente i cambi, fonte di stress vista la notevole timidezza della specie.

Ed ecco che, come per miracolo, iniziarono le prime riproduzioni!

Devo ammettere che i buoni risultati sono collegati anche alla gestione molto low cost, con  presenza di abbondanti fanghi sul fondo, alghe verdi su tutti i vetri (meno quello anteriore) e la conseguente abbondante microfauna, che mi ha permesso di non dover alimentare spesso i piccoli avannotti.

In tutte le riproduzioni che si sono succedute negli anni sono arrivati allo stato adulto circa il 10% degli avannotti, tutti sani e apparentemente senza difetti genetici.”

Se anche voi allevate questa specie, raccontateci la vostra esperienza sul forum Acquariofilia Facile, in cui l’iscrizione è semplice e gratuita.

Fonti:

Alcune parti di testo sono state tradotte e riadattate dall’articolo “Melanotaenia praecox”, di A. R. Tappin pubblicato sul sito Rainbow fish

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