Tipologie di vetro per acquari
Di FrancescoFabbri
Veniamo al dunque. Adesso che ho appena svelato le prime curiosità riguardo a questo materiale andrò ad elencare le principali tipologie di vetro utilizzate in campo acquariofilo.
Vetro float
È un tipo di vetro diffuso in tutto il mondo ed è anche quello più frequentemente usato per la costruzione dei nostri acquari.
Si stima infatti che circa il 90% del vetro prodotto sulla terra provenga da questo processo ideato da Alastair Pilkington.
Tradotto letteralmente dall’inglese, «to float» significa «galleggiare». Inoltre, nel gergo tecnico il vetro float più comune viene chiamato vetro sodico calcico, perché la sua composizione di base è descritta dalla seguente formula chimica: Na2O·CaO·6SiO2, cioè ossido di sodio, di calcio e di silicio. Ovviamente il principale componente è il silicio, derivato direttamente dalla silice.
Per produrre questo tipo di vetro, la massa fusa appena uscita dalla fornace viene versata sopra un letto di stagno fuso, più denso del vetro. Il vetro così si stende uniformemente, galleggiante, al di sopra di esso. Il vetro poi si raffredda e solidifica mentre scorre lungo il bagno formando così un nastro continuo.
Le lastre sono più avanti «lucidate a fuoco», cioè riscaldate nuovamente con fiamme vive su entrambi i lati. Questo trattamento permette così di ottenere due superfici perfettamente parallele e soprattutto perfettamente lisce.
Le lastre realizzate con questo metodo hanno generalmente una serie di spessori standard: si parte da 2, 3, 4, 5, 6, 8, 10, 12, 15, 19, 22 fino ad arrivare ad uno spessore di 25 mm; inoltre il vetro prodotto con questo procedimento è il più economico a disposizione sul mercato per costruire un acquario.
Come riconoscerlo
Le lastre in vetro float si riconoscono molto facilmente perché se le osserviamo di taglio si nota subito un colore verdastro piuttosto pronunciato.
Questo verde è causato da una certa percentuale di impurità a base di ossidi di ferro ed è per questo che i vetri con uno spessore piuttosto importante potrebbero avere un lieve calo di trasparenza rispetto ad altre tipologie di vetri.
Vetro extrachiaro
Viene utilizzato più spesso per costruire acquari marini, ma ultimamente viene sempre più spesso utilizzato anche nell’ambio dell’aquascaping. Infatti la sua elevatissima trasparenza e la quasi totale mancanza di ossidi di ferro riducono al minimo le alterazioni di colore, tipiche del vetro descritto poc’anzi.
Ha un costo piuttosto elevato (mediamente il 45% in più del normale float) e probabilmente ha un vero senso utilizzarlo esclusivamente in vasche molto grandi. In questi casi infatti le pareti di vetro necessitano di uno spessore importante, anche sopra il centimetro e mezzo, e questo potrebbe determinare un’apprezzabile riduzione della trasparenza. Se invece è possibile rimanere sotto questo limite, la differenza tra questi due vetri è davvero quasi impercettibile.
Il vetro extrachiaro tra l’altro è molto utilizzato nell’arredamento… in Giappone ad esempio lo usano addirittura per costruirci delle scale!
Tornando a noi… l’unico vantaggio tangibile di questo vetro è indubbiamente solo la sua elevatissima trasparenza, pur avendo le stesse identiche proprietà meccaniche del comunissimo vetro float.
Questo tipo di vetro tuttavia può essere utilizzato in modo più intelligente, soprattutto nell’ottica del risparmio. Una, tre o cinque lastre sicuramente incideranno in modo diverso sul nostro budget a disposizione.
Per questo motivo, possiamo sfruttare l’extrachiaro anche solo per i tre vetri esposti del nostro acquario (frontale e laterali) o addirittura esclusivamente per la parete anteriore dell’acquario. Un vetro extrachiaro posizionato solo dove serve può infatti abbattere una buona parte dei costi, senza però penalizzare la visibilità dell’acquario.
Come riconoscerlo
E’ di una trasparenza inconfondibile. Guardandolo lungo il bordo si nota al massimo solo una lievissima sfumatura azzurrina. Questo effetto è dovuto alla ridottissima concentrazione degli ossidi di ferro, in piccola parte sostituiti da monossido di piombo (PbO), lo stesso composto solitamente aggiunto al vetro per produrre il cristallo.
Qua sotto si può vedere una lastra di vetro extrachiaro vista di profilo:
Mentre nella foto sottostante si possono vedere il vetro float e quello extrachiaro affiancati.
Credo che adesso capire la differenza tra i due vetri sia molto più facile. Inutile aggiungere altro.
Vetro stratificato
Anche se è un tipo di vetro molto meno utilizzato per costruire acquari, esso è formato da un «sandwich» di vetro con in mezzo uno strato di una materia plastica. Più precisamente, tale interstrato è a base di PVB (Poli-Vinil-Butirrale) o altre materie plastiche simili, il quale ha semplicemente lo scopo di ridurre la propagazione delle fratture in seguito ad urti accidentali. È il vetro che troviamo sempre come parabrezza sulle nostre auto.
Questo vetro è molto utile per avere un grado di sicurezza in più, specialmente in vasche dalle dimensioni particolarmente notevoli.
Come riconoscerlo
Lo si riconosce molto facilmente guardandolo di profilo: è facile, infatti, notare la presenza di una piccola riga che taglia letteralmente a metà la lastra di vetro stratificato.
Il grosso vantaggio di costruire un acquario con questa tipologia di vetro è proprio quello di proteggere la vita dei nostri pesci nel malaugurato caso in cui si verifichi una rottura. Una crepa in questo tipo vetro infatti verrà ben controllata e non si propagherà per molto spazio proprio grazie al PVB.
Quest’anima plastica interna ha lo scopo di fare da «legante» tra i due strati ed evita sia il distacco che la separazione completa dei frammenti di vetro.
Con un po’ di fortuna quindi non allagheremo la casa nemmeno con l’acquario rotto!
La sua lavorazione tuttavia è alquanto difficoltosa senza l’ausilio di attrezzature apposite. Per questo motivo consiglio caldamente di andare a farselo tagliare da un vetraio specializzato, qualora si abbia scelto questo tipo di vetro per il nuovo acquario in progetto.
Acquari a vetro curvo
Adesso parlerò degli acquari con la parete frontale curvata o «panoramica», come gli acquari della Juwel serie vision, e di acquari formati direttamente con solo 3 vetri.
Ogni negozio di acquariologia sicuramente ne ha in vetrina almeno uno, perciò credo che ne valga la pena spenderci due parole.
Anche qui avere un acquario avente il vetro frontale bombato non produce dei vantaggi in senso oggettivo. Molto spesso la scelta tra un acquario piatto o uno curvo è dettata dal mero fattore estetico. Alcuni acquariofili ad esempio preferiscono quelli con il vetro frontale curvato, proprio perché ritengono che la curvatura doni un migliore senso di profondità e una diversa gestione dello spazio interno. Allo stesso tempo altri non gradiscono questa tipologia di vetro; infatti la visione leggermente distorta può dare fastidio e di conseguenza affaticare più facilmente la vista.
Il processo di curvatura, alla fine del trattamento, non provoca nessuna modifica relativa alla resistenza globale del vetro. Il processo di curvatura controllata consiste infatti nel sottoporre il vetro (float od extrachiaro) ad un riscaldamento graduale a temperature intorno ai 600°C. A tale temperatura il vetro rammollisce parzialmente e per forza di gravità andrà ad aderire su di uno stampo curvo (concavo o convesso). Dopo questa fase, il vetro viene raffreddato in modo estremamente lento. Questo fa sì che solo ed esclusivamente la sua resistenza a flessione, rispetto al normale vetro piano, aumenti mantenendo le altre caratterstiche tecniche inalterate come detto poc’anzi. In seguito a questo raffreddamento si procede con le normali operazioni di finitura con apposite lucidatrici.
È possibile curvare vetri con uno spessore compreso tra i 4 e i 19 millimetri; al di fuori di questi valori l’operazione diventa piuttosto difficile.
Gli acquari a tre vetri, come i cubi Wave, sono prodotti con lo stesso processo utilizzato per il vetro panoramico. In questo caso però il vetro frontale servirà anche per formare le due pareti laterali. Il guadagno di produrre acquari con il vetro piegato in questo modo è quello di non presentare siliconature sulla parte anteriore così da permettere una visione a tuttotondo.
Questi tipi di vasche inoltre hanno il pregio di avere un minore numero di lastre, quindi ciò si traduce anche in meno siliconature di giunzione. Tutto questo porta anche ad una migliore solidità della vasca perché se il numero di incollaggi è inferiore, è meno probabile che si verifichi una perdita.
Allo stesso tempo, nonostante il vantaggio del ridotto numero di giunzioni di silicone, pare che non vengano prodotti cubetti a tre vetri di dimensioni importanti. Onestamente non ho mai trovato acquari a 3 vetri di capienza superiore ai 60 litri.
Due parole sul vetro temprato
Questo tipo di vetro non si può lavorare come il vetro normale. Se perciò trovate un vetraio che vi dice di lavorare il vetro temprato…
… forse vi conviene cambiare vetraio!
Ne approfitto con questa occasione per raccontare un’episodio che ho vissuto direttamente in prima persona: ho conosciuto di persona un vetraio che mi ha consigliato espressamente, insistendo anche un bel po’, di fare un acquario proprio con il vetro temprato!
Con questa occasione quindi vorrei far capire l’importanza di informarsi e di non fidarsi sempre della prima persona che capita…
Il motivo della mia battuta, poco sopra, è dovuta al fatto che nonstante questo tipo di vetro sia estremamente duro e resistente, esso ha una quantità molto elevata di tensioni interne.
Nel caso si riuscisse a creare una minima scalfitura della superifice, come quella ottenuta dal diamante del tagliavetro, il vetro temprato finirebbe istantaneamente in frantumi.
Per essere precisi, l’unica maniera per lavorare realmente tale tipologia di vetro è di effettuare una ricottura, cioè un riscaldamento seguito da un lentissimo raffreddamento, in modo che il vetro perda tutte le sue tensioni interne. Dopo la lavorazione si deve ripetere una seconda volta la tempra.
Nonostante sia considerato un vetro di sicurezza, non è particolarmente indicato per allestire un acquario.
Specialmente se di bassa qualità, in seguito ad un urto con un oggetto come anche un semplice orologio o di un anello con pietre dure, potremmo provocare danni catastrofici.
«Vetri» in acrilico
Ma stiamo parlando del vetro… che c’entra ora l’acrilico???
Sembra quasi di sentirmelo dire in questo momento!
Ebbene, seppure non stiamo parlando di un materiale vetroso, ultimamente gli acquari vengono costruiti anche con pannelli di acrilico trasparente, soprattutto quelli particolarmente grandi. Mi son chiesto perciò se potesse essere interessante farne una breve comparazione proprio con il nostro… fragile amico!!
Di per sé l’acrilico ha molti vantaggi rispetto al vetro ma, allo stesso tempo, anche pessimi svantaggi.
Eccone alcuni tra i più importanti:
- Graffi: Il vetro è molto difficile da graffiare, mentre l’acrilico si graffia quasi solo a guardarlo. In linea generale il vetro si graffia solo se lo grattiamo con una spazzola magnetica o se, per qualche motivo, strofiniamo una pietra o anche solo il ghiaietto direttamente a contatto. L’acrilico si graffia molto facilmente.
- Densità: Trasportare acquari molto grandi è una faticaccia, mentre lacrilico pesa molto meno. Infatti il vetro, mediamente, ha una densità tra i 2,4 e i 2,8 g/cm3; l’acrilico è molto meno denso.
- Supporto e rigidità: I pannelli in vetro hanno, senza ombra di dubbio, un minore spanciamento rispetto a quelli in acrilico. A parità di spessore il vetro è molto più resistente; i pannelli in acrilico, invece, devono avere una base di supporto e a parità di spessore un maggior numero di tiranti nella parte alta dell’acquario.
- Chiarezza e trasparenza: Il vetro ha un indice di rifrazione differente a quello dell’acqua; quello dell’acrilico è praticamente lo stesso dell’acqua. Con l’acrilico, cioè, abbiamo rispetto al vetro una visione migliore e nessuna distorsione, sia dei colori che dell’immagine.
- Costo: Il vetro, specialmente quello float, è estremamente più economico rispetto all’acrilico.
Come si può notare l’acrilico non va quindi scartato a priori, anzi, in alcuni particolari casi può essere considerato come una possibile alternativa.
Nonostante questo, per adesso il buon vecchio vetro manterrà robabilmente il primato nella costruzione degli acquari per ancora un bel po’…
Finita questa lunga carrellata di nozioni sul vetro, nel prossimo capitolo elencherò i principali metodi usati per incollare le pareti dei nostri acquari.