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Filtro Juwel Bioflow: perché e come modificarlo

Funzionamento del filtro Bioflow Juwel

Riprendiamo ora il nostro filtro:

Juwel ha previsto un flusso d’acqua che inizialmente passa attraverso le spugne (filtrazione meccanica), contenute in un primo cestello in uscita.
Poi si divide in due parti:

  • una va alla pompa, e torna in acquario;
  • un’altra passa attraverso un secondo cestello con materiali ceramici (filtrazione biologica), ma ad una velocità inferiore, perché è diminuita la portata dell’acqua. Questo migliora la filtrazione biologica, inversamente proporzionale alla velocità del flusso.

Quest’acqua andrà poi alla pompa, miscelandosi con il primo flusso.

Vediamo ora come è costruito un filtro Bioflow.

Schema filtro Juwek Bioflow
Schema di funzionamento

E’ innanzitutto costituito da due cestelli, che risultano molto comodi per la manutenzione.
Nel primo cestello, quello superiore, sono alloggiati:

  • 1) lana di perlon
  • 2) carboni attivi
  • 3) spugna denitrificante
  • 4) spugna a grana grossa

nel secondo cestello, quello inferiore sono alloggiati:

  • 5) Cirax
  • 6-7) spugne a grana fine.

Vediamo quindi i flussi dell’acqua:

  • A) Sono le due bocchette inferiori. L’acqua entra, lambisce il riscaldatore, acquista temperatura e finisce nel primo cestello.
  • B) Ingresso superiore. L’acqua entra e si miscela con quella proveniente da A.
  • C) Flusso di uscita.

Il flusso totale A+B attraversa il primo cestello con le spugne; in uscita si divide in due parti.
– Una parte passa attraverso una prima feritoia e va alla pompa.
– L’altra parte attraversa il secondo cestello, quindi passa per una feritoia inferiore; va alla pompa miscelandosi con quella proveniente dal primo cestello, infine torna in vasca come flusso C.

Possiamo facilmente togliere la paratia che divide il vano dei cestelli da quello con il termoriscaldatore e la pompa.
Per farlo basta togliere l’ugello di mandata pompa, la pompa e il termoriscaldatore.
A questo punto, spingiamo leggermente verso l’esterno il lato filtro dell’uscita pompa, in modo tale da sganciare l’incastro che si trova in alto; con l’altra mano sfiliamo verso l’alto la paratia che scorre dentro delle guide.

Potremo così osservare le due feritoie e il condotto che le unisce con la pompa.

I dati che seguono sono relativi al filtro Bioflow 3.0 della vasca Rio 125, non so se sono identici ai filtri delle altre vasche di differente capienza.

Paratia filtro Juwel

Vediamo che la prima feritoia, quella in uscita al primo cestello è più grande e misura:
26×20 mm ha quindi un’area di circa 520 mm².

La seconda feritoia, in uscita al secondo cestello è più piccola e misura:
26×12 mm ha quindi un’area di circa 312 mm².

La somma delle due aree risulta quindi 832 mm².

Nel calcolo, ho ipotizzato che le due feritoie siano perfettamente rettangolari, in realtà come si vede dalle foto, hanno gli angoli arrotondati, ne risulta quindi che l’area reale è leggermente inferiore a quella calcolata.

Particolare della condotta di aspirazione

Il condotto, che unisce le due feritoie alla pompa, ha una forma particolare.
Le misure sono:
– lato lungo: 37 mm
– altezza nel punto maggiore: 31 mm
– ne risulta un’area di circa 820 mm².

A questo punto si suppone che il tecnico Juwel abbia progettato la condotta in base alla somma delle due feritoie, non tenendo conto di possibili perdite di carico del filtro, dovuto ad intasamento dei materiali filtranti.
Probabilmente ha ipotizzato che siano sempre in condizioni perfette, quindi nuove.

Juwel informa, infatti, che per la massima resa bisogna attenersi ad un programma di manutenzione, che consiste nella sostituzione periodica dei materiali filtranti.

Sì… avete letto bene!… Sostituzione periodica di TUTTI i materiali filtranti, a intervalli di tempo calendarizzati.

Prevedono la seguente tempistica, per un acquario con un carico organico medio:

  • Sostituzione lana di perlon 1 volta alla settimana
  • Sostituzione filtro a carbone ogni 3-4 settimane
  • Sostituzione spugna denitrificante ogni 6 settimane
  • Pulizia ed eventuale sostituzione delle spugne ogni 3-6 mesi.
  • Pulizia ed eventuale sostituzione dei Cirax ogni 3-6 mesi.

Gli ultimi due elementi consigliano di alternarli, per non influire sulla flora batterica.
A questo punto, mi sorgono dei dubbi, e penso sorgano anche a voi!!

Perché sostituire le parti filtranti?
Negli altri filtri si sostituisce solo la lana di perlon, quando è sciupata e non più utilizzabile.
Ma qui si parla di sostituire anche le altre spugne, e anche la parte di supporto biologico!
Negli altri filtri le spugne si risciacquano di rado, e i canolicchi ceramici non si toccano proprio!

E poi… perché parte dell’acqua, uscita dal primo cestello, dovrebbe passare attraverso il secondo cestello, quando ha la possibilità di arrivare direttamente alla pompa attraverso la feritoia superiore più grande? (Via preferenziale).

Per rendere tutto più chiaro, occorre mettere dei paletti fissi.

  • La pompa di serie ha una portata di 600 lt/h, a numero di giri fisso; in aspirazione la sua depressione è sempre costante.
  • La quantità di acqua che passa attraverso la prima feritoia è costante, in quanto l’area della feritoia è fissa.
  • La portata d’acqua, che passa in tale feritoia, potrebbe diminuire solo in seguito ad un intasamento delle spugne filtranti, tale che la somma dei flussi A+B si riduca.

La somma dei flussi, A e B, non è sempre costante, ma diminuirà in base alle perdite di carico del filtro, ossia all’aumentare dell’ intasamento dei materiali filtranti.

E’ evidente che una diminuzione d’acqua in ingresso non può che andare a scapito del secondo cestello, quindi del grosso della flora batterica.

Dico “del grosso” perché le spugne superiori, con il tempo, diventano pure loro supporto per i batteri, assicurando oltre alla filtrazione meccanica una leggera filtrazione biologica.

Se poi aggiungiamo che anche le spugne nel cestello inferiore, progressivamente si sporcheranno, aumentando le perdite di carico, ne risulta che questo SAREBBE ATTRAVERSATO DA UNA PORTATA D’ACQUA MOLTO INFERIORE, O ADDIRITTURA NULLA, nei casi più estremi

Il mio professore di fisica diceva questa frase per rendere l’idea sulle perdite di carico:
“L’acqua non è stupida, se ha la possibilità di scegliere, passerà attraverso il percorso a minor resistenza.”

Affinché il filtro possa funzionare correttamente, bisogna quindi attenersi al programma di manutenzione; sostituire pertanto i materiali filtranti, secondo il calendario, in modo tale che le perdite di carico siano entro i valori di progetto.

Si ha dunque una certezza: andremo incontro ad un certo impegno economico.

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