In questo articolo presento la realizzazione di un coperchio, per un piccolo acquario da 20 litri, in… Polimetilmetacrilato!!!
Niente paura!… Per semplicità, da qui in avanti lo chiameremo Plexiglas, come tutti, dal nome che gli attribuì la prima azienda che lo produsse, negli anni ’30 del secolo scorso.
Come sempre, ho realizzato il tutto cercando materiali riciclati o a basso costo, utilizzando pochi utensili ed abusando della pazienza della mia… “Capo-Famiglia”, che per qualche sera ha visto il tavolo della cucina trasformato in laboratorio.
Possedevo già alcuni ritagli di Plexiglas, avanzati da altri “lavoretti” precedenti; all’occorrenza, nei grossi Bricocenter si possono facilmente trovare ritagli, di varie dimensioni, a prezzi più che abbordabili.
Se siete fortunati, non è impossibile risparmiare ancora di più, sfruttando i ritagli avanzati e lasciati da altri clienti.
Ho usato il Plexiglas perché ero già in possesso del materiale necessario, ma è anche possibile usare lastre di Lexan (Policarbonato), un materiale molto simile e meno rigido.
Ovviamente la facile lavorabilità rende facile graffiare le superfici; quindi, durante la lavorazione un minimo di accortezza è più che necessaria.
Questi materiali, Plexiglas o Lexan, sono venduti ricoperti da una pellicola di plastica adesiva.
Non toglietela, se non a lavoro finito; questo vi permetterà di non graffiare le superfici.
Il Plexiglas si taglia facilmente con un seghetto da traforo.
Una volta tracciate le misure, si iniziano a tagliare i vari pezzi, per poi rifinirli con carta vetrata a grana fine, per eliminare le sbavature.
Prima di tagliare le singole parti, è necessario avere le idee chiare su quello che si desidera ottenere.
Nel mio caso, ho realizzato un coperchio che potesse ospitare una lampada a LED, dotandolo di aperture per inserire il filtro angolare ed il riscaldatore, in modo da poter svolgere ogni intervento di manutenzione nel modo più semplice.
Terminate le operazioni di taglio e rifinitura, si procede con l’assemblaggio delle parti.
Si utilizzano piccole viti in acciaio inox, molto simili a quelle che fissano le componenti degli occhiali.
Queste viti non si vendono in tutti i ferramenta, ma in un buon negozio di modellismo è quasi impossibile non trovarle.
Le viti non sono invisibili, ma alla fine non si notano più di tanto.
Ad assemblaggio terminato, si può finalmente togliere la pellicola antigraffio, che ricopriva i singoli pezzi.
La seconda parte del coperchio è composta da una lastra, opportunatamente sagomata ed incernierata alle due estremità, per consentire l’apertura e le operazioni di pulizia.
In questa immagine…
…è già stata fissata la lampada ed alloggiato il filtro interno.
Nell’immagine seguente, vediamo un primo piano della parte incernierata, la cui vite di fissaggio funge anche perno:
In questa fase ho incontrato delle difficoltà, perchè una volta fissato il coperchio con le due viti-perno, ho scoperto che lo spessore delle superfici e la vicinanza delle parti mobili permetteva solo un’apertura parziale.
Perciò, prima del fissaggio definitivo e la realizzazione dei fori, vi consiglio di fare qualche prova; meglio ancora, di provare con una dima, per rendervi conto di ogni singola operazione da effettuare.
Prima di mettere il tutto in funzione, ho fatto le ultime prove…
Passato qualche tempo, dopo un minimo di maturazione, l’acquario è diventato la casa di un simpatico Betta splendens.
Ora il tutto ha circa un anno di vita:
- le plastiche hanno mantenuto la loro trasparenza in modo ottimale;
- il coperchio è facilmente smontabile;
- i vani d’ispezione, per filtro e riscaldatore, si sono rivelati di grande utilità.
Questo coperchio rimane solidale alle pareti della vasca, grazie all’estrema precisione dei bordi esterni che lo incastrano leggermente alle pareti di vetro.
Nel caso di un eccessivo gioco, un pò di silicone dovrebbe risolvere ogni problema.
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