Il Gymnocorymbus ternetzi è uno dei Caracidi più diffusi, conosciuto con i nomi comuni di «Pesce Gonnella» o «Pesce Vedovo», più raramente «Tetra nero». In questo articolo troverete tutte le informazioni che state cercando…
Nei paesi anglosassoni è chiamato “Black Widow”, ovvero “Vedova nera”.
Il nome di genere, Gymnocorymbus, significa letteramente “grappolo nudo”; non sono mai riuscito capire il perché.
La specie ternetzi, invece, è semplicemente una dedica ad un personaggio storico: Carl Ternetz, grande naturalista del primo ‘800.
Si tratta di una specie reperibile in quasi tutti i negozi di acquaristica.
Non sono mai esemplari di cattura, pertanto il costo è generalmente poco impegnativo, talvolta sotto i 2 Euro; questo non è trascurabile, visto che vanno sempre introdotti in almeno 8-10 esemplari.
La sua caratteristica principale è l’enorme pinna anale, quasi la metà del corpo del pesce.
Non ci sono ancora informazioni sicure, sui motivi che lo hanno portato ad evolvere tale singolare caratteristica, ma qualche utilità deve averla senz’altro.
Alcuni ritrovamenti fossili ci dicono, infatti, che l’animale si presenta cosi da almeno 2 milioni di anni; possiamo pertanto ritenere che tale pinna si sarebbe atrofizzata o non si sarebbe evoluta affatto, se non desse al pesce un vantaggio competitivo.
Un grande personaggio
Il G. ternetzi ebbe l’onore, nel 1895, di essere classificato da una stella di prima grandezza nella storia della Zoologia: George Albert Boulenger.
Condivide tale condizione con altre 2200 specie, tra pesci, rettili ed anfibi, che l’insigne scienziato belga (naturalizzato britannico) descrisse in oltre 5000 pagine di trattazioni scientifiche.
I suoi contemporanei lo consideravano un genio, e non soltanto loro.
Conosceva 9 lingue, tra cui Greco e Latino, era un ottimo violinista, ottenne un ruolo dirigenziale al British Museum nonostante non fosse inglese (all’epoca era quasi un insulto) e come se non bastasse, negli ultimi 30 anni della sua vita si dedicò alla Botanica con eccellenti risultati.
A tutt’oggi, malgrado le innumerevoli revisioni, dibattiti e divergenze, che hanno riguardato la famiglia dei Caracidi, il “Pesce Gonnella” non è mai stato messo in discussione.
La sua appartenenza a tale famiglia è ben evidente nell’ingrandimento qui sotto, dove evidenzio la pinna adiposa…
…ovvero la caratteristica distintiva di tutti i Caracidi.
Habitat naturale
In natura, il “Pesce Vedovo” ha la sua massima diffusione nel Rio Guaporè, affluente del Madeira.
Come si vede dalla mappa qui sotto, è uno dei tributari più meridionali del Rio delle Amazzoni.
Per questo motivo i Gonnella vengono spesso definiti “amazzonici”.
In realtà, il Guaporè si trova ai margini estremi del bacino del grande fiume.
Pensate che il suo corso segna il confine tra Brasile e Bolivia, per buona parte dei suoi 1500 km.
I Gymnocorymbus ternetzi sono molto diffusi anche nel fiume Paraguay, che si dirige verso Sud fino all’Argentina, e non è difficile capire come ci siano arrivati.
La regione del Mato Grosso, in cui hanno origine Guaporè e Paraguay, è infatti ricchissima di canali naturali e paludi, alimentati dalle frequenti inondazioni, che rendono piuttosto facili gli scambi di flora e fauna tra i due fiumi.
Più recentemente, la loro presenza è stata segnalata anche nel Rio Negro e in alcuni tratti del bacino dell’Orinoco, ma è probabile che in questo ci sia la mano dell’Uomo.
Ricordiamo che in quelle zone ci sono numerosi allevamenti, destinati proprio al commercio per acquaristica.
Comunque, la loro presenza in tali aree è molto più limitata.
Valori chimici e fisici
La parola “amazzonico” ci porta spesso alla mente situazioni estreme, con valori di acidità che possono scendere sotto pH 5.
Nel caso dei G. ternetzi non è così, proprio per la collocazione geografica del loro habitat.
Per questo vengono considerati i più facili da allevare, tra tutti i Caracidi.
La zona da cui vengono, lo abbiamo già visto, è amazzonica per un pelo, anche considerando il solo Guaporè trascurando il Paraguay.
L’acqua non scende mai sotto pH 6, e per brevi periodi può andare sopra pH 7.
Per questo motivo, in alcune schede si consiglia un range fino a 7.5-7.7; tale valore non deve essere la norma; il pesce ci fa capire, con i colori della sua livrea che preferisce una certa acidità.
Con il tempo, infatti, le bande nere laterali tendono a sbiadire, talvolta fino a scomparire del tutto.
Questo indica un evidente malessere del “Tetra Nero”, che non riesce più a stare in quelle acque così alcaline.
Come si dice sempre… il fatto che un pesce resista a condizioni ostili, non significa che dobbiamo tenercelo.
E’ pertanto consigliato un valore leggermente acido, intorno a pH 6.5; ovviamente, questo comporta una durezza carbonatica piuttosto bassa, non superiore a 3-4 dKH.
La temperatura non è molto importante.
Il “Black Tetra” si adatta benissimo ad un range piuttosto ampio, dai 20 ai 27 °C.
In un appartamento riscaldato giorno e notte, considerando anche il calore delle lampade, è perfino possibile evitare l’uso del riscaldatore.
Ovviamente, ci si riesce solo in acquari monospecifici, interamente dedicati al Gymnocorymbus ternetzi.
L’acquario del “Pesce Gonnella”
Normalmente, per questa specie si consiglia un acquario da almeno 60 litri, ma per esperienza personale ritengo di doverne indicare 80-100.
I motivi sono essenzialmente due:
- Il gruppo minimo consigliato è di 5-6 esemplari, ma questo modesto numero produce frequentemente comportamenti aggressivi.
Consiglio dunque di arrivare almeno a 8-10, e ricordate che non sono i soliti “piccoli Caracidi di contorno”; si tratta di un pesce da 7-8 cm di lunghezza, piuttosto sviluppato in altezza, il cui carico organico è simile a quello di un Apistogramma.
- Il Gymnocorymbus ternetzi è un pesce estremamente tranquillo; anche l’aggressività di cui abbiamo parlato si manifesta solo in casi particolari, e solo verso i suoi simili.
Questo lo rende adatto ad abbinamenti con moltissime altre specie.
Pertanto, anche se partite con l’intenzione di dedicargli l’intero acquario… un giorno potreste non resistere alla tentazione di arricchirlo con altri pesci.
Se avrete scelto un 60 litri, vi risulterà difficile.
Per quanto riguarda l’allestimento, il Gymnocorymbus ternetzi non vi pone alcun limite.
Non richiede ampi spazi di nuoto, come i Cardinali o i Neon; è un pesce che si muove poco ed è velocissimo solo sullo scatto breve (in questo è un vero specialista).
Potete riempire la vasca di piante di ogni genere, sia sommerse che galleggianti. Legni, radici, foglie…
Se disponete di una vasca aperta, le piante galleggianti sono addirittura necessarie per creare uno schermo, che copra la maggior superficie possibile.
Se un “Gonnella” vede qualcosa che sembra un insetto, una larva, o comunque qualcosa di commestibile, che galleggia sopra di lui, uno di quegli scatti di cui è capace potrebbe portarvelo sul pavimento.
E’ chiaro che sarebbe preferibile una vasca chiusa, ma una barriera di Pistia stratiotes è di solito sufficiente.
Il “Pesce Vedovo” è totalmente disinteressato al materiale di fondo: ghiaietti, sabbie, Gravelit di qualsiasi marca, materiali drenanti come Akadama… quello che volete.
L’importante è che abbia un colore scuro, per evitare disorientamento legato alla luce riflessa.
Concludo ringraziando gli autori delle immagini, per averle rilasciate sotto licenza Creative Commons.
Il ritratto di G. Boulenger è di pubblico dominio.
Se volete approfondire la conoscenza di questi meravigliosi pesci vi invito a registrarvi sul nostro forum di Acquariofilia Facile.