Manutenzione del filtro
Finalmente abbiamo acquistato il nostro filtro e lo abbiamo montato!
E adesso? Cosa dobbiamo fare per farlo funzionare al meglio senza avere problemi? Un nostro moderatore si è fatto fare una maglietta apposta per spiegarlo…
Non toccando il filtro, o comunque facendolo solo in caso di problemi, eviteremo di intaccare la flora batterica che vi si è insediata e ci risparmieremo possibili rischi come picchi di nitriti, o in alcuni casi alghe o cianobatteri.
Se il nostro filtro contiene lana di perlon e/o spugne potrà essere necessario intervenire nel caso in cui la portata diminuisca troppo o addirittura si fermi.
Nel caso questo succedesse potremmo procedere a cambiare la lana di perlon e/o a sciacquare le spugne per eliminare parte dei detriti che vi si sono accumulati.
Qualunque risciacquo o pulitura dei materiali filtranti deve essere svolto in un contenitore nel quale avremo messo un po’ d’acqua tolta dall’acquario.
Dopo averli sciacquati – mi raccomando – buttiamo via l’acqua senza riutilizzarla.
Se usassimo l’acqua di rete, il cloro in essa contenuto potrebbe eliminare i batteri che si sono insediati nelle spugne.
Diversamente dai supporti meccanici (lana di perlon e spugne), i materiali del supporto biologico (cannolicchi, bioballs…) non vanno mai puliti.
Sappiamo che alcuni consigliano la loro pulizia regolare per rimuovere quello che chiamano «sporco» o «melma»: eppure è qui che vive la maggior parte dei batteri e, con questi interventi, otterremo solo la loro eliminazione (se non di tutti, di buona parte di essi).
Vediamo ora qualche altro possibile problema che potremmo riscontrare nella vita del nostro filtro.
I problemi più comuni…
Girante intasata
A lungo andare, sopratutto se non ci sono molti materiali che trattengono i residui, potrebbe capitare che la girante della pompa si blocchi o giri più lentamente.
In questo caso è necessario pulire la girante; dopo aver scollegato la pompa bisogna aprirla…
rimuovere la girante…
… e pulirla bene dall’eventuale sporco che vi si è depositato.
L’ideale per questa operazione è un vecchio spazzolino da denti.
Una volta pulita la girante, e con l’occasione anche il resto della pompa, sarà sufficiente rimontarla. Nella maggior parte dei casi questa operazione risolve il problema.
Movimento eccessivo dell’acqua
Se la pompa scelta ha una portata troppo elevata, può capitare che il movimento dell’acqua in uscita dal filtro sia eccessivo: ce ne accorgiamo perché le piante si piegano e i pesci possono essere infastiditi (alcuni pesci come il Betta preferiscono acque ferme).
Nel caso in cui ne abbiamo presa una con portata regolabile, la prima cosa da fare è quella di provare a ridurla. Se questo non basta, o se la portata non è regolabile, si possono adottare varie soluzioni.
Quella più semplice e veloce è dirigere il flusso d’uscita del filtro verso un lato dell’acquario; se il bocchettone d’uscita non lo permette, si può ottenere lo stesso risultato aggiungendoci un gomito.
La forza dell’acqua in uscita non cambia ma, quantomeno, non sarà diretta verso piante e pesci.
In alternativa si può usare una spray-bar, cioè un tubo forato posto all’uscita del filtro.
Il flusso d’acqua sarà in questo modo diviso in tanti piccoli getti, creando meno corrente in acquario.
Lo svantaggio di tale sistema, se la spray-bar è montata come in foto, è che disperde molta CO2 smuovendo la superficie dell’acqua; per ovviare al problema è sufficiente fare in modo che l’uscita sia sotto alla superficie.
Se il filtro non è dotato di spray-bar è possibile costruirsene una utilizzando un tubo di plastica o gomma e facendogli tanti piccoli buchi con il trapano.
Un’ultima alternativa è quella di ridurre il flusso inserendo nel tubo di uscita della lana di perlon; limiterà la forza dell’acqua, ma con il rischio di otturare l’uscita.
Filtro che gorgoglia
Durante la vita del filtro potrebbe capitarvi di sentirlo «gorgogliare» (quanto meno, a me è successo). Il problema è quasi sicuramente dovuto al fatto che i materiali filtranti sono molto sporchi e la pompa non riesce ad aspirare correttamente l’acqua; al gorgoglìo normalmente sono associate delle bollicine d’aria che escono dal filtro.
Nel caso di un filtro interno, aprendolo, probabilmente scoprirete che il livello dell’acqua all’interno è molto basso.
La pulizia dei materiali filtranti e/o delle prese di aspirazione dovrebbe risolvere facilmente il problema.
Sempre nel caso di filtri interni, verificate che il livello dell’acqua in acquario sia sufficiente e il filtro non sia sotto al minimo indicato.
Se invece avete un filtro esterno, probabilmente è presente dell’aria al suo interno a seguito del primo avvio o di una pulizia.
Se inclinate il filtro, la pompa dovrebbe aspirare le bollicine e farle uscire velocemente, facendo tornare tutto alla normalità.
Nel caso eroghiate CO2, fate attenzione a non somministrarla prima dell’ingresso del filtro facendogli aspirare le bollicine; anche se può sembrare una buona idea per scioglierla meglio, si rischiano problemi alla pompa che potrebbe danneggiarsi.
Blackout elettrico
Talvolta capita che «salti» la corrente. Se accade, il filtro non funziona (a meno che non lo abbiate collegato a un generatore di emergenza)…
Tuttavia, se il filtro rimane fermo qualche ora (e probabilmente anche qualche giorno) non succede niente; se invece il blackout persiste per più tempo allora si potrebbero avere dei problemi ai batteri che vi si sono insediati.
Ultimamente mi è capitato di leggere questa affermazione:
Se il flusso d’ossigeno viene interrotto per più di 15 minuti (a causa dello spegnimento della pompa, di un black-out elettrico o anche solo per manutenzione) i batteri del filtro muoiono e si trasformano in «liquame»; alla ripartenza del filtro tale «liquame» viene sversato in acquario con conseguente avvelenamento e morte di tutti i pesci a causa dei nitriti in pochi minuti.
Fortunatamente tale affermazione non è vera: senza o con poco ossigeno i batteri iniziano a consumare i nitrati e poi i fosfati; in questi casi, annusando il filtro, si sentirà il classico odore di uovo marcio, mentre un filtro in ottimo stato non ha odore.
I batteri aerobici in questa situazione attivano infatti un processo chiamato «respirazione endogena», attraverso il quale utilizzano i nutrienti e il poco ossigeno disponibile per mantenere le loro funzionalità vitali anche se limitate.
Diversi studi riportano che, in caso di mancanza di ossigeno, la morte dei batteri aerobici è limitata al 5-12% al giorno; se il filtro fermo rimane aerato e immerso in acqua tali percentuali si abbassano.
Per quanto riguarda la sopravvivenza dei batteri nitrificanti: non ci sono molti studi a riguardo, ma si stima che decadano a un ritmo molto più basso di quello degli eterotrofi (circa 1-2% al giorno).
Quindi, a meno che il filtro non rimanga completamente a secco per diverso tempo, non c’è nessun problema alla sua ripartenza.
La diminuzione dei batteri e la loro vitalità limitata li rende tuttavia meno efficienti nella trasformazione dell’ammonio; in un acquario molto piantumato questo problema potremmo non rilevarlo, in quanto saranno le piante a utilizzarlo per la fotosintesi.
Inoltre, più l’acquario è maturo e meno problemi si avranno dato che, nel frattempo, i batteri si saranno insediati dovunque e non solo nel filtro.
In qualsiasi caso, per stare più tranquilli, durante il periodo di fermo e nel primo periodo successivo conviene non dare da mangiare ai pesci, in modo da limitare il carico organico e tenere sotto controllo i nitriti per controllare se avviene un nuovo picco; pesci che respirano velocemente o boccheggiano in superficie sono il segnale che questo sta avvenendo.
Con questo concludiamo, speriamo di essere stati utili e vi invitiamo ad iscrivervi al forum di Acquariofilia Facile.