Home Allestimento e Aquascaping Cambio d’acqua: necessario o superfluo?

Cambio d’acqua: necessario o superfluo?

Questione di pigrizia?

Un’accusa che spesso viene sollevata, all’indirizzo degli eretici… “Siete soltanto pigri!”
In sostanza, tutti i discorsi sugli ecosistemi, sulla biochimica, sugli equilibri, servirebbero solo a mascherare una scomoda verità: non abbiamo voglia di armeggiare con secchi e taniche.
Qualcuno ci invita perfino a collezionare francobolli.

Credo di essere la persona giusta, per rispondere a questa accusa, proprio in virtù del mio passato… “canonico”.
Quando eseguivo manutenzioni regolari, secondo il manuale del bravo acquariofilo, me la cavavo con un’oretta di lavoro; sifonatura, cambio d’acqua, biocondizionatore, test, fertilizzanti, spugne del filtro, lana perlon… tutto secondo le istruzioni.
Poi c’era la potatura, ma quella va fatta comunque, anche adesso.
Generalmente, la Domenica mattina era riservata all’acquario (all’epoca ne avevo solo uno).

Era diventata una routine, non mi pesava affatto ed avevo acquisito una certa organizzazione.
Nei miei primi 7 anni da acquariofilo, seguendo quei metodi, non avevo capito nemmeno a cosa servisse la CO2; la usavo perché qualcuno mi aveva detto che era meglio.

Da quando sono “eretico”, i nuovi metodi mi hanno costretto a capire quello che faccio.
Ho passato notti insonni a scartabellare con Google Translate, leggendo trattazioni in lingue che nemmeno ricordo.
Dal Portoghese, dal Francese, dal Russo… ho anche scoperto che il traduttore automatico sa interpretare gli ideogrammi cinesi, prima non lo sapevo.

Ore e ore ad osservare l’acquario, il colore di una foglia, il movimento di una branchia…
Ho imparato quali specie richiedono potassio, quelle che vogliono il ferro, quelle che si nutrono dal fondo… e poi le alghe, i batteri, le leggende metropolitane su nitrati e fosfati…

A volte mi sono chiesto: “Ma non era più facile cambiare l’acqua?”
Ovviamente, la risposta è “Sì”… era senz’altro più facile. Ma oggi mi rendo conto che il mio acquario non sarebbe stato un ecosistema; solo un contenitore pieno d’acqua.

Quindi, qual è la vera pigrizia?… E qual è il vero impegno?
Talvolta, i “canonici” che ci accusano di pigrizia, dicono di essere competentissimi: “Faccio acquari da 40 anni, ho uno scaffale pieno di libri e l’abbonamento a tre riviste specializzate.”
Poi gli dici che hai le alghe filamentose… e ti rispondono di usare il Protalon!

La domanda nasce spontanea.
40 anni di libri e riviste, non sai ancora da cosa dipendono le filamentose…
…e quello pigro sono io?

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