Home Allestimento e Aquascaping Acqua di rubinetto: va bene o no per l’acquario?

Acqua di rubinetto: va bene o no per l’acquario?

Il sodio

– Dicevo: il sodio purtroppo spesso viene sottovalutato, ma è molto importante nella chimica cellulare; interviene nei processi di assorbimento dei nutrienti delle piante.
In particolare, influenza l’assorbimento del potassio, che è fondamentale per la sintesi delle proteine. Il meccanismo con cui interferisce si chiama pompa sodio-potassio.

– Aspetta, l’ho già sentita questa cosa…

– Si trova nella parete cellulare di piante e animali.
Fa entrare ioni di potassio e fa uscire quelli di sodio.

– Interessante…

Rappresentazione della pompa sodio-potassio nella parete cellulare
Rappresentazione della pompa sodio-potassio nella parete cellulare

– Per funzionare richiede energia, in quantità sempre maggiore all’aumentare della concentrazione di sodio, all’esterno della cellula (ovvero nell’acqua).
Quindi, una pianta farà più fatica ad assorbire il potassio in un’acqua ricca di sodio.
Ci troveremo con piante che non crescono, o che mostrano carenze di potassio, nonostante una fertilizzazione abbondante.

– Ma quando si può dire che c’è troppo sodio?

– Guarda, non c’è un valore assoluto; anche perché alcune piante sono più tolleranti di altre, ad esempio il Microsorum pteropus (detta “Felce di Java”, che resiste a quantità di sale altissime), il Taxiphyllum barbieri (muschio di Java), l’Egeria densa e la Cryptocoryne ciliata. Ce ne sono anche altre. Te le scrivo su un foglio.

Microsorum, Egeria e Muschio di Java; le piante che hanno maggiore resistenza al sodio

Scrissi:

  • Ceratophyllum demersum
  • Anubias barteri
  • Bacopa monnieri
  • Riccia fluitans
  • Hygrophila
  • Pogostemon stellatus
  • Limnophila sessiliflora
  • Vallisneria
  • Sagittaria
  • Nymphaea zenkeri
  • Lilaeopsis brasiliensis
  • Cladophora aegagropila
  • Myriophyllum aquaticum
  • Cabomba palaeformis e caroliniana
  • Shinnersia rivularis
  • Nymphoides aquatica
  • Elodea canadensis
  • Eleocharis acicularis
  • Lemna minor
  • Ceratopteris thalictroides

– E per quelle che non tollerano il sale?

– Sotto i 10 mg/litro di sodio puoi stare tranquillo, nessuna pianta avrà problemi. Ovviamente non significa che se la tua acqua ha 11 mg/litro di sodio non la puoi usare per le piante più sensibili; semplicemente più sale c’è peggio cresceranno… Non si può dare un valore preciso oltre il quale muoiono… La cosa è progressiva.

Poi è ovvio che, con 100 mg/litro, piante come la Cabomba aquatica o la Ludwigia inclinata non possono sopravvivere. Con quell’acqua ci si dovrà limitare a poche specie resistenti, e anche loro con meno sodio starebbero meglio.

– Ma ce ne può essere davvero così tanto, nell’acqua di rubinetto?

– Sì, il limite stabilito dalla legge è 200 mg/litro; è un valore che non viene raggiunto quasi mai, ma a volte capita di trovarsi con un’acqua comunque troppo ricca di sodio, magari con 50 o 100 mg/l, che limita molto la scelta delle piante. È comune soprattutto nelle località costiere e nel sud d’Italia: lì le falde acquifere spesso sono contaminate dall’acqua di mare.

– Fin qui abbiamo parlato di piante… Ma il sale fa male ai pesci?

Pesce sotto sale

– Anche qui…non tutte le specie sono uguali. Dipende dalle condizioni in cui vivono in natura.
Guppy, Platy e Molly vivono talvolta in acque salmastre; anche i Carassi tollerano abbastanza bene il sodio, mentre pesci come Discus, Cardinali e Neon hanno una tolleranza molto più bassa.

– Ma come facciamo a conoscere la concentrazione di sodio nell’acqua?

– Non è semplice e non esistono test a reagente per il sodio.
Esiste qualche test elettronico, ma a prezzi decisamente proibitivi. Noi poveri acquariofili dobbiamo limitarci ad andare a guardare le analisi del gestore.

– Ma se uno non le trova?

– I test da acquaristica ci danno qualche indizio, ma nessuna certezza. Innanzitutto, il sodio si trova nell’acqua principalmente in forma di cloruro di sodio, ma anche in forma di bicarbonato di sodio, come quello che vendono anche al supermercato…
È un sale che aumenta la durezza carbonatica (il KH) ma non la durezza generale (il GH); quindi un KH maggiore del GH può indicare la sua presenza.
Il cloruro di sodio, invece, non viene misurato da nessuno dei due test.

– Quindi anche con KH e GH «normali» la nostra acqua può contenere grosse quantità di sodio.

– Esatto. Altro indizio ci viene dal conduttivimetro.
Il sodio è l’elemento che, a parità di peso, aumenta maggiormente la conduttività; 100 mg/l di sodio danno circa 300 μS/cm.
Se la conduttività dell’acqua di rubinetto è alta, è probabile che ci sia sodio in abbondanza.
Giusto per rendere l’idea, un’acqua senza sodio con un GH 15 ha una conduttività attorno a 500; se invece misuriamo 800 μS/cm, probabilmente il sodio è abbondante.
Ovviamente sono numeri da prendere con le pinze: la conduttività dipende da tutti i sali presenti, non da una semplice durezza.

– Cavolo, si è fatto tardi! Che ne dici di fermarti a cena? Ci facciamo due spaghi?

– Con gran piacere! E adesso basta acqua: parliamo di vino!

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