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L’alcoolatura d’aglio

Tra le varie potenzialità, spicca il potere antibiotico naturale dell’aglio.
È quindi indicato per tutte le malattie dei pesci dove si renda necessario intervenire con cure a base di antibiotico tradizionale.

L’effetto antibiotico agisce dall’interno potenziando le difese immunitarie dell’intestino, dando vita a un esercito di batteri «buoni» che si arma per sconfiggere il nemico rappresentato dai batteri «cattivi» e parassiti dei nostri pesci.

Quindi l’aglio deve essere ingerito e assimilato.

Benefici dell'aglio

L’alcoolatura d’aglio deve essere assorbita dal cibo che somministriamo e consumata dai pesci… anche da quelli apparentemente sani o effettivamente non infetti.
Farà bene anche a loro.

Ho personalmente sperimentato l’alcoolatura d’aglio in acquario in due occasioni; eccone il resoconto.

Setticemia emorragica

Si tratta di una malattia contratta da una giovane Parrot fish yellow (ciclide pappagallo) di oltre 2 anni e sempre in perfetta forma.
Dopo 23 deposizioni è stata affetta da setticemia emorragica di origine batterica: due vistosissime chiazze sanguinolente, di cui una fortemente ulcerosa e con evidente perdita di materia.

Pesce affetto da setticemia emorragica

Ciò che ha provocato la perdita dei tessuti sottocutanei è stata l’aggressione da parte dei suoi piccoli (non più troppo piccoli), che hanno banchettato sul suo corpo fino a procurarle una ferita di circa tre millimetri di profondità in corrispondenza dell’intestino, con macchia emorragica estesa su tutta la periferia della ferita.

Al momento dell’intervento le sue possibilità di reagire agli attacchi erano scarse.
Aveva un’altra macchia rossa con diverse squame sollevate al centro in posizione adiacente la pinna dorsale, al centro del corpo.
I suoi piccoli sono nati dall’unione con un Cichlasoma citrinellum, e rispondono all’istinto particolarmente aggressivo della loro specie in presenza del colore e dell’odore del sangue.

La cura

Ovviamente una ferita di quelle proporzioni necessita di un disinfettante efficace come il Betadine® (per uso umano), con trattamenti locali fuori dall’acqua.
Purtroppo il mio pescetto era già martoriato di suo, e il trattamento fuori dall’acqua avrebbe aggravato il suo stress.

Ho quindi usato un portafrutta in vetro trasparente tenuto a mollo nell’acquario, in modo da poter osservare costantemente ulteriori disagi dell’animale e intervenire di conseguenza.
In questa situazione la Parrot ha quindi subito un primo trattamento in immersione per 30 minuti, in circa 2 litri d’acqua con 12 gocce di disinfettante.

L’inizio della cura

Dopodiché ho proseguito il trattamento con l’alcoolatura d’aglio.

Fin dal primo giorno di cura, l’aglio ha dato il meglio di sé, confinando e limitando l’infezione con effetto pressoché immediato.

Nei giorni successivi ho potuto assistere al graduale e costante miglioramento, senza notare mai un minimo segnale di regressione, anche nella ferita più profonda.

Dopo qualche giorno

Dopo 4 o 5 giorni, la macchia emorragica meno grave era ormai poco visibile; la ferita, invece, si era già ridimensionata in grandezza e profondità, anch’essa senza più tracce di sangue.

Sei giorni dopo

Ecco la Parrot dopo circa venti giorni.
La ferita mostra un evidente miglioramento e un recupero dei tessuti.

Dopo 20 giorni

Loretta, la mia Parrot, ha impiegato circa trenta giorni per arrivare a completa guarigione con il solo aiuto dell’aglio.

Le dosi

Per questa cura ho usato l’alcoolatura d’aglio allo stato puro, abbinata a mangimi e gamberetti secchi, per tutta la durata della terapia.
Ho alimentato il pesce due volte al giorno con dosi di cibo dimezzate rispetto all’alimentazione monodose ordinaria.
Per poter garantire l’effetto quotidiano dell’antibiotico all’aglio non ci sono stati giorni di digiuno.

Le dosi usate sono state le seguenti:

1° giorno:

  • 2 gocce in 5 ml d’acqua (1° pasto);
  • 4 gocce in circa 2 ml d’acqua (2° pasto).

2° giorno:

  • 10 gocce di essenza con 20 gocce d’acqua (1° pasto);
  • 20 gocce con 10 gocce d’acqua (2° pasto).

Nei giorni successivi ho usato circa 30 gocce di alcoolatura d’aglio senza aggiunta di acqua per circa 30 esemplari di media/grossa taglia, somministrando il composto a tutta la comunità, senza isolare l’esemplare infetto.

I pesci vi ringrazieranno

Per questa terapia sconsiglio l’utilizzo di mangime vivo o congelato: sebbene sia il migliore alimento proteico, non è in grado di assorbire l’alcoolatura come gli alimenti disidratati (larve di zanzara, artemia, naupli, …).

Oodinium

Un giorno, nel mio acquario, ho notato quattro o cinque pesci con vistosi puntini/macchie bianche sul corpo diffusi in corrispondenza di alcune squame sollevate.
Il primo pensiero fu: «Accidenti, hanno preso l’ictio!».
Tuttavia le squame sollevate mi fecero riflettere e mi convinsi che non si trattava di ictioftiriasi.

Puntius pentazona con Oodinium

Si trattava infatti di Oodinium: anche gli esemplari meno infetti cercavano di grattarsi le branchie qua e là (questo solitamente è uno dei primi sintomi in forma leggera), mentre quelli più colpiti evidenziavano squame sollevate ricoperte di bianco.
Il problema era quindi una colonia di parassiti.

La cura

Per la cura dell’Oodinium ho diluito l’alcoolatura in qualche goccia d’acqua; in seguito ho concentrato la dose fino allo stato puro, inserendo oltre 30 gocce.

L’acquario conteneva circa 30 esemplari di media/grossa taglia e, in caso di infezioni, è meglio trattare tutta la comunità.

Betta con Oodinium

L’effetto antibiotico offre una copertura fino a 12 ore; è opportuno quindi valutare il decorso della malattia giornalmente e con dosi appropriate.

Questa cura è durata quattro giorni.
Dopo il secondo giorno ho potuto osservare la scomparsa dei puntini bianchi, ma ho proseguito fino a un paio di giorni dopo la remissione degli ultimi sintomi.
Non ci sono controindicazioni per trattamenti prolungati oltre i dieci giorni.

Le dosi

Sono partito da 2 gocce d’alcoolatura diluite in 5 ml d’acqua; poi ho aumentato le gocce e, infine, ho usato l’alcoolatura pura.

Il dosaggio è lo stesso usato nel caso della setticemia emorragica, e cioè:

1° giorno:

  • 2 gocce in 5 ml d’acqua (1° pasto);
  • 4 gocce in circa 2 ml d’acqua (2° pasto).

2° giorno:

  • 10 gocce di essenza con 20 gocce d’acqua (1° pasto);
  • 20 gocce con 10 gocce d’acqua (2° pasto).

Nei giorni successivi ho inzuppato il cibo nell’alcoolatura pura, senza diluizione.

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