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I Coralli: guida introduttiva

L’alimentazione dei coralli

In generale, l’alimentazione dei coralli è rappresentata da batteri, zooplancton (organismi animali dalle dimensioni quasi microscopiche) e fitoplancton (alghe unicellulari).

In acquario è davvero difficile ricreare le condizioni presenti in natura.
Fortunatamente per noi, molti di loro riescono ad adattarsi alla cattività, potendo usare la luce come principale fonte di energia per la sopravvivenza e la crescita.

In tal senso, una distinzione importante di cui tener conto è quella tra coralli zooxantellati e coralli azooxantellati.

I coralli zooxantellati si nutrono principalmente sfruttando la simbiosi con le Zooxantelle, alghe unicellulari che vivono all’interno dei coralli.
Queste alghe, attraverso la fotosintesi, convertono l’energia luminosa in energia utile per il corallo, e a loro volta ricavano protezione dalla sua struttura calcarea.

Per allevare questi coralli – detti «fotosintetici» – è quindi necessario adeguare la fonte di luce alle loro esigenze.

Corallo fotosintetico - Capnella
Corallo fotosintetico – Capnella (fonte: Wikimedia Commons)

I coralli azooxantellati invece sono totalmente privi di alghe simbionti, e sopravvivono solo grazie alla predazione di altri animali.

Sono detti «non fotosintetici», non necessitando di particolari accortezze in termini di luce, ma in acquario è complicato dar loro quello di cui si cibano, considerando che predano quasi esclusivamente zooplancton e hanno bisogno di continua alimentazione.

Per allevarli è necessaria molta esperienza, oltre che una vasca dedicata solo a loro.

Corallo non fotosintetico – Tubastrea Coccina (fonte: Wikimedia Commons)

Per capire come alimentarli dobbiamo però tener conto che, anche nel caso dei fotosintetici, spesso le alghe simbionti da sole non bastano a sfamarli.

La maggior parte dei coralli infatti sono carnivori.
Si nutrono principalmente di zooplancton, per esempio copepodi o larve zooplanctoniche.

In mare, durante le ore notturne, in un solo metro cubo d’acqua si trova una quantità di zooplancton così elevata da far sembrare l’acqua torbida.
Quando ciò avviene, i coralli SPS e LPS estroflettono i loro polipi per catturare questi piccoli organismi, che vengono poi assimilati da una sorta di apparato digerente interno al polipo.

Corallo LPS Caulastrea: a sinistra con i polipi ritratti, al centro e a destra con i polipi estroflessi in cerca di cibo (foto di Aleph0)

In un allestimento con coralli duri dovremo quindi somministrare del cibo in forma organica.

Per i coralli LPS andrà bene anche il granulare per pesci, oppure piccoli pezzi di cozze, vongole o artemia salina viva, dato che questi coralli hanno una grossa bocca e polipi capaci di catturare cibo di discrete dimensioni.

I coralli SPS, invece, hanno una bocca molto più piccola (parliamo di millimetri, se non meno) e i loro polipi possono catturare solo cibo minuscolo.

In commercio esistono dei mangimi appositi, spesso costituiti da zooplancton liofilizzato; andranno disciolti in acqua per creare una sorta di sospensione da dosare in vasca o direttamente sopra l’animale, ad esempio con l’uso di una pipetta.

Corallo LPS Euphyllia Glabrescens con polipi estroflessi

I coralli molli, invece, sono privi di apparato digerente e non hanno la capacità di catturare microprede.
Riescono però ad assimilare il carbonio attraverso il particolato organico presente in acqua; alcune specie sono anche in grado di cibarsi di microalghe (fitoplancton).

Per un allestimento dedicato ai molli non dovremo quindi preoccuparci di alimentarli, sarà sufficiente assicurarsi che l’acqua non sia troppo povera di nutrienti.

Corallo molle Xenia Pumping e in secondo piano un corallo LPS Caulastrea (foto di Aleph0)
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