Home Pesci Rossi e altri d'acqua fredda Pesce Rosso con pancia gonfia: Hoferellus carassii

Pesce Rosso con pancia gonfia: Hoferellus carassii

Anche gli acquariofili più esperti, talvolta, devono fronteggiare le malattie dei propri pesci.
Per chi alleva Pesci Rossi, esiste una micidiale e semi-sconosciuta patologia, dovuta a un poco simpatico animaletto: l’Hoferellus carassii che provoca la pangia gonfia.


Questo parassita causa una cronica infezione renale, chiamata Hoferellosi.
Nei carassi, determina una distensione addominale (la “pancia gonfia“), che molto spesso appare prima su un solo fianco, per poi estendersi successivamente anche all’altro.

idropisia pesce rosso pancia gonfia

Come si nota chiaramente dalla foto, con l’evolversi della malattia, i pesci colpiti diventano molto simili a una pigna.

In linea generale, possiamo dire che gli animali cosi gonfi soffrono di una condizione di idropisia (anormale ritenzione di fluidi, con distensione del ventre).

Esistono molte cause che possono scatenare un fenomeno di idropisia nei pesci:

  • infezioni batteriche
  • infezioni virali
  • neoplasie addominali
  • problemi di osmoregolazione
  • rene policistico (cisti renali)

A differenza delle malattie appena elencate però, i pesci affetti da Hoferellosi non mostrano segni clinici fino quasi alla morte.
Gli animali mangiano e nuotano normalmente, nonostante i parassiti siano già presenti nel loro corpo.

Il gonfiore su un solo fianco è l’unico segno visibile, esternamente, che ci consente di eseguire una diagnosi attendibile senza una autopsia:

Autopsia post mortem su Pesce Rosso affetto da Hoferellosi

Altra caratteristica fondamentale dell’Hoferellosi è che si manifesta prevalentemente in estate.

Ciclo del parassita e infezione

Lo sviluppo dell’Hoferellus carassii ha una chiara stagionalità.

  • Da Ottobre a Novembre, i giovani parassiti si “incistano” nei canali urinari e renali dei Carassi. La loro dimensione è di circa 10 µ (milionesimi di metro, o millesimi di millimetro).
    La moltiplicazione dell’Hoferellus è seguita da una suddivisione delle cellule infette.
    I canali urinari e il tubulo renale si dilatano gradualmente.
  • Da Novembre a Dicembre, la dimensione delle cellule della pelle, dilatate, raggiunge il massimo sviluppo.
    Il parassita, in questa fase, si sviluppa quindi nel cosiddetto plasmodium, diventando a tutti gli effetti “maturo”.Gli sporozoi che si creano sarebbero in grado di rilasciare spore e infettare altri pesci. Risultano però ancora “incistati” all’interno delle cellule del povero ospite, pertanto sono ancora innocui per gli altri pesci in vasca.
  • Da Gennaio a Febbraio, il plasmodium viene alla luce.
    I parassiti si sviluppano e crescono al di fuori delle cellule del pesce, a partire da questi mesi, raggiungendo le dimensioni di circa 100 µ.
  • Da Aprile , le spore dell’Hoferellus iniziano a svilupparsi al di fuori del corpo del pesce, in assenza di ospite.
    L’Hoferellus viene infatti espulso attraverso l’urina.

Da questo periodo in poi, sono visibili al microscopio nuovi e immaturi parassiti, nel tessuto epiteliale dei pesci che condividono la vasca con gli animali infetti.

Nei Pesci già malati, invece, i parassiti continuano a svilupparsi in vari stadi.
Dopo circa un anno dal primo contatto, tra i carassi e l’Hoferellus, il risultato è molto spesso simile a questo:

La foto mostra gli effetti finali del parassita su un Pesce Rosso: l’animale è ormai estremamente gonfio, la funzione renale è compromessa e gli occhi sono sporgenti. Si nota l’evidente gonfiore presente su un solo fianco del pesce.

Purtroppo, senza un intervento esterno, tutti i pesci colpiti sono destinati a morte certa.

E’ quindi importante far notare che…

  1. Nel caso un vostro animale sviluppi la “pancia gonfia”, non è affatto detto che ciò sia dovuto a scellerata conduzione dell’acquario.
    Anzi, molto probabilmente il parassita era già presente nel suo corpo, al momento dell’acquisto.
    Questo vale quasi sempre per animali che sono nelle vostre vasche da meno di un anno.
  2. Chi sostiene che l’idropisia non sia contagiosa, lo fa per pura ignoranza.
    Se infatti la “pancia gonfia” è dovuta all’Hoferellus carassii, più dell’80% dei pesci presenti sarà infettato entro un anno dalla comparsa del primo caso.
    Bisogna isolare immediatamente gli animali che presentano il minimo sintomo di gonfiore.
  3. L’infezione non si propaga sempre da un pesce all’altro. Ospiti intermedi sembrano essere due vermi: il Branchiura sowerbyi e il Nais elingius.

E’ possibile curare l’Hoferellosi?

Curare questa malattia è molto difficile, ma possibile.
Innanzitutto è necessario cercare di individuarla prima possibile. Solo una diagnosi precoce può salvare la vita dei nostri amici, dato che ogni cellula infetta sarà inevitabilmente distrutta dal parassita.

Bisogna sempre isolare immediatamente tutti i pesci che mostrano segni di presenza del parassita.
Anche i pesci sani vanno spostati a parte, e la vasca che li ospitava deve essere disinfettata.

Cure medicinali

Fino alla fine del 1990, l’unico farmaco efficace contro l’Hoferellus era la Fumagillina (attualmente fuori commercio in Italia), una molecola utilizzata anche dagli apicoltori per combattere alcuni parassiti delle api.

Questo prodotto annulla la possibilità che si sviluppi l’Hoferellosi, nei pesci entrati a contatto con esemplari che hanno sviluppato la patologia.

Il grado di successo della terapia, con questo farmaco, dipende dal livello raggiunto dall’infezione, nel momento in cui si inizia a somministrare.

Studi più recenti, condotti in allevamenti ittici in Grecia, hanno dimostrato l’estrema efficacia di un altro farmaco: l’Amprolium.

Oltre ad essere maggiormente efficace rispetto la Fumagillina, è possibile reperirlo in tutte le farmacie veterinarie, senza obbligo di ricetta medica. E’ infatti utilizzato per la cura del pollame.

E’ preferibile utilizzare l’Amprolium in combinazione con un altro prodotto, la Salinomicina Sodica (farmaco usato per la cura dei conigli). La terapia va sostenuta per circa 60 giorni, alimentando giornalmente i pesci con del mangime medicato. Le dosi da utilizzare, per entrambi i farmaci citati, sono di 1 mg di medicinale ogni 10 grammi di cibo.

Ecco l’immagine del pesce rosso mostrato sopra, dopo aver effettuato una cura di una decina di giorni con Amprolium:

Cure naturali

Una possibile cura può essere effettuata con dei cicli di alte temperature: al di sopra dei 30 gradi centigradi infatti, l’Hoferellus sembra risentirne molto.

Consiglio cicli di 24 ore, in acqua e sale con concentrazione dello 0,3%, mantenendosi al di sopra dei 30 °C.

Il giorno seguente si abbassa la temperatura, di 3-4 gradi, mantenendo l’animale in acqua totalmente dolce.
È opportuno effettuare almeno 7 bagni ad alte temperature.

La terapia termica non può essere considerata come curativa, per i pesci con evidenti segni di infezione, ma può salvare la vita agli altri pesci, che erano in contatto con l’esemplare ammalato.

Un’ulteriore terapia, ancora in fase sperimentale, può essere effettuata con un prodotto del tutto naturale, il Timolo.
Esso viene ricavato direttamente dalla pianta del Timo.

Questo prodotto ha proprietà antimicotiche e antisettiche.

I cristalli di Timolo vanno disciolti in olio naturale (da preferire l’olio di pesce) ed aggiunti al cibo, nella misura di 5 g di farmaco ogni 250 g di mangime.
La durata della terapia è di 14 giorni.

Se non diversamente specificato, tutte le immagini di questo articolo sono sotto licenza Creative Commons.
Un ringraziamento ai rispettivi autori per averle condivise liberamente.

Per qualsiasi problema i dottori del nostro forum Acquariofilia Facile vi aspettano.

Exit mobile version