Home Killifish e pesci rari Nothobranchius, gioielli della pioggia

Nothobranchius, gioielli della pioggia

Avete mai sentito parlare dei Nothobranchius? Sono anche chiamati «gioielli della pioggia» e con questo articolo vi raccontiamo tutto di questi meravigliosi killfish africani.


Ogni mattina in Africa, quando sorge il sole, una gazzella si sveglia e sa che dovrà correre più veloce del leone o verrà uccisa. 

Ogni mattina in Africa, quando sorge il sole, un leone si sveglia e sa che dovrà correre più veloce della gazzella o morirà di fame.

Ogni mattina, in Africa, come sorge il sole, sotto gli occhi del leone o della gazzella stremati dalla sete, un Nothobranchius si sveglia e sa che dovrà correre più veloce della stagione secca che incombe, per assicurare un futuro alla propria stirpe.

Giovane Nothobranchius guentheri
Giovane Nothobranchius guentheri

La storia di questo killifish inizia con le prime piogge.
Sottili fili d’erba secca solleticano l’argilla percorsa da forti crepe; finalmente, dopo mesi, viene toccata dall’acqua.
Nelle piccole depressioni che spezzano la sconcertante vastità della savana, è stato sepolto un tesoro.
È ora che quel tesoro venga alla luce.
Pozze melmose cominciano a popolarsi di insolite creature; come i primitivi e longevi dipnoi che, sgusciando fuori dai propri bozzoli di fango, portano alla luce decine di piccole perle grigie.

Uova di Nothobranchius (foto di Alex_N)

È presto chiaro di cosa si tratti: tante millimetriche uova, nelle quali gli embrioni già si dibattono per uscire e ammirare un mondo che deve apparire loro senza confini.
Stagni formatisi da poche ore si popolano di vivaci virgolette grigie che inizieranno presto a cibarsi di altri pionieri delle acque: prima parameci e nematodi, poi microscopici crostacei.
In poche settimane i piccoli Nothobranchius, già sopra i due centimetri o addirittura già adulti, saranno un valente alleato contro uno degli animali più pericolosi del continente…

A questo punto, alcuni esemplari si distingueranno per i propri colori fiammeggianti: le pinne come ventagli rosso sangue e le scaglie del turchese più puro sono gli ornamenti del maschio.

Nothobranchius kilomberoensis (foto di Andrew Bogott)

Un abito così sfarzoso li sottoporrà a un’estrema pressione predatoria.
Il pericolo viene dall’alto e ha il becco sottile della garzetta; ma nemmeno il fondo dello stagno è sicuro.
Grossi pesci predatori vengono trasportati da periodiche inondazioni, oppure sono cresciuti assieme ai nostri protagonisti: Nothobranchius ocellatus, con un aspetto più simile a un luccio, è cannibale verso i congenerici!
In un mondo tanto colmo d’insidie, un esuberante pesciolino dalla coda rossa non ha tempo da sprecare e, individuata una compagna, la abbaglierà con lo splendore delle scaglie, attirandola verso il fondo in un dolce abbraccio…

Nothobranchius kilomberoensis, coppia (foto di Andrew Bogott)

Il livello dell’acqua si abbassa di giorno in giorno e fino all’ultimo gli operosi eroi della sopravvivenza si esibiranno nei propri rituali amorosi.
La loro vita non durerà a lungo, alcuni mesi al massimo; eppure il loro habitat potrebbe collassare molto prima.
Sotto il sole africano, un intero universo scompare.
I dipnoi e gli anfibi si infossano rapidamente nelle viscere della terra; i grandi ippopotami e i coccodrilli fuggono con il favore delle tenebre verso nuovi lidi.
Ma ai piccoli killifish, capaci solo di rapidi salti tra una pozza e l’altra, non resta che abbracciare il proprio destino.
La loro sconfitta cela in verità una grande vittoria: sotto le spoglie bruciate, la prossima generazione attende.
In un sonno che durerà diversi mesi, fino al ritorno delle piogge.

Generalità

Nothobranchius è il genere tipo della famiglia Nothobranchiidae, a cui appartengono killi africani annuali, non annuali o semiannuali come Fundulopanchax gardneri.
Esso comprende numerose specie diffuse lungo tutta l’Africa occidentale, dalle sorgenti del Nilo al Sudafrica, comprese alcune isole tra le quali l’arcipelago di Zanzibar.

Il nome significa letteralmente «falsa branchia» e allude alla particolare conformazione dell’opercolo branchiale.

Nothobranchius flammicomantis (foto di Andrew Bogott)

Come è la regola per i Ciprinodontiformi, sono presenti due paia di pinne pari (pettorali e pelviche) e tre pinne impari (dorsale, anale e caudale).
La bocca è rivolta verso l’alto, atta alla caccia di insetti e organismi planctonici sotto il pelo dell’acqua.
La particolare conformazione del corpo permette ai killi di spostarsi, in caso di estrema necessità, attraverso le lingue di terra che separano le varie pozze facendo leva sulla pinna caudale e compiendo energici balzi.

Nella maggioranza delle specie conosciute sono noti fenotipi diversi, soprattutto per la livrea dei maschi: ci sono pinne più rosse, variegate di giallo, o con un azzurro più intenso.

Il dimorfismo sessuale è evidente: i colori del maschio lasciano poco spazio ai dubbi.
Tuttavia, per determinare il sesso di esemplari molto giovani, è utile confrontare la forma della pinna anale.

Nothobranchius guentheri maschio

In queste foto di Nothobranchius guentheri si può notare come essa assuma una forma più arrotondata nel maschiotriangolare nella femmina.

Nothobranchius guentheri femmina

Le dimensioni variano generalmente fra i 3 e i 6 centimetri; i maschi crescono più in fretta rispetto alle femmine e arrivano a dimensioni maggiori.

Pesci annuali

Ma cosa si intende con il termine «annuale»?

Come anticipato nell’introduzione, questi piccoli killi hanno una durata della vita molto ridotta a causa di un metabolismo portato all’estremo dalle alte temperature.

Nothobranchius polli (foto di Andrew Bogott)

Tuttavia, ciò che davvero li contraddistingue è la modalità riproduttiva: le uova, deposte copiosamente ogni settimana, sono resistenti a condizioni di aridità protratte anche per diversi mesi; l’embrione, inoltre, può rimanere in uno stato di «animazione sospesa» chiamato diapausa.
Fino a tre fasi di diapausa sono alternate a quelle di sviluppo attivo; sulla durata di queste influisce la temperatura d’incubazione.

Habitat

Tutte le specie di Nothobranchius vivono in corpi idrici soggetti a importanti fluttuazioni stagionali del livello dell’acqua, con parziale o totale prosciugamento durante la stagione secca.
La vegetazione, molto fitta, è costituita da piante di ripa, ninfee e alghe.

Impala (foto di Bernard Du Pont)

Il suolo è caratterizzato da argille a forte espansione, in grado di trattenere una buona percentuale d’umidità anche nella stagione secca sotto un primo strato indurito dal sole.

Il pH degli stagni effimeri è stabile su valori neutri o basici.
L’abbondante lettiera di materiale vegetale in decomposizione, unita alle elevate temperature (anche 36 °C), porta la concentrazione di ossigeno a livelli davvero minimi, fino a 5 mg/L.

In risposta alla peculiare natura di questi habitat, gli adulti sono estremamente resistenti a variazioni repentine nei valori chimici dell’acqua; anche le fluttuazioni della temperatura, pure di diversi gradi, sono ben tollerate.

Allevamento in acquario

Da quanto visto fin’ora consegue che la maggioranza delle specie può essere mantenuta ai valori della comune acqua dei rubinetti italiani; la temperatura, sebbene siano tollerati range molto più ampi, dovrà rientrare tra i 18 e i 30 °C per garantire una crescita rapida e armoniosa.

Per esperienza personale posso affermare che degli avannotti di Nothobranchius guentheri hanno trascorso una giornata a 12 °C; adesso sono cresciuti e non hanno avuto problemi.

Nothobranchius guentheri femmina (foto di Alex_N)

Un allevatore con anni di esperienza alle spalle mi ha ammonito: «Non sognarti mai di tenere i Nothobranchius senza sale!».
È pratica comune, infatti, diluire un cucchiaino raso di sale da cucina ogni quattro litri d’acqua dell’acquario per prevenire la comparsa di parassiti come Piscinoodinium pillulare.

L’alimentazione riveste un ruolo fondamentale: un «Notho» deve mangiare parecchio per sostenere un metabolismo tanto rapido; parecchio e bene.
Il pasto può includere larve di zanzara, ChironomusArtemia salinaDaphnia e altri piccoli artropodi vivi o surgelati. Sono molto appetite anche le Camole della farina, delle quali va somministrata la polpa.
I giovani, abituati al cibo vivo, sono spesso diffidenti verso l’inerte.

Chironomus zealandicus (G. V. Hudson, «An elementary manual of New Zealand entomology» 1892)

Nell’acquario degli adulti non ci deve essere materiale di fondo: se così fosse, non esiterebbero ad accoppiarsi sul ghiaino, rendendo impraticabile la raccolta delle uova.
Si può realizzare una lettiera di foglie (molto decorative e durevoli sono quelle di quercia e di faggio) allo scopo di donare un aspetto più naturale all’ambiente e renderlo più gradevole alla vista.

I «Notho» sono abituati a corpi idrici davvero esigui; dunque non hanno particolari esigenze di spazio.
Bisogna però considerare che questi pesci sono piuttosto territoriali: tale comportamento, attenuato in presenza di densità elevate (overstocking), è evidente soprattutto nei maschi che sono soliti combattere per la gerarchia.

Giovane maschio «alpha» (foto di Alex_N)

I rivali si fronteggiano fianco a fianco, spiegando al massimo le pinne impari e ondulando il corpo iridescente.
Se lo sfidante non cede, verrà attaccato con una rapida sequenza di morsi e colpi di coda.
Il duello può concludersi con una sorta di «braccio di ferro»: i lottatori afferrano ciascuno la mandibola dell’altro con la propria, in una prova di forza che durerà parecchi secondi, finché uno dei due esemplari non si dichiarerà sconfitto.

Compatibilità

Nothobranchius possono occasionalmente convivere con altri pesci portati dalle piene: alcuni Ciprinidi, Ciclidi e Pecilidi («lampeyes» quali Lacustricola.
La competizione che si innesca è spesso a sfavore dei piccoli killi, che possono essere rapidamente portati all’estinzione.

I Dipnoi (genere Protopterus), pesci polmonati, condividono gli stessi habitat, ma occupano una nicchia differente, nutrendosi soprattutto di grossi invertebrati… seppure di tanto in tanto uno snack con le pinne è gradito!

Protopterus aethiopicus

Per tali motivi, nonché considerando l’indole aggressiva dei «Notho», si preferisce l’allestimento di acquari monospecifici.

Anche l’abbinamento di specie diverse all’interno del genere, seppure possa avvenire negli habitat naturali, è sconsigliato per due motivi:

  • il primo, legato alla conservazione delle specie in purezza, consiste nello scongiurare la produzione di ibridi;
  • il secondo, più pratico, è legato alla durata dell’incubazione delle uova nella torba; essa può differire di settimane o mesi tra specie provenienti da regioni diverse, o che occupano differenti livelli all’interno dello stesso corpo idrico.

La presenza di piccoli gasteropodi in acquario, vista la loro azione detritivora, è consigliata: nelle fasi di crescita e riproduzione i pesci andranno alimentati abbondantemente e le lumache contribuiranno a tenere pulito l’acquario.

Personalmente non ho avuto problemi ad allevare gamberetti come Neocaridina davidi sia con Nothobranchius guentheri sia con Fundulopanchax gardneri; ma l’abbinamento può rivelarsi infelice per i piccoli crostacei.

Exit mobile version