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Aggiornamento sul protocollo PMDD

PMDD avanzato

Cifo AZOTO e FOSFORO

Il protocollo avanzato consiglia come integratori per i macroelementi i Cifo AZOTO e FOSFORO.

Questi prodotti sono estremamente concentrati, dunque rimarchiamo anche qui la necessità di dosare tali prodotti a gocce o a frazioni di millilitro, anche in acquari di grandi dimensioni, mediante contagocce o ancor meglio con l’uso di siringhe da insulina.

Dose tipica di CIFO Azoto o Fosforo
Dose tipica di CIFO Azoto o Fosforo

Infatti, specialmente con l’azoto, il rischio di far danni è molto elevato: un sovradosaggio di azoto ureico o ammoniacale (due delle tre forme di azoto contenute nel Cifo) possono portare alla formazione di nitriti e, in alcune condizioni, ammoniaca; entrambi pericolosissimi.
Perciò, bisogna sempre prestare moltissima attenzione al suo dosaggio.

In alcuni casi il test dei nitrati non segnala nessun aumento di azoto, nonostante sia stato fornito il Cifo azoto al momento del bisogno. Questo perché le maggior parte dell’azoto (nelle forme più pericolose) potrebbe essere assorbito dalle piante prima di diventare nitrato, rilevabile dal test.

Suggeriamo anche di lasciar passare qualche giorno tra una somministrazione di azoto e la seguente per lasciare il tempo ad ogni composto di chiudere il «ciclo dell’azoto».

Per chi volesse provare a fare i calcoli con il nostro Calcolatore di fertilizzanti, consigliamo di dosare azoto in forme ureica ed ammoniacale in maniera da avere un aumento teorico dei nitrati totali di circa 5 mg/L.
Questo dosaggio, piuttosto basso, è ragionevolmente sicuro. Dosaggi maggiori, invece, possono dare problemi se inseriti con noncuranza, ad esempio picchi di nitriti o produzione di tossica ammoniaca. Con il tempo poi sarà possibile anche aumentare gradualmente e minimamente la dose della somministrazione, ovviamente solo nel caso in cui le piante risultino lo stesso ancora in carenza di azoto.

Per quanto riguarda il fosforo, consigliamo sempre di dosarlo da solo, a qualche ora di distanza dal resto della fertilizzazione.
Il problema è che fa precipitare altri elementi (ferro, boro, manganese, calcio, magnesio…) rendendoli non disponibili per le piante.

Stick NPK

Gli stick NPK si possono usare per integrare, almeno, tutti e tre i macroelementi: N (azoto), P (fosforo), K (potassio).
Molti stick NPK hanno anche magnesio e altri oligoelementi, comunque dichiarati in etichetta.


Attenzione: alcuni stick riportano, nella composizione, la presenza di carbonio o altri elementi di origine organica.

Stick NPK Compo con Guano: sconsigliati

L’uso di questi stick potrebbe dare problemi, specialmente in nuovi allestimenti.
Sconsigliamo vivamente di usarli.


Per la scelta degli stick da utilizzare, preferiremo quelli in linea con le esigenze medie delle piante.
Ad esempio, i Compo 13-6-10 o i Dom/Conad 14-7-9 possono essere un buon punto di partenza.

Dopodiché, in base all’evoluzione dell’acquario, potremmo cambiare tipologia di stick per assecondare le nuove esigenze. Ad esempio, se usando gli stick appena nominati notiamo carenza di fosforo, andremo in cerca di stick più sbilanciati verso questo elemento, come i Flortis 10-10-10.

Per quanto riguarda l’utilizzo degli stick, questi si usano sostanzialmente in tre modi:

  • interrati vicino alle piante con buon apparato radicale (Echinodorus, Cryptocoryne, Bacopa, Ludwigia, Hygrophyla…), per fornir loro nutrimento dove hanno una maggiore capacità di assorbimento;
  • in infusione, sia vera e propria (ad esempio con un infusore da tè); sia indiretta, mettendo lo stick nel vano pompa del filtro o in altro punto dove c’è buon movimento d’acqua. Lo stick piano piano si scioglie, rilasciando in acqua i nutrienti, in maniera lenta ma costante.
Infusore da tè utilizzato per far sciogliere lo stick NPK
  • sciolti a parte e inseriti in acqua, per aumentare velocemente i valori. Da usare con attenzione e sotto consiglio, se inesperti, poiché il rischio di fare danni con un picco di nitriti è dietro l’angolo.
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