Home Fai da te Il Kefir: alternativa ai lieviti per la CO2 in acquario

Il Kefir: alternativa ai lieviti per la CO2 in acquario

L’avreste mai detto? Possiamo aggiungere CO2 nel nostro acquario utilizzando… il kefir! Proprio così. In questo articolo vi spieghiamo come.


La produzione di CO2 da lieviti è pratica molto comune in acquariofilia. Da sempre però assisto a discussioni fra appassionati sui costi di tale pratica, e spesso il capitolo più dibattuto è la scelta di quale lievito utilizzare.

  • Usa il lievito liofilizzato!
  • Quello fresco!
  • Questo del discount costa meno!
  • Questo costa di più ma parte subito!
  • Usa Paneangeli, non quello del discount..

Insomma.. Avrete capito che, come in tanti altri argomenti, in acquariofilia ognuno ha da dire la sua, e quindi…
Se vi va, ascoltate la mia!

Una piccola premessa

Io ho alcune caratteristiche, che mi accompagnano da quando sono nato:

  • Sono tendenzialmente pigro.
    Se posso trovare un modo per far funzionare le cose in maniera più semplice, che richieda meno fatica e funzioni uguale… Beh… Lo faccio subito!
  • Sono genovese.
    Il clichet vuole che sia avarissimo e “col braccino corto”. Diciamo che non é proprio cosí, ma di sicuro se posso scegliere fra due modi di fare la stessa cosa, che funzionano entrambi allo stesso modo, di cui uno peró costa meno… Beh… Lo faccio subito!
  • Sono un amante del fai da te.
    Cerco sempre nuovi esperimenti da fare. Se ne trovo uno… Beh… Lo faccio subito!

Un bel giorno, mentre navigavo online su un famoso social network, mi sono imbattuto in un annuncio di una ragazza che regalava..

Khefir d'acqua
Khefir d’acqua

Questo!…

Voi vi chiederete… Che è, ‘sta roba?

Esattamente la stessa domanda che mi sono fatto io!

Allora, grazie a santo Internet, mi sono fatto un paio di ricerchine, e salta fuori una storia di altri tempi…

Il Kefir (o Khefir, o Kefyr)

Il Kefir originale, in Medio Oriente è conosciuto dai tempi dei tempi.
Viene tramandato di famiglia in famiglia e di generazione in generazione.

La sua origine, secondo il mito delle popolazioni islamiche, viene fatta discendere direttamente dal profeta Maometto. Alcuni studi recenti parrebbero averne dimostrato la nascita tirando in ballo i succhi gastrici e la flora intestinale delle capre..

La sua continua presenza nella storia è dovuta ad una necessità degli antichi, che era quella di prolungare la conservazione del cibo, e del latte in particolare.
Il latte fermentato dura di più, perchè i fermenti hanno eliminato lo zucchero presente (lattosio) e lo hanno trasformato in alcool. Per cui c’è meno cibo per altri batteri, e il latte si conserva più a lungo.

Il Kefir svolge questo compito egregiamente, e quindi è stato mantenuto nei secoli.

Ma a noi.. cosa importa del Kefir?

Beh.. La parola fermento dovrebbe stuzzicarvi qualche ideuzza..
La stessa ideuzza che è venuta a me..

Kefir e la damigiana con lo zucchero

Fermentazione… Fermentazione… Fermentazione!! 

Stai a vedere che questi strani granuli, producendo alcool dallo zucchero, producono pure CO2..

Bingo! In effetti, il Kefir, è paragonabile ad una “comune” Hippy anni ’60.
Dentro a quei granuli (composti da una sostanza proteica chiamata Kefiran) si trovano sia lieviti, che fermenti lattici. C’è di tutto e di più. Per cui, tutto quello che passa lì vicino (zucchero, lattosio, fruttosio e altri zuccheri più o meno raffinati), finisce letteralmente in fumo!

Battute a parte, questa presenza dei lieviti ci spiega che il Kefir può essere un ottimo sostituto, per le classiche bustine di liofilizzato.
I lieviti che vi risiedono svolgono la stessa azione: trasformare lo zucchero in alcool, e produrre la CO2 che a noi serve per la vasca.

Se vi state chiedendo perché dovreste usare il Kefir al posto della comoda bustina di lievito liofilizzato che sinora utilizzate, la risposta sta nella diversità intrinseca del Kefir rispetto al lievito: la forma in granuli gelatinosi.

Kefir a fine produzione

Quei granuli si possono riutilizzare all’infinito.
Esaurito lo zucchero in soluzione, il Kefir aspetta pazientemente di averne una nuova fornitura, all’interno del suo comodo Hotel cinque stelle, e sopravvive a lungo finché rimane in ambiente liquido.

  • Potete pensare al lievito di birra come ad un’orda di selvaggi, che consumano rapidamente tutte le risorse che riescono ad arraffare durante le loro scorrerie.
    Una volta terminata la cuccagna del saccheggio però, finite le magre scorte e senza agricoltura e bestiame, finisce per morire di stenti.
  • In questo esempio il Kefir sarebbe una organizzazione feudale, difesa da solide mura, resiste a qualsiasi condizione avversa per lunghissimo tempo.
    Le riserve di cibo sono ampie, e la sopravvivenza dei lavoratori all’interno è garantita.
    Quando le condizioni sono buone, si costruiscono nuovi castelli e l’impero si espande.

Il Kefir cresce!

Parte dell’energia, ricavata dalla decomposizione dello zucchero, viene infatti utilizzata dai batteri e dai lieviti presenti all’interno, per ampliare la loro casa, e creare nuove colonie.
Nel giro di un mese, la carica iniziale potrebbe anche moltiplicarsi di molte volte. Per cui ne basta poco, per avere sempre nuovo Kefir da utilizzare nelle prossime cariche, ed in brevissimo tempo potrete, se lo vorrete, dare agli amici uno starter per iniziare la produzione anche da loro.

– Finita la carica di CO2, quindi, basta scolare l’acqua, dare una sciacquata ai granuli con nuova acqua pulita, riempire nuovamente la damigiana di acqua e zucchero, tappare e via!
Altro che re-idratazione dei lieviti!… Basta con gelatina e colorante!

Kefir appena preparato

Non solo avremo risparmiato il costo della bustina (irrisorio, sono d’accordo) ma avremo anche una erogazione di CO2 più stabile.
I miei primi test danno una funzionalità di circa 40 giorni, e una regolarità di erogazione nettamente superiore al processo coi lieviti.

L’unico neo, proprio a volerlo cercare, è nella gradualità dell’inizio dell’erogazione.

A causa delle “mura”, della gelatina, lo zucchero può impiegare diverse ore se non giorni ad arrivare nel cuore dei granuli più grandi.
Questo rallenta un pò la partenza della produzione di CO2. Se non viene scossa ogni tanto la damigiana, prima di avere un produzione regolare e continua possono passare anche un paio di giorni.

Il trucco sta nell’agitare la damigiana qualche volta il primo giorno, in modo da miscelare bene gli ingredienti e “rompere” qualche granulo qui e la, facilitando il passaggio dello zucchero alle porzioni “di lavoro” dei granuli…
…et voilà!

Un avvertimento

Sebbene io sia sicurissimo dell’innocuità del procedimento, e abbia testato già da qualche mese il progetto con ottimi risultati, non posso garantire al 100% che ciascuno di voi abbia gli stessi risultati, o possegga lo stesso tipo di Kefir.

Esiste differenza fra il Kefir del latte ed il Kefir d’acqua, so solo che io ho quello d’acqua.
Se volete provare la cosa utilizzate le precauzioni che normalmente prendete con l’uso dei lieviti (protezione del contenitore dagli urti, evitare che i lieviti entrino in vasca).

Una curiosità

Il Kefir si può utilizzare per preparare bevande lievemente alcooliche.
Si mette in acqua zuccherata e aromatizzata, per esempio con succo di frutta, tè, pezzi di frutta fresca o secca, e lasciato fermentare.
Produce una bevanda lievemente frizzantina e poco alcoolica, piacevole al gusto (anche se particolare, con un retrogusto di lievito) che dicono essere ricca di vitamine, minerali e sostanze probiotiche, utili alla digestione e al benessere.

Io ci credo poco, ma nel dubbio devo dire che non è spiacevole bersene un bicchierino ogni tanto, soprattutto con la scusa che… “Fa bene!”…

Per ogni domanda, richieste di chiarimenti, proposte di migliorie al progetto o esperienze personali, vi aspetto sul forum di Acquariofilia Facile.

Exit mobile version