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Test per acquario

Test a reagente

Sono soluzioni liquide, che miscelate con l’acqua da analizzare, ne alterano la colorazione in modo ben visibile.
Questo rende possibile determinare il valore chimico, perché il tono di colore ne è funzione diretta.

Test a reagente
Test a reagente

Le sostanze chimiche, che usiamo come reagenti, sono le stesse che vengono usate nei laboratori chimici.

Esistono anche dei test “a viraggio”, che non richiedono alcun confronto e nessuna scala di riferimento… ma è meglio parlarne in due paragrafi separati, anche perché quelli a viraggio, in genere, si usano solo per le durezze.

Test colorimetrici

Sono test in cui si dosano più reagenti, secondo una sequenza e una tempistica precisa; alla fine otterremo una soluzione colorata, che confrontata con una scala di riferimento ci darà il valore cercato.

Test colorimetrici

Anche in questo caso, la scala avrà valori ben precisi, lasciando a noi l’interpretazione dei livelli intermedi.

Ed è qui che si commette l’errore.

Molte analisi vengono fatte con questo metodo, nei laboratori professionali, ma in seguito la provetta viene inserita in uno spettrofotometro.
Si tratta di uno strumento che rileva la rifrazione di un raggio laser, attraverso l’acqua, individuandone il colore con precisione.

La rilevazione ad occhio nudo, invece, non differisce di molto da quella che otteniamo con la striscetta, nel risultato finale.
Si ha una sensazione di maggior precisione, questo sì, ma legata soprattutto ad aspetti psicologici; ci sentiamo tutti un po’ scienziati, nell’armeggiare con provette e contagocce…

In realtà, quelle operazioni tendono ad ridurre la precisione del test, perché aumentano la probabilità di errore umano.

Test a viraggio

E’ probabilmente il test più preciso che possiamo trovare.

Purtroppo, salvo casi particolari, è disponibile solo per le durezze (GH e KH).

Il valore non è dato da un tono di colore, ma dal suo viraggio (passaggio da un colore ad un altro).

Test KH: nella provetta a sinistra il colore è azzurro, in quella a destra il colore è virato in arancione, svelando così il valore del KH

Anche questo metodo è usato nei laboratori chimici.
Non necessita di uno spettrofotometro, ma basta l’occhio umano, anche tra i professionisti.

In un laboratorio si usano quantità di acqua ben maggiori, rispetto ai nostri test, riducendo il margine di errore (normalmente 100 ml).
Inoltre, la quantità di reagente viene misurata con burette graduate, non in gocce come facciamo noi.

Esistono in commercio test a 1 o 2 reagenti:

  • Con il primo, si inizierà a dosare il reagente in una provetta, con l’acqua da analizzare.
    Poi si continuerà fino ad ottenere il viraggio di colore.
  • Con il secondo, si dovrà dosare una quantità precisa di reagente 1, ottenendo una prima colorazione (ad esempio sull’azzurro).

Poi si doserà il reagente 2, fino ad ottenerne il viraggio (ad esempio sul giallo).
Alla fine, il numero di gocce utilizzate corrisponderà al valore ricercato.

Riprendiamo l’immagine precedente, in un ingrandimento:

Nell’immagine a destra, il livello del liquido appare chiaramente più alto…
…Invece si tratta della stessa provetta!… Fotografata prima e dopo il viraggio di colore.
La differenza di livello è legata semplicemente al numero di gocce del reagente, che sono state aggiunte per effettuare il test.

Precauzioni per l’uso

In entrambi i casi, è utile seguire delle semplici regole per ridurne gli errori.

  • Sciacquate più volte la provetta con l’acqua dell’acquario, prima di effettuare l’analisi.
  • Non prendete come riferimento la scala riportata sulla provetta.
    Spesso non è attendibile; preferite una siringa.
  • Agitate molto bene le boccette di reagente.
    Altrimenti potreste prelevarne una quantità troppo diluita o troppo concentrata, variandone la concentrazione.
    Questo falserebbe anche le analisi future che farete con quel flacone.
  • Mettetevi sotto luce naturale o bianca, come già consigliato per i test a striscette.
  • Preferite le provette di vetro, per una miglior trasparenza e facilità di pulizia.
  • Non gettate le provette di vetro, una volta terminati i flaconi.
    Potrebbero tornare utili con prodotti di altre marche, che potrebbero fornirvi provette in plastica.
  • Sciacquate più volte la provetta, dopo l’analisi.
    Se possibile, fate l’ultimo risciacquo con acqua demineralizzata, quindi asciugatela con carta assorbente.

Da un punto di vista economico, il costo di questi test è superiore a quello delle striscette, ma il principale punto debole è la misurazione del pH.
L’acqua della provetta, infatti, subisce dei passaggi e viene agitata varie volte; è quindi possibile che ci sia una dispersione della CO2 disciolta.

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