Esperimenti
Ecco i risultati dei miei esperimenti.
La conducibilità aumentava, in un primo momento, da 300 a 800 µS/cm, per poi rimanere costante; il pH scendeva, aumentava nuovamente a 7 per poi rimanere costante; la durezza globale aumentava da 10 dGH a circa 20 dGH, per poi rimanere costante. Il KH scendeva lentamente da 6 dKH a 2 dKH per assestarsi su questo livello.
Il fango aumentava; le piante dovevano essere sfoltite per permettere ai pesci di nuotare.
La catastrofe era stata evitata. Nessun pesce era morto, nè alcuna pianta.
In un primo momento non capivo i risultati delle misurazioni e delle osservazioni.
Continuai a lavorare e ad approfondire ciò che accadeva; a poco a poco fui in grado di spiegare questi sconcertanti risultati.
Ora sono certo che il fango del filtro, contenendo delle sostanze colloidali, è anche uno scambiatore cationico debolmente acido.
Ca++ + 2 scambiatore -H → 2H+ + (scambiatore) 2-Ca
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Per cui, adsorbendo Ca++, libera degli H+ che contribuisco ad acidificare l’acqua.
Piante e pesci
Negli ultimi anni ho condotto una parte dei miei acquari senza cambi d’acqua regolari ma con monitoraggio analitico; maturando un’esperienza rispetto le reazioni di molte piante acquatiche e di molte specie di pesci all’acqua invecchiata.
Le seguenti piante non hanno gradito la mia acqua «invecchiata»:
Nesaea crassicaulis, Ammannia gracilis, Ammannia senegalensis, Eusteralis stellata (Pogostemon stellatus).
Di contro, oltre 40 specie diverse hanno apprezzato la mia acqua «invecchiata».
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Delle oltre 50 specie di pesci che ho riprodotto, solo in un caso sono emersi problemi significativamente riconducibili all’acqua «invecchiata»; mi riferisco ai Brochis splendens, che deposero le uova solo dopo un cospicuo cambio d’acqua.
Non posso però escludere che alcune specie di pesci di acqua tenera preferiscano frequenti cambi d’acqua.