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Riproduzione dei Betta splendens: come fare

Avete mai pensato alla riproduzione dei Betta splendens? Forse no perché, essendo considerati dei pesci solitari e scontrosi con i loro simili, vengono spesso allevati da soli.
In questo articolo parliamo invece di come sia possibile riprodurre questo meraviglio pesce.


I Betta sono pesci dal fascino particolare, qualunque varietà si scelga di allevare.

Dopo aver parlato delle sue esigenze di allevamento (Betta: tra realtà e leggende) e descritto le varietà della specie (Classificazione dei Betta show), vorrei ora approfondire la  riproduzione dei Betta splendens.

Matrimonio

Sappiamo già che, come la maggior parte degli Anabantidi, i Betta splendens depongono le uova sotto un nido di bolle costruito dal maschio sulla superficie dell’acqua, tra la vegetazione.

Ma come possiamo organizzare la vasca dove far incontrare la coppia, per poi garantire la sopravvivenza del maggior numero di avannotti?

Creare le condizioni che favoriscano l’accoppiamento dei Betta può essere estremamente facile o estremamente difficile.
Purtroppo la selezione spinta effettuata su questa specie ha inibito alcuni istinti, come ad esempio quello per la cura delle uova e del nido, e ne ha accentuati altri, come ad esempio l’aggressività.

Creare l’ambiente adatto

Servirà una vasca dedicata alla riproduzione.
Farli accoppiare direttamente in acquario è sconsigliato perché scomodo per noi: la femmina andrà tolta subito dopo la deposizione, e il maschio appena le uova si saranno schiuse; cercare di ripescare questi pesci in un allestimento per Betta (notoriamente un intrico di vegetazione) non è certo facile.

Betta in acquario

Può andare bene una qualsiasi vaschetta, anche in plastica; personalmente, ho avuto ottimi risultati con vasche sui 30 cm di lunghezza e 20 cm di colonna d’acqua, ma non ci sono vere e proprie misure da rispettare.
L’importante è che la colonna d’acqua, trattandosi di costruttori di nido di bolle, non sia troppo alta. Già 15 cm sono sufficienti, sicuramente non supererei i 20.

La vasca di riproduzione andrà riempita con acqua dell’acquario, o acqua nuova che abbia valori simili; l’importante è che i valori siano quelli corretti per i Betta.

Consiglio poi di aggiungere sul fondo delle foglie secche: Catappa, Castagno, Quercia… non siamo snob, fanno tutte il loro dovere.
Ambreranno l’acqua, la acidificheranno e apporteranno infusori e altri microorganismi che nutriranno gli avannotti dopo che avranno riassorbito il sacco vitellino.

Sarà necessario inserire un riscaldatore con selettore di temperatura.
Potremo anche appoggiare un coperchio sulla vasca, sebbene non lo ritenga indispensabile, per mantenere l’umidità ed evitare spiacevoli salti verso il pavimento.

Il filtro non va utilizzato: smuoverebbe la superficie dell’acqua, disturbando i genitori e gli avannotti.
Qualcuno consiglia un aeratore per non far marcire le uova nel nido; personalmente non l’ho mai usato, e mi sono sempre trovato bene. Le proprietà delle foglie messe sul fondo saranno più che sufficienti a garantire le condizioni ideali per lo sviluppo delle uova, e poi a noi di Acquariofilia Facile «piace naturale»!

Infine, aggiungeremo in un angolo della vasca una nursery (o un qualsiasi contenitore trasparente con dei forellini) che ospiterà la femmina.
Siate creativi e arrangiatevi con quello che trovate, anche una mezza bottiglia tagliata e opportunamente bucata farà il suo dovere.

Ormai la vasca è quasi allestita, manca solo un supporto al futuro nido di bolle: c’è chi usa pezzi di plastica, di polistirolo etc… Io ho sempre utilizzato la Pistia stratiotes, che ha foglie abbastanza grandi e concave perfette per ospitare il nido sotto di esse; inoltre, tra le sue lunghe e folte radici possono trovare riparo molti microorganismi, ottimi per gli avannotti.

Ci siamo, la vasca è pronta!

Vasca di riproduzione per Betta splendens (notare la bottiglia di plastica, nell’angolo posteriore destro, all’intero della quale è stata inserita la femmina)

Per favorire l’istinto riproduttivo, sarà utile aumentare gradualmente la temperatura sino a portarla intorno ai 28/29° e fornire una dieta particolarmente proteica.

Scegliere la coppia

Ora che abbiamo preparato la vasca, è tempo di selezionare la coppia e partire!
Andremo a scegliere ovviamente due esemplari maturi, un bel maschio e una bella femmina con il ventre gonfio e l’ovopositore bene in vista.

Esemplare maschio di Betta splendens

Inseriremo il maschio nella vasca di riproduzione, lasciandolo da solo per un giorno, in modo che prenda possesso del territorio.

Il giorno dopo sarà il turno della femmina, che dovrà essere inserita nella nursery predisposta in fase di allestimento.
La femmina sarà tenuta a vista del maschio per stimolarlo e prepararsi lei stessa, restando comunque al sicuro dagli attacchi tipici di una coppia non pronta all’accoppiamento.
A questo proposito è meglio coprire la nursery; non è raro infatti che uno dei due salti dall’altra parte per una romantica fuga d’amore o per un brutale omicidio.

Dare una tempistica a questa fase è difficile, dipende molto dagli esemplari. Alcuni saranno subito pronti alla riproduzione; altri impiegheranno più tempo e, se liberati prima, rischieranno di farsi male.

E’ difficile cogliere i segnali che rivelano quando i Betta sono finalmente predisposti all’accoppiamento.
Nemmeno il fatto che il maschio abbia costruito un ottimo nido di bolle indica per certo che la coppia sia pronta. Alcuni maschi costruiscono il nido, ma ancora non accettano la femmina; altri sono pronti addirittura prima della costruzione del nido.

Sempre parlando di nido di bolle, non fatevi ingannare dall’apparenza: un grande nido non fa un buon riproduttore, come un piccolo nido non ne fa uno pessimo.
Ricordate: le dimensioni non contano!

Tornando seri, in questa fase non mi resta che consigliarvi tanta pazienza e tanto spirito di osservazione: studiate con attenzione i loro comportamenti e fate delle prove, col passare del tempo riuscirete a intuirne le reali intenzione dai movimenti del corpo.

Se, dopo aver liberato la femmina, l’incontro non va come si sperava non demordete e datele tempo: il più delle volte lei alla fine accetta il maschio e si concede all’abbraccio.

Dopo l’accoppiamento le foglie sul fondo si riveleranno ancora una volta utilissime, fornendo preziosissimi nascondigli alla femmina stanca delle avance del maschio.

Femmina di Betta nascosta dietro una foglia

Come dicevamo prima, purtroppo non va sempre tutto a buon fine…
Spesso è il maschio a non essere disposto ad accoppiarsi, e l’unico istinto che sembra avere è quello omicida.
Ma anche la femmina può mostrare aggressività verso il partner, e suonargliele per bene.

La tattica è sempre quella di armarsi di pazienza e fare diverse prove.
Se poi la coppia non ne vuole proprio sapere, l’unica cosa da fare è ringraziare la selezione fatta su questi pesci e sostituire almeno uno dei due esemplari.

L’abbraccio riproduttivo

Se invece va tutto per il meglio, arriveremo al magnifico momento dell’abbraccio.

Una coppia di Betta splendens stretta nell’abbraccio riproduttivo

Il maschio stringerà la femmina in un dolce abbraccio, stimolandola al rilascio delle uova.
E come per tutti… la prima volta non è mai facile!

Se la coppia è inesperta gli abbracci non andranno sempre a buon fine. Assisteremo quasi sicuramente a scene piuttosto buffe: vedremo il maschio mancare la femmina e ritrovarsi ad abbracciare il nulla, per poi cadere verso il basso da solo come un cretino.
Tranquilli, con un po’ di pratica il vostro pesciolino diventerà un esperto riproduttore.

E’ altrettanto comune che la femmina non rilasci uova, nonostante i primi abbracci siano stati eseguiti correttamente; nessuna paura, ancora un paio di abbracci e vedrete una pioggia di uova liberarsi in acqua, con il maschio che si precipita a recuperarle sul fondo per poi sistemarle nel nido di bolle.

Pioggia di uova durante un abbraccio riproduttivo

In questa fase può succedere che i maschi inesperti, o quelli che hanno perso l’istinto naturale, mangino le uova.
Di solito questo comportamento cessa appena il Betta acquisisce un po’ di esperienza.
Se però il problema persiste, è il caso di cambiare riproduttore.

Per quanto riguarda la femmina, invece, ci sono esperienze diverse: può succedere che mangi le uova, che le ignori, o persino che aiuti il maschio a sistemarle nel nido. Valutate voi quindi cosa fare con lei.
Considerate comunque che la femmina andrà tolta dalla vasca subito dopo che le uova saranno sistemate.
Il maschio diventerà infatti un severo guardiano della prole, scacciando violentemente chiunque tenti di avvicinarsi al nido.

Nido di bolle

A questo punto ci sono sostanzialmente due scuole di pensiero: chi tiene il maschio in vasca sino alla schiusa delle uova, per lasciare che si prenda cura degli avannotti; chi invece lo pesca subito per evitare che mangi i piccoli.

Personalmente, se il carattere del maschio lo permette, preferisco lasciare che si prenda cura del nido; lo trovo un aspetto molto interessante e naturale della riproduzione dei Betta splendens.

Gli avannotti

Se tutto procede bene, vedrete presto spuntare delle codine dal nido.

In questa prima fase di nuoto verticale gli avannotti si nutriranno del sacco vitellino.
Inizieremo a somministrare del cibo quando li vedremo passare al nuoto orizzontale.

All’inizio alimentarli non sarà facile, per via delle minuscole dimensioni degli avannotti.
Con un po’ di fortuna, i piccoli troveranno microfauna già nella vasca grazie alle foglie e alle piante inserite, ma poi andrà fornito dell’altro, come ad esempio gli infusori.
Un’alternativa pratica può essere il JBL Nobil Fluid, un mangime liquido a base di artemia salina, da somministrare nei primi giorni di nuoto orizzontale.
Alcuni consigliano anche il tuorlo d’uovo sodo, che si riesce a polverizzare ed è molto nutriente.
Dopo pochi giorni si potranno utilizzare microworms o anguillole dell’aceto, poi grindal, tubifex, artemia decorticata… In commercio sono disponibili anche mangimi in polvere, come per esempio il JBL Novo Tom, o il Sera Micron.

Ora non ci resta che pazientare e vederli crescere!
Gli avannotti andranno alimentati frequentemente, e altrettanto frequenti dovranno essere i cambi d’acqua per evitare l’accumulo sia di carico organico che di ormoni inibitori della crescita.

Ricordatevi che i piccoli maschi andranno isolati non appena inizieranno a mostrare il dimorfismo sessuale.

Considerate, quindi, che l’accrescimento degli avannotti sino a una taglia «cedibile» (raggiunta, per la mia esperienza, mediamente intorno ai 4-5 mesi) richiederà tempo, impegno e soprattutto parecchio spazio.

Cosa resta da dire?
Buona fortuna, armatevi di tanta pazienza, e se avete qualche dubbio venite a parlarne con noi, vi aspettiamo su Acquariofilia Facile!

[in copertina: foto tratta da Wikipedia.org]

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