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DSM (Dry Start Method)

La scelta del fondo

Come in ogni allestimento, la scelta del fondo va ponderata in base alle proprie esigenze e a quello che si vuole ottenere.

In una vasca dove avremo molti muschi tutto il nutrimento sarà concentrato in colonna, mentre in una vasca con un prato il protagonista sarà un fondo fertile che, fornendo un adeguato nutrimento per via radicale, contribuirà a tenere il prato basso.

Per il DSM vale lo stesso principio.
Tuttavia, considerata la particolarità del tipo di flora che andremo a utilizzare, alcuni fondi richiedono qualche accorgimento.

Vediamoli in dettaglio.


Fondo fertile commerciale

Generalmente composto da argille e ricco di microelementi, ferro e potassio, è ideale per coltivare le piante che si nutrono dalle radici.
È ottimo nel caso di pratini: ne favorisce lo sviluppo e lo stolonamento, impedendo che le piantine si alzino troppo.

Fondo fertile

Tuttavia molte piante da prato si nutrono per via fogliare (ad esempio Hemianthus callitrichoides) e un’eccessiva fertilizzazione basale ne ostacola lo sviluppo radicale; le radici potrebbero quindi sollevarsi dal fondo.

Fondo chimico

Nella realizzazione di vasche con il metodo tradizionale, l’utilizzo di fertilizzanti in stick, opportunamente frantumati e distribuiti a livello basale, permette il giusto grado di fertilizzazione, per certi versi migliore di alcuni fondi fertili.
Nel caso del DSM questa preparazione del fondo è sconsigliata.

Questo perché, contrariamente al fondo fertile tradizionale nel quale la componente colloidale trattiene le sostanze nutritive, questo tipo di fondo ha dei forti rilasci e costringe a frequenti cambi d’acqua.

Fondo fertile fai-da-te

Si realizza ultilizzando dei fondi per bonsai: due parti di Kyryu, una parte di humus e una parte di Ketotsuchi.
Basta mescolare il Kyryu e l’humus fino a ottenere un substrato unico; poi aggiungere il Ketotsuchi dopo averlo lavorato fino a ottenere delle piccole palline.

In questa maniera avremo un ottimo scambio anionico dato dall’humus e uno scambio cationico a opera del Ketotsuchi: le radici delle piante ne beneficeranno.


Passiamo adesso alla rassegna dei fondi più adatti per completare il fondo in una vasca in DSM.

Sabbia/quarzo inerte

La sabbia quarzifera è la scelta più semplice.
Generalmente si consiglia di non allestire fondi sabbiosi alti più di cinque centimetri, per non rischiare la formazione di zone anossiche.
Nel caso di acquari con i pratini, grazie alle radici, la sabbia si compatta meno (anche se bisogna comunque fare attenzione a non esagerare).

È consigliabile integrare il substrato con un fondo fertile.

Manado

Ricco di oligoelementi e calcio, il Manado è un ottimo fondo drenante.
Nella fase iniziale questo fondo spesso aumenta le durezze dell’acqua rilasciando calcio.

In acquari tradizionali questo fenomeno richiede, soprattutto nel primo periodo, molteplici cambi d’acqua; se utilizzeremo il DSM potremo risolvere il problema sciacquando abbondantemente il Manado con acqua calda.

Fondo allofano

I fondi allofani, grazie alla loro componente colloidale, hanno un’alta capacità di scambio cationico (CSC).
Senza addentrarci in complicati processi chimici, diciamo semplicemente che la componente colloidale del fondo assorbe il Ca++, il Mg++, il Fe++ e l’NH4+ presenti nell’acqua, abbassando il GH.
Lo stesso fondo cede ioni H+, che abbassano il pH e si legano agli ioni carbonato, formando CO2 e abbassando il KH.

CO3 + 2H+ ↔ HCO3 + H+ ↔ H2CO3 ↔ CO2 + H2O

Inoltre sono ricchi di acidi umici e fulvici che, grazie ai loro gruppi funzionali (acidi deboli in grado di cedere l’atomo di idrogeno all’acqua), tendono ad acidificare l’acqua.
Per questo motivo i fondi allofani hanno un forte potere acidificante.
Anche in questo caso, a differenza delle vasche allestite in maniera tradizionale, con il DSM questi fondi ci daranno meno grattacapi e non occorrerà alcun processo di saturazione.
I fondi allofani non necessitano di un fondo fertile sottostante; al contrario se ne sconsiglia l’utilizzo.

Tra i vari fondi allofani artificiali che si trovano in commercio ne segnaliamo uno naturale: l’Akadama.

Flourite

La Flourite è un materiale a scaglie ricco di oligoelementi (soprattutto ferro).
A causa della sua consistenza, questi elementi vengono ceduti piuttosto lentamente; in questo modo il substrato resta fertile per diversi anni.

La Flourite non altera il pH e non assorbe le sostanze presenti nell’acqua; tuttavia è necessario sciacquarla molto bene perché altrimenti, in fase di riempimento, solleveremmo una gran quantità di particolato che intaserebbe le spugne del filtro.
La Flourite si usa come strato unico e non necessita di alcun fondo fertile.


Indipendentemente dal fondo che avremo scelto di utilizzare, consiglio sempre di lavare bene il substrato prima di utilizzarlo.
In questo modo eviteremo nubi di particolato che possono intasare le spugne del filtro.

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