Home Allestimento e Aquascaping Cambio d’acqua: necessario o superfluo?

Cambio d’acqua: necessario o superfluo?

Nella vita dell’acquariofilo ci sono poche certezze. Una di queste è il cambio acqua programmato. Ma siamo così sicuri che sia davvero necessario? E se fosse addirittura dannoso?


Ecologia dell’Acquario di Piante è il titolo di un libro di Diana Walstad, una microbiologa dell’NCU (North Carolina University) che lo scrisse alla fine degli anni ’90.
La prima edizione risale al ’99.

Copertina del libro «Ecology of the Planted Aquarium» di Diana Walstad - Prima edizione (1999)
Copertina del libro «Ecology of the Planted Aquarium» di Diana Walstad – Prima edizione (1999)

Non intendo proporre l’ennesima recensione dell’opera; dopo 15 anni, sarebbe quantomeno tardiva.
Voglio invece considerare quel libro come punto di partenza, per una serie di riflessioni sul cambio d’acqua.

Innanzitutto, ricordo che esistono due opposte correnti di pensiero, sull’argomento.
Per semplicità di esposizione gli daremo un nome, ricordando che tra il bianco e il nero c’è un’infinita scala di grigi.

  • I “canonici”

Sono fissati con i cambi d’acqua “frequenti e regolari”.
Propongono di condurre l’acquario con interventi settimanali, oculatamente calendarizzati, che in genere prevedono anche sifonatura del fondo e manutenzione del filtro.
Non sono tutti uguali, ovviamente, ma i più estremisti tendono a considerare il cambio d’acqua come la cura per ogni male.

Sui forum, si riconoscono al primo colpo.
Qualunque sia il problema che esponi, ti senti chiedere “Ogni quanto tempo cambi l’acqua?”.

  • Gli “eretici”

Intervengono con un cambio solo in casi di emergenza, dopo averle provate tutte.
Per loro, significa correggere un errore, così grave che l’ecosistema non è in grado di assorbirlo.

Pertanto, quell’acqua nuova è come un’ammissione di colpa: “Ho sbagliato, adesso devo provvedere… A mali estremi, estremi rimedi!”
Eggià…
Il cambio d’acqua è considerato “un rimedio estremo”; o forse… credo sia più corretto chiamarlo “un male necessario”.

Prima di andare avanti, voglio precisare che chi scrive, nella propria scala di grigi, si sente molto più vicino al nero che al bianco.

Dopo 7-8 anni di acquariofilia “canonica”, un bel giorno decisi di passare dalla parte opposta.
Oggi, pur non arrivando all’estremismo, mi trovo molto più orientato verso gli “eretici”; pertanto non pretenderò di essere considerato “super partes”.

Chi si accinge a leggere questo articolo, deve quindi sapere che é dichiaratamente di parte; voglio precisarlo fin da questa introduzione.
Ovviamente produrrò argomentazioni, dati, esempi, a sostegno delle tesi che tratterò, ma l’obiettivo è fissato fin da adesso.

Qualcuno potrebbe pensare che me la stia suonando e cantando da solo, senza contraddittorio, ma faccio notare che la rete è strapiena di trattazioni canoniche, sulla presunta indispensabilità del cambio settimanale.

Inoltre, chi appartiene alla loro corrente è libero di registrarsi sul forum, per discuterne insieme.
Approfitto per ricordare che l’iscrizione è veloce e gratuita.

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