Home Allestimento e Aquascaping Allestiamo un acquario: è facile!

Allestiamo un acquario: è facile!

L’allestimento

Finalmente avete trovato la vostra «specie regina»: adesso è arrivato il momento di allestire il primo acquario.

Il fondo

Girando per i negozi avrete sicuramente visto i più disparati tipi di fondo ed avuto i consigli più diversi:

«Se vuoi mettere le piante devi per forza prendere un fondo fertilizzato»

«Usa l’Akadama che è perfetto per i pesci che hai»

«Il Manado è il miglior fondo possibile, ci coltivi qualunque cosa senza problemi»

«Con il fondo inerte puoi mettere solo piante di plastica»

Fondo per acquario Ecco, ci risiamo: tornano i dubbi e non sappiamo decidere. Partiamo quindi da una brevissima descrizione dei vari tipi di fondo:

  • Akadama: è un fondo «allofano». Ha cioè la caratteristica di trattenere gran parte degli elementi nutritivi che vengono inseriti in acqua; una volta saturo tenderà poi a rilasciarli rendendoli disponibili. È considerato un ottimo fondo a lungo termine, ma all’inizio vi farà un po’ penare per mantenere dei valori stabili; sopratutto le durezze tenderanno ad abbassarsi continuamente costringendoci a cambi d’acqua per reintrodurre gli elementi assorbiti. Maggiori dettagli e spiegazioni potete trovarle in questo nostro articolo: Akadama ed altre terre allofane in acquario. Se decidete per questa tipologia di fondo considerate che non tutti gli Akadama sono uguali; quelli che riportano sulla confezione una doppia banda rossa sono i più pregiati, ma costano di più.
  • Manado: è il nome commerciale che l’azienda tedesca JBL ha dato alla «argilla naturale cotta». Non è un fondo allofano come l’Akadama; è piuttosto un ottimo fondo drenante che permette di fertilizzare solo in acqua: i nutrienti raggiungeranno comunque le radici. Inizialmente tende a rilasciare calcio ed altri elementi facendo alzare il valore del GH; cosa che ci costringerà a diversi cambi d’acqua per mantenerlo ai valori voluti. Chi è interessato ad approfondire può leggere Il Manado in acquario: questo sconosciuto.
  • Fondo fertile (o fertilizzato): se ne trovano ormai moltissimi tipi di ogni marca e hanno la caratteristica di contenere fertilizzanti ottimi per la crescita delle piante. Il problema è che parte di questi fertilizzanti viene anche rilasciata in acqua, alterandone i valori e rendendo più complicata la fertilizzazione. Con il tempo, una volta rilasciati tutti i nutrienti che conteneva, il fondo fertile diventi un normale fondo inerte; se non vogliamo smantellare l’acquario per cambiarlo possiamo utilizzare pastiglie o stick NPK per «ricaricarlo».
  • Fondo inerte: è il fondo più facile da trovare e più semplice da gestire. Non contiene alcun fertilizzante e non assorbe alcun nutrimento dall’acqua. Il suo vantaggio è l’estrema facilità di gestione sopratutto per un neofita: non richiede infatti accorgimenti particolari da seguire. Per le piante che si nutrono dalle radici sarà sufficiente usare delle tabs o degli stick NPK (che, come abbiamo visto, a lungo andare andranno comunque usati anche per i fondi fertili).

Esistono ovviamente numerosi altri tipi di fondo, tra i quali ricordiamo il lapillo vulcanico ed il Gravelit. Chi è alla prima esperienza potrebbe cominciare con un fondo inerte: a tale scopo va quasi sempre bene del ghiaino scuro di granulometria piccola (3/5 mm).
Il fondo scuro ha due vantaggi principali: stressa di meno i pesci (diversamente dal fondo chiaro) e nasconde lo sporco che inevitabilmente si verrà a formare.

Corydoras sterbai su sabbia

Attenzione: se scegliete dei pesci da fondo questi lo preferiscono sabbioso. Ad esempio Corydoras, Botia e Pangio passano il tempo grufolando per il fondo smuovendolo con i barbigli e con il ghiaietto potrebbero ferirsi.

Legni e rocce

Per completare l’allestimento e dare un tocco personale all’acquario non possiamo farci mancare qualche legno e magari anche qualche roccia.
Nei negozi specializzati ne possiamo trovare di ogni forma e tipo ma possiamo anche pensare di raccoglierli direttamente nell’ambiente naturale facendo una gita.

Sia che li compriate in negozio sia che li raccogliate da soli ci sono alcune indicazioni che è meglio seguire.

Non tutte le rocce vanno bene per tutti gli acquari. Alcune contengono elevate quantità di calcio che viene rilasciato in acqua aumentando le durezze. Per verificare se una roccia è calcarea è sufficiente versarci sopra un po’ di Viakal o (meglio) di acido muriatico: se «frigge» lo è.

Una roccia calcarea non è da scartare a priori. Può essere utile per mantenere pH e durezza elevati in un acquario di ciclidi africani; o ad impedire il crollo del KH (e quindi del pH) in un acquario amazzonico. Il suo utilizzo va quindi valutato caso per caso, a seconda delle necessità.
Fate attenzione: anche le rocce vendute nei negozi di acquariofilia possono essere calcaree.

Tanganica di Eagle

Diverso è il discorso delle rocce trovate al mare. Molto probabilmente contengono sodio che hanno assorbito stando a contatto con l’acqua salata; verrà rilasciato una volta inserite nel nostro acquario. In seguito approfondiremo il discorso del sodio in acquario.

Ecco una guida che potrà esservi utile per la scelta delle rocce: Le rocce in acquario.

Diversamente dalle rocce, i legni acquistati in negozio possono essere inseriti senza particolari problemi in acquario. Vi consigliamo ugualmente di lavarli accuratamente e di bollirli per qualche ora.

Legni nell’acquario di Jack Sparrow

Se invece decidete di raccoglierli durante la vostra scampagnata, la scelta diventa importante: i legni devono avere una consistenza tale da non marcire in breve tempo una volta immersi.

Acquariofili a caccia di legni e rocce

È inoltre importante che siano raccolti in zone non inquinate e non sottoposte a trattamenti chimici.

Per aiutarvi nella scelta abbiamo scritto questa guida che speriamo possa esservi utile: Utilizzo in acquario dei legni raccolti in natura.

In qualsiasi caso la nostra sezione di Allestimento ed Aquascaping è disponibile per darvi tutti i consigli di cui avete necessità.

Le piante

Nella gestione di un acquario le piante giocano un ruolo fondamentale e non dovrebbero mai mancare. Diffidate da coloro che vi dicono che mantenerle è difficile, costoso e richiede molta manutenzione e vi consigliano piante di plastica. Nulla di più sbagliato.

Un tipico acquario mostrato in fiera…

I vegetali assorbono numerose sostanze presenti nell’acqua rilasciate dalla decomposizione di mangime e feci. Ciò che per i pesci è un inquinante per loro diventa cibo: per questo ci permettono di raggiungere un equilibrio stabile e tutelano la salute dei pesci. Inoltre contrastano la crescita delle alghe.

Non tutte le piante sono ugualmente efficaci da questo punto di vista, molto dipende dalla loro velocità di crescita. Per allestire un acquario equilibrato è molto importante inserire piante a crescita rapida: quelle lente incidono molto di meno sul micro ambiente che andremo a creare. Il loro utilizzo sarà più che altro per fini decorativi in modo da completare il layout che vogliamo.

Le piante forniscono anche nascondigli e ripari ai pesci.

Chi spia mia moglie? (foto di poncino88)

Una volta scelta la «specie regina» possiamo scegliere le «piante damigelle» spulciando questo articolo: Piante d’acquario e loro zone di origine.

Bisogna anche considerare che alcune piante sono allelopatiche, cioè rilasciano dei composti detti «allelochimici» che inibiscono lo sviluppo dei loro competitori nello stesso ambiente. Potete verificare le possibili allelopatie utilizzando questo articolo: Allelopatia tra le piante d’acquario.

La differenza tra un acquario con piante di plastica e un acquario piantumato è enorme. Qui sotto potete vedere il vincitore di un concorso di AF di qualche tempo fa:

Acquario di Andreone: Vincitore del XII Concorso Acquari di Acquariofilia Facile e del Concorso Acquario 2016

Se avete dubbi che le piante siano veramente fondamentali in acquario potete leggere cosa diceva la dottoressa Diana Walstad qualche tempo fa in un suo famoso articolo: Piante vs. filtri (traduzione da Diana Walstad).

Fanno eccezione a questa concezione di acquari molto piantumati i Malawi e Tanganica di cui parleremo in seguito.

Adesso però vediamo come possiamo soddisfare le esigenze delle piante in modo semplice ed economico.

L’illuminazione

Abbiamo visto come l’illuminazione di serie sia normalmente insufficiente per soddisfare le necessità delle piante più esigenti.

Per avere un’idea dell’illuminazione necessaria possiamo utilizzare la seguente regoletta: dividete i watt totali dell’illuminazione per i litri netti dell’acquario ed ottenete il cosiddetto rapporto watt/litri.

Un rapporto di 0,5-0,7 watt/litro è quello di una luce media. Con un rapporto superiore (diciamo da 0,8 a 1 watt/litro) potremmo permetterci di coltivare anche le piante più esigenti come questa Proserpinaca palustris.

Immagine dall’articolo «Proserpinaca palustris – Un po’ di rosso in acquario»

Se non abbiamo piante troppo esigenti potremmo accontentarci anche di un rapporto inferiore; è comunque meglio non scendere sotto gli 0,3 watt/litro.

Il rapporto watt/litri indicato in precedenza non ha molto senso nel caso di illuminazione a LED. In tal caso infatti si consiglia di considerate il rapporto lumen/litro, che possiamo ottenere dividendo i lumen totali della nostra illuminazione per i litri netti dell’acquario. Una buona illuminazione avrà un rapporto compreso tra 40 e 60 lumen/litri.

L’anidride carbonica (CO2 )

La CO2 è importantissima per la crescita delle piante; dopo l’acqua, il carbonio ne è il principale componente.
Molti rinunciano ad usarla perché un impianto COpuò essere costoso. Noi abbiamo diversi impianti fai-da-te ampiamente testati e che possiamo realizzare con poca spesa.

A chi volesse coltivare piante senza CO2 consigliamo di scegliere specie non troppo esigenti o di farle crescere fino alla superficie. È così che molte piante crescono nel loro habitat, dove nessuno eroga COartificialmente.

Hydrocotyle, Pistia e Salvina

Un’altra soluzione è quella di inserire Le piante galleggianti; queste infatti assorbono la CO2 direttamente dall’aria esterna.

La fertilizzazione

Oltre al carbonio, ci sono molti altri elementi necessari a sostenere la crescita dei nostri vegetali. Nella maggior parte dei casi, il cibo avanzato dai pesci, le loro deiezioni e le foglie morte non sono sufficienti per nutrire le piante; è perciò necessario provvedere ad una fertilizzazione mirata.

Probabilmente in negozio vi avranno proposto protocolli di fertilizzazione complessi e costosi, che impongono cambi d’acqua regolari per eliminare gli inevitabili eccessi. Noi, su AF, usiamo un metodo a componenti separati che permette quindi di dosare solo ciò che realmente serve alle vostre piante, senza eccessi ed imparando a riconoscere le carenze che mostrano.

Inoltre, rispetto ai protocolli di fertilizzazione commerciali, è molto economico. Chi fosse interessato può approfondire l’argomento in questi due articoli:

Fertilizzazione, illuminazione e CO2 vanno di pari passo e dipendono fortemente dalle piante che abbiamo scelto. Ad esempio, è inutile avere un’illuminazione da stadio se non si eroga CO2 e/o non si fertilizza correttamente. Ci sarà sempre un fattore limitante che impedirà il corretto assorbimento dei nutrienti, come ci ha spiegato tempo fa il dottor Liebig: La Legge di Liebig (o Legge del Minimo di Liebig). Esatto: lo stesso dottor Liebig che ha inventato l’estratto di carne per fare il brodo!

Gli acquari Tanganica e Malawi

Dopo avervi detto dell’importanza delle piante in acquario vediamo due eccezioni a questa regola.

I laghi Tanganica e Malawi sono rispettivamente il secondo ed il terzo dei «grandi laghi Africani» dopo il lago Vittoria.

Nelle loro acque vivono numerose specie di Ciclidi che passano il tempo prevalentemente tra le rocce del fondo.

Immagine dall’articolo «Allestire un acquario per Ciclidi del Tanganica»

In assenza di piante, saranno le alghe che ci aiuteranno a mantenere stabile l’intero ecosistema; con il tempo colonizzeranno tutti gli arredi e daranno un grosso contributo all’assorbimento degli «inquinanti» (nitrati e fosfati). Inoltre renderanno l’allestimento più naturale.

Acquario Malawi di MicMenca

Se da un lato non è necessaria una forte illuminazione, dall’altro dovrete considerare di acquistare un sistema di filtraggio potente, sovradimensionato rispetto alle esigenze dell’acquario.

Se siete interessati potete trovare molte informazioni su questo tipo di allestimento in questo articolo Allestire un acquario per Ciclidi del Tanganica.

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