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I mille colori dei pesci

 Cosa influenza la colorazione?

Il colore di un pesce dipende, essenzialmente, da tre fattori.

  • Genetica: l’appartenenza ad una determinata specie farà sì che il pesce disponga del patrimonio genetico per assumere una specifica livrea.
    Una Rasbora, ad esempio, non diventerà mai blu.
  • Sistema nervoso ed endocrino: come abbiamo già detto, il fattore psicologico svolge un ruolo fondamentale nella colorazione.
  • Dieta: ebbene sì, anche la dieta ha un’importanza basilare e vedremo perché, in questo capitolo.

Come funziona il pigmento?

Innanzi tutto dobbiamo fare un passo indietro, e addentrarci nella biologia del colore.
Tutti i pesci hanno, nel derma sotto le scaglie, delle cellule specializzate chiamate cromatofori. Queste cellule sono in grado di concentrare il pigmento, contenuto in minuscoli granuli, attorno al proprio nucleo, oppure di distribuirlo lungo le ramificazioni.
Nel primo caso il colore apparirà slavato e chiaro, nel secondo sarà intenso e ben distribuito.

Rappresentazione schematica dei Cromatofori
Rappresentazione schematica dei Cromatofori

A loro volta, i cromatofori si sono specializzati ulteriormente, ciascuno per un colore specifico.

  • Eritrofori: rosso
  • Xantofori: giallo
  • Melanofori: nero
  • Leucofori: bianco
  • Iridofori: brillantezza metallica

Tutti gli altri colori sono la combinazione di due o più cromatofori differenti. Ad esempio per produrre l’arancio sono necessari gli eritrofori e gli xantofori, se ci sono anche i melanofori si avrà il marrone.
E il blu?… Non esiste un cromatoforo specializzato in questo colore, eppure i pesci riescono ad ottenerlo con dei melanofori localizzati in profondità, coperti poi da uno strato di iridofori.

Maylandia callainos

Probabilmente vi starete chiedendo come mai sono entrato così nel dettaglio nella biologia, in questo capitolo.
Ebbene, il motivo è piuttosto semplice: i pesci non sono in grado di produrre, autonomamente, alcuni dei pigmenti necessari.

Sappiamo che, se aspiriamo ad un’abbronzatura invidiabile, in estate, dobbiamo migliorare la produzione di melanina assumendo beta-carotene.
Il che si traduce con delle grandi abbuffate di carote, radicchio o albicocche.

Ecco, per i pesci è esattamente lo stesso, cambia solo il fatto che loro hanno così tanti e diversi pigmenti da produrre… che non è semplice indicare una dieta unica.
Per questo motivo affronterò l’argomento colore per colore, in modo tale che possiate acquistare il mangime giusto per i vostri pesci.

Rosso

Il carotenoide preposto a questo colore è l’astaxantina.
In natura la si trova principalmente in due alimenti.

Il primo e più conosciuto è il Krill, termine con cui ci si riferisce ad una gran varietà di crostacei di piccole dimensioni.
Il più famoso e diffuso al mondo è l’Euphausia superba, che vive principalmente nella zona dell’Antartico.

Euphausia superba, licenza Creative Commons

Questo piccolo invertebrato non supera i 6,5 cm, vive in veri e propri sciami da 10.000-30.000 individui per metro cubo d’acqua; è l’alimento principale per un gran numero di animali come balene, foche e pinguini.
E’ considerato uno degli organismi chiave per il ciclo biologico, non solo in quelle zone ma per tutto il globo terrestre.

Una piccola curiosità: il motivo per cui, quando cuciniamo i gamberoni, assumono un intenso colore rosso è proprio dovuto all’astaxantina.
Legata alle proteine del guscio, viene liberata; può così assorbire la luce e manifestare il suo colore.

Il secondo organismo, molto meno conosciuto, è un vegetale, per l’esattezza un’alga unicellulare d’acqua dolce.
Si tratta dell’Haematococcus pluvialis, piuttosto diffusa in tutte le zone a clima temperato.

Quest’alga, normalmente di colore verde, produce astaxantina quando si trova in una condizione di forte insolazione e scarsi nutrienti.
Ed è proprio così che i coltivatori esperti la producono in tutto il mondo.
Il contenuto di carotenoidi è pari a circa 40.000 parti per milione, contro le “misere” 120 del Krill.

Un’altro alimento molto ricco in astaxantina è il salmone, ma in questo caso non viene prodotta dall’organismo; si accumula nelle sue carni a causa dell’alimentazione in natura.
I salmoni di allevamento avrebbero, quindi, la carne chiara.
Ricerche di marketing hanno dimostrato, però, che una colorazione così “innaturale” turberebbe i consumatori, motivo per cui si preferisce somministrargli carotenoidi tramite il mangime.

E’ comunque possibile ottenere astaxantina in molti altri modi; esiste anche una variante sintetica, ma vista l’abbondanza di quella naturale, non è molto conveniente produrla.

Praticamente tutti i mangimi che intensificano i colori contengono questo carotenoide; quindi, a meno di non voler preparare pastoni specifici, vi basta leggere le etichette quando li acquistate.

Giallo

I carotenoidi più comuni, di questo colore, sono la luteina e la zeaxantina.

La prima svolge un importante ruolo nel ciclo delle xantofille, il processo che permette alle piante di ridurre l’apporto energetico nella fotosintesi.
E’ prodotta esclusivamente da alcuni vegetali, in particolare quelli a foglia larga e di colore verde intenso, ad esempio gli spinaci.

La si trova, in grandissime quantità, anche in alcuni alimenti animali a causa della loro dieta.
In particolare, un’ottima fonte di luteina è il tuorlo d’uovo.

In natura, comunque, la più grande concentrazione di questa sostanza è stata rinvenuta nei petali di un fiore sudamericano, laTagetes erecta, coltivata allo scopo.

E’ conosciuta anche come colorante naturale, con la sigla E161b.

Anche la zeaxantina è soltanto di origine vegetale, anch’essa è importante nel ciclo delle xantofille.
Prende il nome dalla pianta del mais (Zea mays) in cui dona il caratteristico colore giallo al suo frutto.
Altissime concentrazioni di questa sostanza sono state rinvenute, inoltre, nella paprika, nelle bacche di goji e nello zafferano.

Anche in questo caso possiamo trovarla come colorante naturale, con la sigla E161h.

Sono pochi i mangimi che contengono questi carotenoidi; ciò è dovuto al fatto che sono ben pochi i pesci tropicali di colore giallo.
Ne esistono tuttavia alcuni che hanno, tra gli ingredienti, il tuorlo d’uovo.
Io preferisco nutrire le mie Daphnia con paprika dolce, uno o due giorni prima della somministrazione ai pesci.

Nero

Il pigmento preposto a questo colore non è un carotenoide, ma un complesso vitaminico idrosolubile, chiamato ficocianina, da phyco (= alga) e kyanos (= ciano).
Avrete già capito quali organismi la producono… no?

Ebbene sì!… Si tratta del pigmento presente nei cianobatteri!
In particolare in uno di essi, estremamente famoso in acquariofilia, chiamato Arthrospira platensis, la celeberrima Spirulina.

Quindi, contrariamente a quanto si possa credere, somministrare mangime a base di spirulina è consigliato non solo ai pesci erbivori, ma anche a tutti gli altri.
Questo favoloso protista contiene, oltre ad enormi quantitativi di proteine e vitamine, anche una piccola percentuale di beta-carotene, zeaxantina e altre xantofille, risultando uno dei migliori alimenti da somministrare ai nostri amati pinnuti.

Arthrospira al microscopio

In questo caso il pigmento è prodotto dal metabolismo del pesce, non sarebbe necessaria un’alimentazione adeguata.
Tuttavia, diverse ricerche scientifiche hanno dimostrato che un’alimentazione ricca in ficocianina sia di aiuto per la colorazione blu.
Anche l’esperienza degli acquariofili, in tutto il mondo, sembra confermarlo, in particolare quella degli allevatori di discus.

Se l’avete in polvere, potete usare il solito “trucco” delle Daphnia.
In alternativa, praticamente ogni marca di mangime ha diversi prodotti che la contengono, non avete che l’imbarazzo della scelta.

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