Home Acquariologia generale I mille colori dei pesci

I mille colori dei pesci

Meccanismi di difesa

Il colore, da sempre, è uno dei migliori alleati nel mondo animale.
Sono tantissime le specie che ne hanno fatto la loro migliore arma, dai rettili agli insetti fino ad arrivare ai grandi mammiferi.

Leopardo delle nevi
Leopardo delle nevi (Panthera uncia)

Per i pesci, organismi che vivono sul nostro pianeta da tempi antichissimi, non poteva che essere così, utilizzando tecniche estremamente diverse.
Vediamone nel dettaglio alcune.

Mimetismo

E’ la prima cosa che viene in mente, quando parliamo di colore come tecnica difensiva.
Determinate specie hanno sviluppato, nel tempo, la colorazione più adatta a nascondersi nel loro habitat.

Spessissimo questa forma di difesa richiede che il pesce sia perfettamente immobile.
E’ il caso, ad esempio, delle Razze, che restano semi-insabbiate per ore, in attesa che una preda passi sopra di loro, inconsapevole del pericolo.

Potamotrygon motoro

Controsfumature

E’ un meccanismo meno conosciuto ma molto più diffuso tra i pesci.
Questi staordinari animali hanno sviluppato, nel tempo, sfumature di colore diverse tra il dorso e la pancia.
Lo scopo è molto semplice: apparire del colore del fondo se visti dall’alto, del colore dell’acqua sui lati e di quello del cielo se visti dal basso.

Moltissimi pesci di mare sono dotati di questa elementare difesa e persino uno squalo può letteralmente scomparire alla vista grazie ad essa.
Anche tra i pesci d’acqua dolce ne abbiamo innumerevoli esempi, tra cui la Tinca, comunissima nelle nostre acque.

Tinca tinca, licenza Creative Commons

Esiste un pesce la cui colorazione è esattamente l’opposto di quanto appena illustrato: il Synodontis nigriventris.
Il motivo è semplicissimo e conferma quanto appena esposto… Questo pinnuto ama passare il tempo a pancia in su!
Ecco perché la colorazione è più pallida sul dorso, per scurirsi man mano che si arriva al ventre.

Camuffamento attivo

Il primo animale che viene in mente è sicuramente il celeberrimo Camaleonte, maestro del camuffamento, capace di risultare praticamente invisibile in qualsiasi circostanza.
Un altro animale straordinario, da questo punto di vista e molti altri, è il Polpo.

E in acqua dolce?
Beh… devo dire che non sono poi tantissimi i pesci che hanno sviluppato questa tecnica.
La spiegazione potrebbe essere nel fatto che, contrariamente agli ambienti terrestri, quelli acquatici sono piuttosto uniformi nel colore; probabilmente, una forma così sofisticata di difesa non è mai stata necessaria.

Tra i pochi fortunati, c’è da segnalare il Dekeyseria brachyura L168 (ex Peckoltia pulcher) che ospito con orgoglio in uno dei miei acquari.
Anche in questo caso, però, le colorazioni possibili sono limitate a sole tre opzioni.

Colorazione di disturbo

Sembra un paradosso, ma i pesci più piccoli sono spesso i più colorati.
Si pensi ai vari Tetra, o a molti Ciprinidi…
Come mai, proprio le specie più vulnerabili… sono le più appariscenti?

Per rispondere a questa domanda dovremmo pensare non al singolo pesce, bensì alla moltitudine che compone il banco.

Neon tetra (Paracheirodon innesi)

Un simile vorticare di colori ha un effetto stordente, sui predatori, che si sentiranno disorientati e non riusciranno a decidere come e dove attaccare.
Ingegnoso, no?

Macchie e strisce

Per un pesce, mettersi di fronte alla preda fornisce un vantaggio non indifferente.
Quest’ultima, per scappare, dovrebbe girarsi perdendo tempo prezioso e finendo spesso nelle fauci del suo assalitore.

Per questo motivo, tantissimi pesci hanno messo a punto una livrea che ha lo scopo di simulare falsi occhi, posti sulla coda o di coprirli con una striscia di colore.

Trigonostigma heteromorpha, licenza Creative Commons

Il predatore sarà così convinto di mirare alla testa ed invece… si troverà alle sue spalle!

Exit mobile version